Alleanze, regole, schemi. La Lega punta a guidare la Lombardia, Giannino a far vincere Vendola

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Le regole in un gioco sono fondamentali; ne determinano schemi, movimenti, azioni, spettacolo. Se nel calcio si potessero usare le mani, se non ci fosse il fuorigioco, se il portiere non esistesse? Sarebbe più bello? Più brutto? Difficile dirlo, sarebbe diverso, questo è sicuro.

La politica, in fondo, non è tanto diversa, e anche in politica le regole contano, determinano schemi, movimenti, azioni.E allora riflettiamo; la legge elettorale non è cambiata, prevede soglie di sbarramento e premio di maggioranza alla coalizione. Renzi, il nuovo, il cambiamento, ha perso; ciò ha determinato la riproposizione, nel centro-sinistra, del vecchio asse PD-Sel, la vecchia alleanza, si chiamava Ulivo, poi Unione, insomma, sempre quella roba lì. E forse anche questo ha determinato, come logica conseguenza, la salvezza del PDL, che non è imploso, non è cambiato nemmeno nel nome, non ha visto il suo fondatore, Berlusconi, uscire completamente di scena.
Tutto questo si traduce in una cosa molto semplice; tutti continuano a giocare con lo stesso schema, all’interno delle stesse regole, per vincere. Ovvio.
Ora parliamo di noi.
La Lega esprime il meglio di sé quando governa da sola; lo penso, lo credo, lo condivido. È vero. Ho vissuto gran parte della mia esperienza politico-amministrativa nel mio Comune, Lazzate, dove governiamo da soli, ininterrottamente e con successo, dal 1993.
Detto questo, la politica, un po’ come una guerra, si combatte con le armi che si hanno a disposizione, per vincere.
È la Lega Nord che ha detto basta alla Presidenza Formigoni, ha lanciato la sfida per un Governatore Lombardo della Lega, completando il vecchio sogno di guidare le tre Regioni cardine della Padania (Veneto, Lombardia e Piemonte).
Quante volte in passato abbiamo avuto l’occasione di avere tre Presidenti di Regione al nord? Mai.
Potevamo andare alle elezioni da soli, dicono.
In questo scenario, in cui i nostri avversari, loro si senza nessuna vergogna, si ripropongono in coalizioni fallite più volte (Ulivo, Unione, ecc.), se la Lega si fosse presentata da sola avrebbe perso.
Quasi certamente in Lombardia, dove anche nell’ipotesi di riconfermare i voti del grande successo del 2010, 26,21%, non avremmo superato la coalizione di sinistra, che mette tutti insieme per vincere.
Avremmo sicuramente perso le politiche, rischiando di non essere più presenti in Parlamento.
Ce lo potevamo permettere? Forse no. Come andrà con l’alleanza? lo scopriremo presto. Come sarebbe andata senza? Non lo sapremo mai.
La politica, nella sua complessità, è delle volte così semplice da sembrare quasi banale; le buone idee servono, le buone intenzioni anche, ma senza voti non vai da nessuna parte.
Tu puoi professarti liberista, contro la spesa pubblica, per meno stato e più impresa. Puoi chiamarti Oscar Giannino, per esempio, essere un brillante giornalista, dopodiché, giochi con queste regole e con questi schemi; se il centro destra non recupera, più grande sarà il successo elettorale di Giannino e più forza avrà la maggioranza di centro sinistra per governare da sola, e quindi, più forza avrà in quel governo Vendola. Si gioca con queste regole, si gioca con questi schemi: se voti Giannino, ti ritrovi Vendola, la Patrimoniale e il partito della spesa.
Con questo scenario, che vede in campo tre coalizioni, succede questo, con buona pace di chi grida alla radio, alla Tv, sul giornale o nei teatri; non ti piaceva Tremonti? Ti ritroverai Vendola, un governo ostaggio del sindacato, impegnato a parlare di unioni civili, migranti e cittadinanza agli stranieri, con buona pace delle p.Iva, le imprese, i professionisti.
La Lega Nord ha ottenuto un candidato alla Presidenza della Lombardia, che con la coalizione a supporto si gioca la partita, l’impegno sottoscritto e condiviso per trattenere il 75% delle tasse in Lombardia, ha ottenuto un rinnovamento nel candidato Premier, che non sarà più Berlusconi; ultimo e importante, gioca ancora una volta per vincere, nonostante qualcuno abbia tentato di annientarci.
Rilanciamo il progetto della macro regione, battiamoci perché i soldi delle nostre tasse rimangano qui dove vengono prodotti, dove servono per rilanciare un sistema produttivo, fatto di piccole e medie imprese che stanno morendo.
Andiamo oltre, guardiamo avanti, cerchiamo di prenderci il nord, finalmente.