Alcune cose sono inopportune, anche a Vimercate

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Nei mitologici “ultimi venti anni”, un neologismo trasformato in unità temporale politica dai confini labili, si è dibattuto frequentemente di temi importanti tipo: il conflitto d’interessi, la presunzione d’innocenza, la legalità, i comportamenti legittimi e pure quelli semplicemente inopportuni.
Sono stati sprecati fiumi di parole, senza arrivare, per la verità, ad un qualche risultato tangibile. Probabilmente perché sempre il dibattito si è mosso da posizioni di convenienza. Parlare di conflitto d’interessi era strumentale rispetto ad un avversario politico, così come parlare di legalità serviva per discreditare quel partito, o quella parte politica. Innegabile il fatto che la sinistra, su tutti il Partito Democratico, ne ha fatto una bandiera, sedendosi spesso sulla cattedra, indossando gli abiti del feroce censore.

Mai si è riusciti ad affrontare argomenti importanti, come quelli citati, con la necessaria serenità, e con un minimo di imparzialità. Non fraintendete, io credo che in tema di legalità la politica e il politico debbano muoversi con la massima severità possibile. Anzi, credo che delle volte non ci si debba limitare al mero rispetto del codice, della legge, ma sia necessario tenere un comportamento tale da apparire onesto e trasparente anche agli occhi della gente, senza limitarsi ad esserlo nei confronti della legge o dei codici.
In linea generale io mi ritrovo molto in queste parole di Paolo Borsellino

Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati

E se la sinistra e il PD sono stati sempre così rigorosi, spesso addirittura oltre il necessario, quando si parlava di conflitto d’interessi, legalità e opportunità, ci si aspetterebbe, come minimo, che lo fossero altrettanto, se non di più, nel guidare la propria azione amministrativa. Purtroppo, a riprova che probabilmente per loro si trattava solo di mera convenienza politica, e non di convinzione, molto spesso questo non è accaduto e continua a non accadere. Anche in Brianza, dove ormai la sinistra e il PD spadroneggiano indisturbati, forse troppo indisturbati.

Martedì 27 gennaio 2015 si è infuocato il consiglio comunale di Vimercate, dove si discuteva di una polemica nata alcuni mesi fa, proprio nello storico feudo di sinistra; la vicenda è stata sollevata dal Consigliere Alessandro Cagliani, e riguarda un contributo elargito dalla Provincia di Monza su un progetto promosso da un’associazione, Artevox, in partnership con il comune di Vimercate, per la realizzazione di alcuni spettacoli all’interno della manifestazione Ville Aperte in Brianza.
La vicenda è di poco conto nelle cifre, visto che il contributo del comune, elargito in natura con la concessione di spazi, è stato di 1.500€ e quello della provincia di 3.000€.
Il problema è che l’Associazione Artevox è legata alla compagna dell’onorevole Rampi (del Partito Democratico), che per anni e fino al 2013, ha ricoperto la carica di vicesindaco con delega proprio alla cultura. Non solo. Il comune ha dato la disponibilità delle sale e del personale di Villa Sottocasa, il cui acquisto e recupero sono stati fortemente sostenuti da Rampi Assessore alla Cultura. Senza dimenticare che proprio sulla questione dei lavori di recupero di Villa Sottocasa, sia Rampi che il Sindaco Paolo Brambilla sono stati recentemente rinviati a giudizio.

Questa è una questione che nulla ha a che vedere con la legalità, con la bontà e la qualità del lavoro svolto, o con il rispetto sempre dovuto alle persone e ai loro legami famigliari e sentimentali. Ma è altrettanto evidente come questo comportamento sollevi un’enorme questione di opportunità. È stato sicuramente inopportuno l’agire del sindaco e della giunta, anche se perfettamente lecito e legale, e ciò dovrebbe interrogare il sindaco, la giunta e tutto il consiglio, e chiamarli ad una profonda riflessione. Al contrario si fa quadrato, spallucce, ci si difende e si minimizza; e senza volerlo si tiene lo stesso atteggiamento che sempre si è contestato all’avversario politico. Nel più classico degli atteggiamenti ipocriti. Ciò che vale per il mio avversario non vale per me.

