Addio Camera di Commercio, siamo già vassalli di Milano

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Fermare ogni decisione prima dell’esito referendario e convocare l’Assemblea dei Sindaci MB

015Qualche giorno fa sono atterrati in piazza Cambiaghi i nuovi «padroni» della nostra Camera di Commercio, certi del risultato già in saccoccia. Nel chiuso di uno stanzino, senza troppi salamelecchi, hanno dettato tempi e modi per il ritorno alla casa madre, la grande Milano.

Qualcuno ha deciso così. Nonostante la Camera di Monza sia forse l’unica che vanta ancora una discreta solidità economica, anche dopo la demenziale riforma Renzi, nonostante abbia un numero di imprese oltre il limite minimo, nonostante l’indiscussa soddisfazione delle imprese che ne hanno apprezzato in questi anni i servizi. Una decisione probabilmente calata dall’alto, per soddisfare magari qualche interesse particolare, presa tra quattro mura e nel silenzio più totale della politica locale.

Ci raccontano che Milano ci rispetterà, ci terrà in altissima considerazione, addirittura le nostre imprese ci guadagneranno. La considerazione è tale che a trattare le condizioni della resa, davanti ai vertici della Camera Monzese, è arrivata la Dott.ssa Elena Vasco, Segretario Generale della Camera di Milano con in tasca una laurea al Federico II di Napoli. Il papavero più alto in grado, per carità, dalle capacità indiscusse e uno di quelli che ha stipendi con tanti zeri; qualcuno però qui in Brianza si aspettava che la trattativa potesse avvenire tra Presidenti, tra pari insomma.

Ma state tranquilli, ci guadagneremo. D’altra parte a rassicurarci in tal senso sono gli stessi che hanno cancellato la più antica associazione di industriali, la nostra, per diventare oggi maggiordomi a Milano, scontentando pure la parte più vera dell’industria brianzola.

È triste che il problema si stia riducendo ad una spartizione di posti, poltrone o strapuntini. Quanti posti ci date qua? E quanti la? Più che una trattativa una resa in piena regola, anzi una svendita.

Ed è intollerabile che la Brianza rischi di perdere l’ultima istituzione che ancora riesce a respirare con una decisione presa in estate, nel ristretto giro di pochi, senza che vi sia un minimo di dibattito e di riflessione. È poi assurdo aver preso una decisione prima della scadenza referendaria, dall’esito tutt’altro che scontato, che potrebbe innescare un processo di revisione generale di tutte le riforme ebeti promosse dal nostro Governo. Una fretta che non trova giustificazioni, se non nell’assecondare i desideri di qualcuno.

Credo sarebbe doveroso a questo punto convocare un’Assemblea di tutti i Sindaci MB, in cui i vertici della Camera di Commercio siano chiamati a raccontarci cosa hanno deciso del futuro di un pezzo importante della nostra provincia. O quello che ne rimane.

Una risposta a “Addio Camera di Commercio, siamo già vassalli di Milano”

  1. I cittadini monzesi nelle Elezioni del 2014 hanno dato al Partito Democratico ( ? ) il 48 % dei voti.

    Ben 8 punti sopra la media nazionale , già altissima.

    Ora si fottano.

    E si godano i clandestini in Via Asiago, Spallanzani e Vittorio Veneto.