C’è un PD che cementifica e stupra la democrazia. Sta in Brianza a Vimercate

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Dici Vimercate e pensi al PD. La roccaforte, il pivot di un intero sistema territoriale che ruota tutto attorno alla vecchia tradizione, quella che affonda le radici nelle vecchie bandiere rosse, le falci e martello, le salamelle e le feste dell’Unità. Vimercate il vanto della sinistra. Vimercate sempre in perenne voglia di essere avanguardia di qualche cosa, pur di esserlo. A Vimercate il PD ha sfondato quota 50% alle ultime elezioni, un grande successo elettorale. Un feudo moderno.
Pare davvero strano allora che proprio qui, proprio dove il PD detta legge con percentuali bulgare, si debba assistere alla continua proliferazione di grattacieli, palazzi e supermercati. Ora, non vorrei dilungarmi nel ricordare (per l’ennesima volta che lo faccio su queste pagine) il famoso “Docu Film” del PD brianzolo (40 passi), in cui si denunciava lo stato di consumo del territorio divenuto intollerabile, in cui si ricordava la necessità di porre fine a qualsiasi tipo di espansione urbanistica e bla … Bla… Bla… Tante parole, buone solo per raccattare consenso, e poi puntualmente disattese quando si prendono le decisioni amministrative.
A Vimercate verranno costruiti due nuovi grattacieli (di 14 e 16 piani), poi altre quattro palazzine di 4 piani e poi ancora un nuovo supermercato, tra l’altro del nemico giurato della sinistra: Esselunga. Ma si! I nemici vanno e vengono.
Però si fa proprio fatica a comprendere ed accettare la sfacciataggine con cui i compagni del PD si esibiscono nelle loro giravolte ideologiche. Come quando leggi dichiarazioni tipo queste: “Non siamo cementificatori”; così si auto assolve l’assessore Corrado Boccoli. Eh no certo, ci mancherebbe! Perché se i grattacieli, i palazzi o i supermercati, vengono fatti altrove, allora ci si caglia con battaglie senza sconti contro il cemento, ci si straccia le vesti per il territorio ferito, il verde martoriato, il futuro rubato ai nostri figli. Si arriva appunto a produrre documentari.
Ma a Vimercate è diverso perché sono sicuro che tutto questo è eco compatibile, sono sicuro che il nuovo supermercato è assolutamente indispensabile, sono sicuro che i grattacieli saranno di bambù, paglia e fieno. Mica di cemento! In realtà è la solita storia: si concede al privato la possibilità di realizzare un nuovo mega centro residenziale e commerciale e in cambio il comune, e attraverso il consenso anche i suoi amministratori, ricevono qualcosa.
In questo caso potranno vantare di aver realizzato un nuovo palazzetto e qualche strada. E magari la prossima volta il PD prenderà il 60%. È il classico affare win-win, dove vincono tutti: l’impresa che costruisce, l’operatore che apre un nuovo supermercato, il Sindaco e la Giunta che si appunta qualche medaglia sul petto. Chi perde? Chi paga il conto? Il territorio, che naturalmente non può lamentarsi, non vendo voce.
Fin qui siamo alla solita storia di ipocrisia, una delle numerose di cui si è resa protagonista la sinistra in questi anni, se non fosse che questa volta si è andati addirittura oltre. Non ci si è accontentati di violentare il territorio, ma per farlo si è arrivati persino a stuprare la democrazia. E questo, a ben guardare, è forse pure più grave.
Evidentemente paurosi nel prendere questa decisione, che sapevano essere in fin dei conti una bella porcata, nella piena autonomia che dovrebbe contraddistinguere una Giunta e una maggioranza in Consiglio, hanno invece pensato bene di farsi scudo dietro un presunto (e finto) appoggio popolare.
Hanno messo in piedi un’operazione in pieno stile sudamericano, annunciando che avrebbero sottoposto la decisione ad un voto popolare. Uno normale si aspetta un quesito semplice: vuoi i grattacieli con il supermercato? Si o No? Il problema è che non ci si poteva permettere di incassare un NO, visto che la decisione di dar vita ad una bella colata di cemento era già stata bella che presa. Quindi si sottopone ai cittadini un quesito feticcio, che chiede in buona sostanza una roba tipo questa: vuoi due grattacieli o tre grattacieli? Una roba già ridicola e codarda fin nell’intenzione. Ma a peggiorare la situazione, già degna della scuola castrista, capita che a partecipare a questa consultazione siano state meno di mille persone. 774 votanti, dei quali 60 voti nulli e la miseria di 217 espressi on line. Persino la pagina FB di un adolescente è più popolata. Si espresso il 4% degli abitanti maggiorenni del quartiere, figurarsi il resto della città. Una roba che bisognerebbe vergognarsi anche solo a comunicare altro che sbandierarla ai quattro venti, sostenendo che il progetto è stato democraticamente condiviso. Il tutto si è poi concluso in pieno agosto, così che la notizia esca quando tutti hanno la testa altrove. Un capolavoro insomma, degno dei nipotini di Stalin. No cari amministratori del PD, la democrazia ha delle regole e tra queste le fondamentali sono due: il coinvolgimento e la partecipazione. L’unico dato emerso da questa faccenda è che, nella migliore delle ipotesi, i cittadini di Vimercate non sentono nessuna esigenza di un’altra colata di cemento, di altri palazzi e palazzine e dell’ennesimo supermercato in Brianza. Siete liberi di farlo naturalmente, e liberi di giustificare la bontà della vostra scelta. Due cose però non potete proprio fare: non potete non sentirvi cementificatori, perché lo siete, e non potete permettervi di stuprare a vostro piacimento la democrazia, solo perché vi fa comodo.
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