DISGUSTO E DISAGIO PER LA (nostra) BRIANZA DI “PEPPE ‘O CURT”

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Provo disgusto e disagio nel leggere le cronache politiche brianzole di questi giorni. Cronache che con la politica, almeno come la intendo io, hanno poco a che fare.
Disgusto. La nostra Brianza è terra di persone orgogliosamente semplici, capaci però di conquistarsi ricchezza, fama e spesso prestigio internazionale con fatica, impegno e totale dedizione al proprio lavoro, nulla di più. Quella magistralmente raccontata da Eugenio Corti ne “Il cavallo rosso”, quella dell’artigiano che dalla bottega ha costruito la fabbrica, continuando ad essere però l’ultimo a spegnere la luce ogni sera.
Tutto questo non ha niente a che vedere con i vari “Peppe ‘O Curt”, o chi come lui, in questi anni ha cercato di imporre un modello criminale che non ci appartiene. Ma tutto ciò non basta ad arginare un fenomeno  di questa portata, che avendo avuto successo in ogni angolo del globo, non si può pensare non trovi terreno fertile nella ricca Brianza.
Disagio. Profondo, lo provo io, come tanti del resto, che ho iniziato a interessarmi di politica da giovanissimo, nei primi anni ’90, impegnandomi in prima persona proprio perchè la classe politica di allora era ostaggio di logiche lontane anni luce dalle istanze e dalle esigenze dei cittadini del Nord, a cui la Lega per la prima volta dava voce, forza e dignità politica.
Il disagio aumenta, pensando come in un clima di delegittimazione reciproca, non solo la politica, ma addirittura gran parte dell’opinione pubblica sembra narcotizzata dal susseguirsi di scandali più o meno gravi, più o meno grandi.
Sembrerebbe che a chi non si adegua a derubricare ogni atto della magistratura a ennesimo episodio dell’interminabile faida tra diverse fazioni e bande, non rimanga che aderire all’indefinito magma della protesta Grillina, che infatti non fa altro che alimentarsi della nostra rabbia e sdegno.
Se da una parte c’è del vero nel constatare quanto sia lungo e interminabile l’elenco delle vittime di una giustizia, spesso mediatica, che usa metodi sommari nel condannarti con un titolo ad effetto, d’altro canto non possiamo permettere  che il garantismo diventi la foglia di fico dietro cui possa trovare rifugio ogni colpevole.
Ed è per questo che spero che siano molti a provare oggi disgusto e disagio, sarebbe già un ottimo punto da cui far partire la nostra reazione alla politica dei “Peppe ‘O Curt”, quella votata all’interesse particolare e personale.
Fare politica significa servire i cittadini e il bene comune. Alziamo la testa, non voltiamola.