G7 e appalti: niente gare per l’abbuffata di Taormina

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Il Governo si prepara al G7. Come? Niente gare d’appalto per spendere i 45milioni, perché l’evento è stato “imprevedibile”. 
G7

L’Italia è un posto davvero strano. È il luogo dove le contraddizioni prendono forma, diventando puntualmente regola, piuttosto che eccezione. Sappiamo come il legislatore, negli ultimi anni, si sia affannato nel varare una serie di leggi e provvedimenti volti a rendere più stringenti le operazioni di «acquisto» della Pubblica Amministrazione. Spingendo sia sull’uso delle mitologiche piattaforme elettroniche, che le centrali d’acquisto, e in generale abbassando via via l’asticella di discrezionalità in cui operavano soprattutto comuni ed enti locali, spesso (a torto) considerati il luogo dove maggiormente si determinano gli sprechi della mastodontica macchina pubblica italiana. In realtà è vero il contrario.

La cronaca giudiziaria, quella sull’inchiesta Consip, ci ha recentemente segnalato che, forse, tutto questo «affannarsi» del legislatore è servito anche ad altre logiche, o perlomeno così lo hanno interpretato alcuni «servitori» infedeli dello Stato.

Nel frattempo abbiamo ingessato, spesso inutilmente, anche le procedure di acquisto più insignificanti (qualche migliaio di euro) di tantissimi comuni. Il terrore e la paura si si sono impossessati di dirigenti e responsabili, onesti servitori delle PA, terrorizzati dal vedersi spuntare Cantone dietro ad ogni foglio che si trovavano a firmare. Tutto è diventato più faticoso, certo in nome del rispetto delle procedure, della trasparenza, della concorrenza e della selezione dei fornitori, che deve sempre privilegiare la mitologica «gara».

E in tutto questo, giusto a qualche giorno dopo il Natale, il Governo che fa? Quello nuovo, quello di Gentiloni? Approva un decreto (già firmato da Mattarella), dal titolo eloquente:

Interventi urgenti per la coesione sociale e territoriale, con particolare riferimento a situazioni critiche in alcune aree del Mezzogiorno

Vale la solita regola: quando leggete in un decreto la parola «mezzogiorno», toccatevi. Il portafoglio, s’intende.

Al Capo III del suddetto decreto, ecco comparire l’articolo 7

Interventi funzionali alla presidenza italiana del G7

nel 2017

  1. Gli interventi funzionali alla presidenza italiana del G7 nel 2017, in quanto imprevedibili in relazione a consistenza e durata dei procedimenti, costituiscono presupposto per l’applicazione motivata della procedura di cui all’articolo 63, comma 1, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50; conseguentemente, per gli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi da aggiudicare da parte del Capo della struttura di missione «Delegazione per la Presidenza Italiana del Gruppo dei Paesi piu’ industrializzati» per il 2017, istituita con decreto del Presidente del Consiglio del 24 giugno 2016, confermata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 dicembre 2016, e del Commissario straordinario del Governo per la realizzazione degli interventi infrastrutturali e di sicurezza connessi alla medesima Presidenza italiana, nominato ai sensi dell’articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400, nei limiti temporali e nell’ambito degli stanziamenti assegnati, si applicano, in caso di necessita’ ed urgenza, le disposizioni di cui ai commi 1 e 6 dell’art. 63 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.

Avete capito? Mentre i comuni stanno a smadonnare in inutili procedure anche per qualche migliaio di euro di acquisti, il Governo decide che per gli investimenti del G7 di Taormina (ridente località della «parsimoniosissima» Sicilia), si attuano le procedure d’urgenza. Che, in concreto, significa qualche preventivo e via all’acquisto. Niente gare. Alè.

Si dice che il G7 sia stato «imprevedibile», evidentemente è capitato come fosse un terremoto, non lo sapevamo. Che rischi di trasformarsi in una calamità, questo è probabile. E quindi, bisogna agire senza troppi orpelli. Pronti? Via! Che il banchetto abbia inizio.

Un «banchetto» che vale 45 milioni di euro, di cui 15 milioni per finanziare la solita lista di «opere per il territorio». Infatti, laggiù a Taormina, stanno già festeggiando e compilando l’elenco, anzi il menù, dell’ennesimo banchetto. Qui, per i curiosi, potete leggere cosa dovrete pagare.

Amen.