A Cantù c’è un indipendentista tricolorito

Condividi articolo

A Cantù il Sindaco lancia una dura invettiva contro lo Stato, cita la Catalunya, minaccia la secessione… Ma si dimentica di togliersi la fascia tricolore

claudio-bizzozero

Va bene che l’abito non fa il monaco, come dicevano i nostri nonni, oppure che come ammoniva Davide Van De Sfroos, «El diavul l’è vestì cume qui di assicurazion», ma stavolta l’accessorio fa sostanza. Capita che il Sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, si metta ad inneggiare alla secessione, a tuonare contro l’unità d’Italia e i soprusi dello Stato centrale, e che lo faccia mentre è orgogliosamente imbardato nel fascione tricolore.

E per aggiungere del ridicolo ad una situazione già abbastanza comica, l’eroico primo cittadino di Cantù ha addirittura minacciato che se dovesse servire (perché dev’essere una rinuncia proprio gravosa per lui), è pronto a levarsela la fascia. Addirittura, ma che coraggio! Immagino che il Ministro della Difesa abbia già allertato le forze armate, data la “pesante” minaccia.

Io credo che se c’è qualcosa di cui il fronte indipendentista nostrano, gia abbastanza depresso e fiaccato negli ultimi tempi, non ha proprio bisogno, è di un sindaco a caccia di visibilità a pochi mesi da una scadenza elettorale che vede la sua possibile rielezione sempre meno probabile. Mi domando, ma perché piuttosto non continua a dare fiato all’inno di mameli? Quello che con tanto ardore cantava a pieni polmoni e petto in fuori fino a ieri?

[su_video url=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2016/01/bizzozzero.mov” poster=”http://www.ilmonti.com/wp-content/uploads/2016/01/Schermata-2016-01-25-alle-17.42.15.png” title=”Il Sindaco ‘indipendentista’ Claudio Bizzozero canta l’Inno di Mameli” width=”660″ height=”400″]VIDEO[/su_video]

Perché l’indipendentismo, per quanto quello padano e lombardo non viva oggi i suoi momenti migliori, merita comunque rispetto e non è un treno in cui si sale e si scende a piacimento. Non è qualcosa che cerchiamo di far andar di moda quando magari ci è utile, come i risvolti ai pantaloni. L’indipendentismo è una scelta politica di campo, che richiede coraggio, ben più grande di quello richiesto per rifiutare di indossare il simbolo di uno Stato, come la fascia tricolore, che da anni schiavizza i popoli del Nord, tradendo ed umiliando la nostra cultura, taglieggiando ogni giorno le nostre casse sempre più magre. A chi porta davvero questi sentimenti nel cuore, a chi ha maturato sinceramente questo sentimento di libertà, viene naturale rifiutare quel simbolo di uno Stato vessatore.

E se proprio ci tenesse a diventare indipendentista, invito il sindaco di Cantù ad una visita nella nostra Lazzate, sta a pochi chilometri da Cantù, magari dopo le elezioni, quando avrà più tempo libero. Qui potrà respirare aria di libertà, imparare come si comporta un sindaco indipendentista, come si affronta il nemico in battaglie vere, quelle dove si rischia sul serio, dove lo Stato, per mano del Prefetto può arrivare a destituirti, come racconta la storia di Lazzate.

Nel frattempo, faccia la sua campagna elettorale da provetto sindaco, sempre con la sua bella fascia tricolore al collo, come la porta da cinque anni a questa parte.