CHINA CENTER, IL SINDACO DI AGRATE E LA LOGICA DEL PROFITTO

Condividi articolo

Su queste pagine ho parlato spesso del documentario “I 40 passi, la verde Brianza e la città infinita”, in cui la sinistra brianzola, sempre veloce di lingua, accusava la Provincia di Monza di non frenare il consumo di suolo e la cementificazione.
L’ottobre scorso, prendendo la parola in Aula Consiliare, dissi che i 40 passi non era la distanza che divideva il cartello di Seregno con quello di Meda, come descritto nel docufilm, bensì ciò che divide slogan e belle parole, dalla politica dei fatti.
Vi consiglio di guardare il trailer di questo docufilm, magari pensando alla decisione della giunta di Monza (di sinistra) di dare il via alla costruzione dell’ennesimo supermercato, proprio su un terreno oggi vergine. Non è successo qualche decennio fa, ma qualche mese fa.

Questa premessa per dire che non mi stupisco più di tanto oggi, nel leggere le dichiarazioni del Sindaco di Agrate, quel Ezio Colombo che ebbe a dire lo scorso settembre a L’esagono: “pensavo che la Lega ce l’avesse con i neri. Ora ce l’ha con i cinesi, chi saranno i prossimi?”. Un fine intellettuale insomma.
Ma lasciamo da parte le battute sceme.
Il tema è la realizzazione di un nuovo centro commerciale all’ingrosso (avete capito bene, l’ennesimo centro commerciale), e la decisione della Provincia di fare ricorso contro il Comune, che avrebbe ignorato alcune indicazioni.
Al di là dei tecnicismi, gravi sono le dichiarazione del Sindaco, rilasciate al Giornale di Vimercate di oggi: “Allevi dica ai cittadini di Agrate che vuole togliere loro 840€ procapite”, ha tuonato.
Insomma, il ragionamento è il solito: l’operatore privato versa al Comune 12,4 milioni di €, quindi l’operazione è conveniente.
Quello dei soldi, dei danè, che copiosi finiranno nelle casse del Comune, è a quanto pare l’unico argomento portato a difesa dell’operazione. Evidentemente non ve ne sono altri.
Dopotutto è una questione di priorità, ed è evidente che dodici milioni di euro rappresentino un buon argomento per scalare la classifica, non lo metto in dubbio.
Niente di nuovo sotto il sole. Questa è la logica del profitto, delle operazioni economicamente vantaggiose, delle giustificazioni, dei distinguo, che hanno portato la Brianza ad essere la Provincia più urbanizzata d’Italia.
Qui non è una questione di Cinesi, Americani o Francesi, qui si tratta di capire se il nostro territorio, il nostro futuro, è in vendita oppure no? Ecco perché sono gravi le dichiarazioni del Sindaco, al di là del caso “chinacenter”, danno la misura di quanto sia difficile mettere un freno al consumo di suolo, perché ci sono sempre mille buoni motivi per farlo. Non stupiamoci se il PTCP che sta approvando la Provincia, quella Provincia che il Sindaco Colombo vorrebbe già morta, è osteggiato da tanti, anche da qualche primo cittadino. Uno strumento che rappresenta un ostacolo forte per chi ancora pensa di poter vendere la nostra terra, che si è guadagnato anche la promessa di appoggio dalle opposizioni. Non mi stupisco che qualcuno speri che la Provincia abbia vita breve.
Per concludere, la morale è che non basta farsi belli sponsorizzando un documentario, se poi non lo si fa vedere nemmeno ai propri Sindaci.

Una risposta a “CHINA CENTER, IL SINDACO DI AGRATE E LA LOGICA DEL PROFITTO”