Dati shock: il pizzo sui comuni brianzoli. Lo Stato peggio dei casalesi

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Avevo già avuto modo, tempo fa, di sottolineare come il governo italiano avesse imparato bene dai peggiori metodi dei peggiori criminali, come per esempio i Casalesi. Uno Stato che impara da Gomorra e che addirittura riesce oggi a superare i maestri. Si perché i Casalesi, nel loro perverso sistema di taglieggiamento, si limitavano, si fa per dire, ad esigere il 5% di pizzo. Quota fissa, un forfait. Lo Stato è più ingordo, più rapace e certamente più forte nell’imporre il pizzo di Stato. Una vergogna scolpita nei numeri che nessuno (o quasi) racconta, tutti impegnati dietro alle sparate del guitto fiorentino che promette di abolire tasse che non riscuote lui. Bella forza, tutti sarebbero capaci di tagliare nel borsellino degli altri, lasciando intonso il proprio.

Ma i numeri, che mi son preso la briga di raccogliere, sono impietosi e urlano uno scandalo inimmaginabile: non solo lo Stato non finanzia per nulla i comuni brianzoli, ma fa di peggio: pretende un pizzo del 23% su quanto i cittadini versano ai propri comuni, credendo di finanziare i propri municipi e non lo Stato! Illusi. Si tratta di un bottino che per la sola Brianza vale l’imponente cifra di 23.209.157,44 €.

Ma com’è possibile, si domanderanno i più ingenui tra voi, che lo Stato invece di trasferire risorse ai comuni addirittura esige di essere pagato? Non c’era mica il federalismo? Sì, alla rovescia però. Siamo in Italia, siamo al Nord, siamo schiavi e paghiamo per mantenere altri. Quindi tutto è possibile.

Veniamo ai numeri. Lo Stato ha istituito il Fondo di solidarietà comunale, che è la voce che ha sostituito i vecchi trasferimenti, arrivati negli ultimi anni sotto diverse forme e diciture, con cui in buona sostanza lo Stato finanzia i comuni. Tutte le persone convinte di vivere in un posto normale (invece viviamo in Italia), immaginano che tale fondo sia alimentato con risorse derivanti dal bilancio dello Stato, giusto? Sbagliato. Il fondo di solidarietà comunale (F.S.C.), viene alimentato rapinando il 38,23% del gettito IMU (Imposta Municipale Unica) che ogni cittadino ignaro crede di versare nelle casse del proprio comune. Avete capito bene, lo Stato si vanta di trasferire soldi ai comuni ma in realtà quei soldi sono sempre degli stessi comuni. Fermi, perché c’è di peggio.

Prelevando il 38,23% del gettito IMU di ogni comune italiano, lo Stato raccoglie un bottino che ammonta alla mastodontica cifra di 4,3 miliardi di euro. Questi dovrebbero costituire la dotazione del Fondo di Solidarietà Comunale da distribuire agli stessi comuni, peccato che però quest’anno il totale distribuito dal fondo sia stato di soli 3,7 miliardi di euro. Dopo elaborata equazione ci sembra di capire che manchino all’appello 600 milioni. Dove sono finiti? Nelle casse dello Stato, a coprire una delle tante falle del bilancio generale. Roma ci fa la “cresta”, con la scusa di aiutare i comuni. Dio ce ne scampi da tali aiuti!

Trattenete i conati di vomito, perché come cantava Ligabue, “il meglio il peggio deve ancora venire!”.

Questo tesoretto del fondo viene poi distribuito seguendo incomprensibili logiche figlie di menti romane, sicuramente squilibrate, che riescono a partorire risultati che oltrepassano di slancio ogni limite della vergogna. Scopriamo quindi che i bizantini erano una banda di dilettanti allo sbaraglio. Succede per esempio che un comune come Seregno, ma non è l’unico in questa paradossale situazione, riceva come trasferimento di “solidarietà” dallo Stato la cifra di -716.577,15 €! Avete letto bene, non è un errore. Seregno riceve una quota del fondo di solidarietà che è negativa di oltre 700.000 euro. Questo tipo di solidarietà assomiglia ad un frutto esotico, giallo e ricurvo, che viene dolcemente posato e sospinto là dentro nel pertugio dove il sole non batte.

Naturalmente Seregno trasferisce pure 4 milioni di euro per finanziare quel Fondo che gli garantisce di avere un trasferimento negativo, cioè un ulteriore rapina di quattrini. Non so se ce la fate a capire, probabilmente no, perché ogni cervello umano normodotato non è programmato per comprendere questi sistemi che vanno oltre ogni umana comprensione.

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Come potete leggere in questa tabella riepilogativa, non va molto meglio alla stragrande maggioranza dei comuni brianzoli, più della metà registrano un saldo ampiamente negativo tra ciò che versano allo Stato e ciò che ricevono sotto forma di “solidarietà”. Il totale della provincia, come detto, è un saldo negativo di oltre 23 milioni di euro. Quando sentirete ancora qualche guru e fenomeno romano starnazzare che i comuni costano troppo, gli enti locali vanno dimagriti e altre amenità del genere, ricordatevi che i nostri municipi finanziano lo Stato romano con le risorse proprie (oltre ad altre montagne di tasse e imposte che ognuno di noi paga, ovviamente), e che se domattina decidessero di cancellare tutti i comuni della Brianza lo Stato ci perderebbe dei quattrini, altro che risparmi!

Trattenete ancora le mani sulla bocca, e prima che corriate in bagno a liberare i vostri stomaci, è bene che vi racconti cosa succede in altri lidi, in altre province, quelle belle come il sole, dove ogni scarrafone è bello a mamma sua!

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Vado di corsa. Provincia di Napoli, 92 comuni, 3 milioni di abitanti, un saldo positivo di 425.894.438,11 €! Qui trovate l’intera tabella. I municipi partenopei alimentano il fondo di solidarietà con 169.821.409,12€ e ne ottengono dallo Stato 595.715.847,23€. Ogni cittadino della Brianza lavora e paga per “regalare” 27€ (media pro capite) allo Stato, mentre il compare partenopeo, bello sdraiato sulla sdraio a godersi il Golfo di Napoli, apre il palmo della mano per ricevere i suoi 135€ di paghetta. La Brianza in bottega a tirar la lima e giù qualcuno che si sollazza, sai che novità!

Quindi, la prossima volta che pagate l’F24 dell’IMU al vostro comune, sappiate che vantate almeno il diritto a farvi offrire una pizza. Margherita naturalmente, non esagerate!