FATE PRESTO! TRA UN SAVIANO E UNA BIRRETTA, BERSANI PRENDE (PERDE) TEMPO

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“Fate Presto”. Così titolava il 10 novembre 2001, a tutta pagina, il più importante tra i giornali economici italiani, Il Sole 24 Ore. Solo due giorni prima il Premier Berlusconi aveva annunciato le dimissioni, dopo non essere riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta della Camera sul Rendiconto generale dello Stato.


In quei giorni eravamo in piena tempesta “spread”, l’Europa ci aveva “suggerito” alcune modifiche alla Legge di Stabilità, che andava urgentemente approvata.
E’ interessante rileggere queste due righe inserite nella nota reuters di quel giorno:”Berlusconi ha poi aggiunto che, secondo lui, l’unica strada dopo le sue dimissioni sono le elezioni, ma che deciderà il Capo dello Stato”
Berlusconi si dimetteva e chiedeva il voto, passando la palla a Napolitano; curiosamente solo due giorni dopo (10 novembre) il giornale di Confindustria tirava la volata alla troika europea, soffiando sullo spauracchio del rischio elezioni, con il famoso titolo “Fate Presto”, tifando per una soluzione tecnica della crisi. Il direttore Napoletano scriveva:”garantire un governo di emergenza guidato da uomini credibili che sappiano dare all’Italia e agli italiani la cura necessaria ma sappiano anche imporre al mondo il rispetto e la fiducia per l’Italia“.
Ora che sappiamo com’è andata, con il Governo Monti che ha peggiorato tutti gli indicatori economici, Pil, Debito, Disoccupazione, verrebbe voglia di maledire quel titolo. Al contrario, sappiate che il 16 Marzo 2012 è stato addirittura premiato come titolo dell’anno.
Ritornare alla cronaca di quei convulsi giorni è utile anche per leggere i fatti politici odierni. Su Napolitano, al di là degli sperticati, quanto scontati, elogi che si debbono sempre tributare ad un Capo di Stato in carica, pesa gran parte della responsabilità di questo stallo politico, oltreché la disastrosa gestione economica (ma non solo pensando al caso Marò), del Governo tecnico. In quel novembre 2011 prevalsero le paure di un Presidente partigiano: da una parte certo l’incognita di come avrebbero reagito i mercati, ma molto ha pesato la paura di assecondare l’audacia di Berlusconi, che anche nelle ultime elezioni ha dimostrato di essere capace di sovvertire a suo favore ogni tipo di panorama politico. E visti i risultati delle elezioni, Re Giorgio non aveva tutti i torti. Decise di assecondare gli ordini della Merkel, varare il Governo tecnico, si è portarci dritti al caos in cui siamo piombati.
E oggi, dopo trenta giorni di stallo, lunghissimi in una crisi che stritola ogni giorno imprese, lavoratori, risparmi, non sarebbe il caso di “Fare Presto”? per dirla con le parole del Direttore de Il Sole 24 Ore? Pare di no. Napolitano decide di dare l’incarico per costituire un Governo a Bersani, il grande sconfitto delle elezioni, che una maggioranza non ce l’ha e non ce la può avere, sotterfugi e tranelli a parte. Sperando che non si voglia rispondere alla crisi con l’insediamento di un Governo fondato su qualche mezzuccio, o peggio, sul tradimento post elettorale, questo incarico serve solo per assecondare il tifo o il capriccio di qualcuno. Incarico, lo ricordo, senza scadenza temporale.
“Fate Presto”, dicevamo, e Bersani, cercando di giocare da Presidente del Consiglio per un tempo più lungo possibile, inizia le consultazioni incontrando l’Anci, la Caritas e addirittura Saviano. Domani sarà forse il turno di Fazio e la Littizzetto? Così, giusto per tirarle un po’ lunga. Gli incontri davvero utili a formare un Governo inizieranno solo lunedì. Altro che “Fate Presto”, per Bersani la parola d’ordine sembra essere “Ragassi, c’è tempo”, e intanto si fa una birretta, come abbiamo visto ieri. Mentre il paese sprofonda, siamo costretti ad assistere a questo pietoso spettacolo. Fate presto, a calare il sipario.

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