Figuraccia PD in Brianza: sull’autonomia smentisce se stesso

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Ieri seduta movimentata del Consiglio Provinciale di Monza Brianza, dove tutti i gruppi di minoranza – Lega Nord in testa – hanno sottoscritto due ordini del giorno collegati al Bilancio di Previsione.

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Il primo documento, dopo alcune premesse in cui si ripercorreva la via crucis vissuta dal nostro ente provinciale, nel dispositivo riportava copiato e incollato, identico parola per parola, uno stralcio della famosalettera sottoscritta da tutti i sindaci PD dei capoluoghi lombardi e dai Presidenti di quasi tutte le province. Questa lunga lettera, firmata il 24 settembre scorso, era già stata oggetto di una mia interrogazione verbale, durante la scorsa seduta di consiglio. Mi limitai a chiedere se rispondeva al vero la notizia della firma di quella lettera, che registravo positivamente in quanto vi era contenuta anche la previsione del tanto contestato (dal PD) referendum. Il Presidente Ponti rispose con un panegirico dei suoi, dove alla fine non riesci mai a capire cosa voglia dire. Il Sindaco di Monza Scanagatti, vistosamente irritato, mi chiedeva provocatoriamente se intendessi sapere se la lettera fosse stata firmata proprio con l’inchiostro? Evidentemente questa lettera creava qualche imbarazzo. Il motivo è molto semplice: dopo un anno passato a gridare ai quattro venti come il referendum promosso da Regione Lombardia fosse uno spreco di soldi, una roba inutile, una pagliacciata e via con le solite amenità piddine, ora proprio i democratici sono stati costretti a fare retromarcia, avendo sottoscritto un inciso come questo:

A proseguire, in mancanza di un riscontro tempestivo e positivo del Governo, l’iniziativa di consultazione popolare attivata dal Consiglio regionale lombardo nel febbraio di quest’anno (deliberazione n. X/638 del 17.2.15) per sostenere la proposta di maggiore autonomia avanzata dalla Regione.

E dunque, già provati da una serie di bocconi amari ingoiati con al forza bruta di Renzi (art. 18, abolizione IMU, limite del contante, meno tasse per tutti), ora si trovano nella medesima situazione delle oche da foie gras. Costrette ad ingoiare a forza. Sono molto nervosi insomma.

E forse si spiega anche così lo spettacolo a cui abbiamo assistito in Consiglio Provinciale ieri, a tratti indegno. Diciamo che Presidente e Capogruppo PD sembravano inizialmente abbastanza propensi a condividere il documento, anche perché conteneva pari pari ciò che già avevano firmato. Anche perché sarebbe bastato un filino di serietà e di coerenza, mica tanto. Ed invece il Sindaco di Monza si è subito scaldato, irritato forse perché con il nostro odg si rendeva palese la sua approvazione all’eventualità del Referendum per l’autonomia.

In un primo intervento ha manifestato contrarietà motivandola con una mancanza di chiarezza: secondo la sua personale interpretazione, infatti, il testo non contemplava la richiesta di aprire una trattativa con Roma, passo necessario e preliminare rispetto alla convocazione del Referendum.

Curiosa interpretazione, visto che proprio il nostro dispositivo sollecitava Regione Lombardia solo in mancanza di un tempestivo riscontro positivo da parte del Governo, ovviamente sulla trattativa richiamata da Scanagatti:

a sollecitare Regione Lombardia nel proseguire, in mancanza di un riscontro tempestivo e positivo del Governo – in merito alla richiesta di attribuzione di ulteriori forme di autonomia e di relative maggiori risorse – l’iniziativa di consultazione popolare attivata dal Consiglio regionale lombardo nel febbraio di quest’anno (deliberazione n. X/638 del 17.2.15) per sostenere la proposta di maggiore autonomia avanzata dalla Regione

Il Sindaco di Monza pensava di cavarsela così, aggrappandosi a questo cavillo interpretativo. Secondo voi noi potevamo fermarci davanti ad un problema di interpretazione? Naturalmente no. Quindi, per venire incontro alle -presunte- esigenze di chiarezza sollevate dal consigliere Scanagatti, abbiamo integrato il nostro documento, arrivando a copiare integralmente quasi metà della lettera già firmata da Scanagatti. A questo punto era inserita praticamente tutta la parte dispositiva, proprio per scongiurare qualsiasi fraintendimento. Ma una volta presentato il testo modificato, che fa Scanagatti? Reagisce nuovamente male, sempre più innervosito, rivelando una inaspettata natura infantile. Un po’ come i ragazzini che portano via il pallone dopo aver preso un gol. Adesso il problema è un altro, il testo non può essere votato, udite udite, perché prevede l’impegno a pubblicare un piccolo banner sul sito istituzionale in cui si comunica la grandezza del residuo fiscale. Il comma incriminato sarebbe questo:

di pubblicare, fin da subito, sulla home page del nostro sito istituzionale, adeguato banner in cui vengono illustrati i dati del residuo fiscale generale e pro capite della nostra provincia.

La cosa curiosa è che la lettera firmata da Scanagatti, e pure da Ponti, contiene la precisa quantificazione del residuo fiscale. Quindi il dato è condiviso anche da loro e non contestato. Per quale motivo allora si è contrari a pubblicare un piccolo e semplice banner? Sara perché non si vuol far sapere ai cittadini? O sarà che Scanagatti ha lanciato tutto il gruppo PD all’inseguimento di uno stupido pretesto? Spiace che tanti consiglieri siano stati vittima dei capricci di un solo uomo che, per il solo fatto che il documento fosse stato presentato dalla Lega Nord, ha deciso di bocciare un testo identico a ciò che lui stesso ha firmato il mese scorso. Davvero una roba infantile. Questo poi è anche il Presidente di Anci Lombardia, per dire. E giusto per chiudere bene la sceneggiata napoletana, la maggioranza ha presentato a sua volta un ordine del giorno, in fretta e furia, identico alla lettera firmata dal Sindaco Scanagatti e identico al documento che avevano appena bocciato. E quel documento lo hanno approvato. C’è però un aspetto serio e triste di questa vicenda: questi politici che firmano una cosa e poi la rinnegano alla prima occasione, sarebbero gli stessi con cui Regione Lombardia e il Presidente Maroni dovrebbero condividere l’azione interlocutoria con il Governo Renzi per chiedere più autonomia. Delle volte, meglio soli che male accompagnati.