Quando è uscita la vicenda, qualche mese fa, subito si sono difesi dicendo che il comune non c’entrava nulla, che il bando era della provincia. Poi piano piano l’opposizione ha fatto luce sulla vicenda, delineando una situazione ben diversa.

Il Comune di Vimercate ha aderito e sostenuto il progetto di Artevox, così come il MUST, oltre ad aver elargito un contribuito attraverso l’utilizzo gratuito di alcuni spazi. Proprio questo aiuto arrivato dal comune è stato determinante al fine dell’ottenimento del contributo da parte della Provincia; infatti il progetto di Artevox ha ottenuto in totale 74 punti, classificandosi sesto nella ristretta cerchia dei vincitori, e ha scalato la classifica proprio grazie ai punti che gli sono sati assegnati in virtù della partnership e del contributo del comune di Vimercate. È più che probabile che senza partnership e senza contributo, Artevox si sarebbe classificata oltre il 23° posto, e non avrebbe quindi ottenuto nessun contributo.

Certo si tratta di spiccioli, pochi euro, ma quello che preoccupa di questa vicenda è come traspare una eccessiva disinvoltura nel maneggiare il potere a Vimercate, da parte di un gruppo politico che, forse, comincia a manifestare preoccupanti sintomi di onnipotenza. E questo non è bene. Per questo è necessario accendere i riflettori, anche se può apparire una vicenda piccola ed insignificante.

Questo lo diciamo a prescindere degli schieramenti politici, perché il rispetto e il dovere di apparire onesti e trasparenti davanti agli occhi dei cittadini, al di là di esserlo nei confronti della legge, dev’essere il faro che guida l’azione di ognuno di noi. E qui mi sembra che non sia stato così.
Se una maggioranza non riesce a percepire come inopportuno il fatto di avere un così stretto rapporto con un’associazione legata alla compagna di un suo onorevole ed ex assessore, concretizzatosi poi con la concessione di una partnership e un contributo del comune al fine di partecipare ad un bando provinciale, e dare libero accesso ad una struttura su cui è in corso un procedimento che vede coinvolto lo stesso onorevole, insieme al sindaco, se tutto questo non crea imbarazzi, allora significa che c’è un problema. E nemmeno piccolo a mio giudizio.

E, se qualcuno pensasse che tutta questa polemica sia esagerata, potrei facilmente ricordare un episodio in cui io stesso fui attaccato e per molto meno, anzi per nulla. Mi fu addirittura rinfacciato che il Presidente della Provincia (e non io) avesse concesso un semplice patrocinio, a titolo totalmente gratuito, ad un mio famigliare. Nel tentativo, non riuscito, di infangarmi,  si inventarono pure un contributo o delle prebende che invece non esistevano e non sono mai esistiti, insieme ad una serie di altre palesi falsità. Non ho mai fatto assumere segretarie, tantomeno dirigenti. Ma nemmeno il fatto che fossero palesi falsità, fece evitare agli esponenti del PD di attaccarmi in maniera sguaiata.
È evidente lo strabismo con cui il PD si muove, con una disinvoltura imbarazzante, in queste situazioni. Perché per qualcuno quando c’è di mezzo l’avversario tutto è concesso, addirittura inventarsi ciò che non esiste pur di screditare, poi quando si tratta di se stessi allora guai a chi osa sollevare qualche dubbio. No cari amici del PD e della sinistra, non può e non deve funzionare così.

A questo punto ho un’idea per chiudere la faccenda in modo onorevole e proficuo per tutti: prendiamo i 3.000€ e diamoli in beneficenza, talvolta un bel gesto vale più di mille parole.