Centro profughi Limbiate: la Provincia se n’è fregata dei rischi sanitari, nessuna verifica preventiva

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Schermata 2015-02-17 alle 16.34.26Quante belle parole abbiamo sempre sentito dal Presidente Gigi Ponti. Perché nel confezionare belle parole è uno dei migliori, va riconosciuto. La sua doveva essere la provincia dei comuni, bisognava fare rete, dialogare, collaborare… Bla, bla,bla. Il solito spartito di buoni propositi, roba da vecchi politicanti.
Poi, come ci insegnavano le nostre nonne, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare, e la distanza tra le parole e i fatti è spesso incolmabile, soprattutto da chi è abituato a coprirsi con il bandierone dell’ipocrisia e del politicamente corretto.

Prendiamo il caso del centro profughi che sta per essere aperto nei vecchi uffici della provincia a Limbiate. Il Presidente della Provincia, quel Gigi Ponti che teorizzava la “provincia dei comuni”, non si è nemmeno degnato di alzare il telefono per avvisare il Sindaco di Limbiate, che è pure sostenuto da una maggioranza di centro sinistra, Pd in testa. Un caso di arroganza bipartisan. Badate bene, non stiamo parlando di una condivisione del progetto per realizzare un grande centro di smistamento immigrati, ma nemmeno ha avuto il buon gusto di avvisarlo cinque minuti prima, nemmeno a cose fatte e decisioni prese. Il povero De Luca l’ha scoperto leggendo i giornali. Poveretto. Qui non è più nemmeno una questione di visione politica, il voler fare rete, collaborare e via discorrendo; qui si tratta di semplice garbo istituzionale. Del tutto inesistente in Ponti, che ha agito come un vero ras, con arroganza, seguendo un po’ il motto dannunziano: me ne frego! Ma questa volta Fiume e la patria non c’entrano nulla.

E con un bel “me ne frego” ha liquidato pure gli uomini dell’Avis, che da anni occupano quegli spazi, riuscendo a portare il centro Avis Formentano tra i primi in Lombardia per raccolta sangue. Non ne sapevano niente, anche qui nemmeno una telefonata. Anzi, solo qualche giorno prima, come denunciano gli stessi vertici provinciali dell’Avis, avevano avuto perfino un incontro con i vertici della Provincia, proprio per parlare dello stabile di Limbiate, in cui sono stati bellamente presi per il naso sentendosi raccontare che da lì a poco avrebbero trovato come vicini di casa solo dei libri, quelli del magazzino bibliotecario provinciale. Me ne frego anche dell’Avis, avrà pensato qualcuno. Il fare rete, il collaborare, il condividere, sono cose buone solo per incantare qualche elettore che ancora ci crede.

LA PROVINCIA NON HA VERIFICATO IMRISCHI SANITARI
Fin qui siamo alla cronaca, seppur gravissima, di un Presidente di Provincia che si muove come un elefante in un negozio di cristalli, sempre con aria paciosa e tranquilla, ma con l’agire un po’ prepotente e istituzionalmente sgarbato. C’è però un “me ne frego” più grave e che non si potrebbe in alcun modo giustificare, che trasformerebbe un agire criticabile in un modo di lavorare pressapochista e inadeguato per un istituzione provinciale. È l’aspetto legato alla sicurezza sanitaria, su cui non possiamo soprassedere, su cui oggettivamente non si può che essere tutti preoccupati.
Secondo voi un Presidente che non si è degnato di fare una telefonata ad un collega Sindaco e che non ha avvisato i responsabili di un presidio sanitario prima di realizzare nello stesso edificio un centro di smistamento profughi, si sarà curato di avvisare l’ASL per accertarsi dell’eventuale incompatibilità tra le due strutture, perlomeno dal punto di vista della sicurezza sanitaria? Ve lo dico io: non l’ha fatto. Incredibile.

Nessuno ha pensato di verificare se fosse conforme ai protocolli sanitari l’insediamento di un centro smistamento profughi, dove questi vengono sottoposti addirittura a screening sanitario, nello stesso stabile dove ogni settimana si raccolgono litri di sangue che verranno poi distribuiti ai pazienti bisognosi di trasfusioni.
Anche qui qualcuno avrà pensato: me ne frego! Questo risvolto è davvero grave, a prescindere poi dal fatto se si accerterà o meno una eventuale incompatibilità. È inaudita la leggerezza con cui un agisce un Presidente e una maggioranza che si sta rivelando inadeguata a coprire il ruolo di guida provinciale in un momento così delicato e difficile. Non si può sempre e comunque agire fregandosene di tutto e di tutti, non si può farlo soprattutto quando c’è di mezzo la nostra salute. Non si può dire sempre “me ne frego”, noi non lo accettiamo, per questo lo abbiamo denunciato fin dall’inizio e continueremo a batterci perché il problema sia risolto dallo Stato nelle forme e nei modi adeguati, senza che siano ancora gli enti locali e i cittadini a pagare il conto salato di una politica folle e miope del governo sul controllo delle frontiere.