Fioramonti e le dimissioni che non lo erano

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L’ex ministro all’istruzione ci fa sapere che lui si è dimesso ma non faceva sul serio. Cioè faceva sul serio, ma sperava che non le prendessero sul serio le dimissioni.

Avete notato? In queste giornate è tutto un ricordo dei politici che furono. Complice il film di Gianni Amelio «Hammamet», che ripercorre l’ultimo pezzo di vita politica di Bettino Craxi, oggi la rassegna stampa era stracolma di riferimenti ad Andreotti, Craxi, Fanfani e persino De Gasperi. Sarà per questo che la tenera ammissione dell’ex ministro all’istruzione Fioramonti non ha avuto l’attenzione che (forse) meritava? Forse sì, o molto più semplicemente non se lo sono filato in molti.
Cos’ha detto l’ex grillino che ha lasciato il Governo e voltato le spalle a Di Maio e ai 5 Stelle? In una intervista all’interno della trasmissione domenicale «Mezzora in più», ha candidamente ammesso che lui la lettera di dimissioni l’ha inviata, ma non credeva che lo prendessero sul serio. Cioè, lui ha scritto la lettera di dimissioni per far capire che faceva sul serio, però sperava che non lo prendessero sul serio. Tutto chiaro, no?

io il 23 di dicembre dopo una serie di interlocuzioni con il presidente del Consiglio nelle settimane precedenti ho mandato una lettera dicendo: a questo punto se non cambiano le condizioni, non posso far altro che dimettermi dal mio ruolo. E poi è stato palazzo Chigi ad annunciare le mie dimissioni qualche giorno dopo.

Una lettera di un ministro non vuol dire che le dimissioni debbano essere accettate, per me era anche un modo per dire “faccio sul serio, sono serio su questa cosa”

Erano una minaccia, per far sapere che lui voleva fortemente i due miliardi in più sulla ricerca universitaria, però non si aspettava che le accettassero al volo. Insomma, Conte lo ha scaricato senza nemmeno una telefonata, una micro trattativa, un messaggino con scritto «ripensaci». Niente, mollato come se non aspettassero altro.

Che figura di m…, direbbe Emilio Fede. Una roba che se ti capita, ma è difficile che capiti a un ministro, ma se proprio ti capita dovresti startene zitto per dignità. Invece no, lui lo dice teneramente a tutti, facendo ci capire che le sue erano dimissioni che non lo erano. Quindi non si è dimesso, bensì è stato cacciato. Però, Fioramonti che ha un cuore d’oro (e la colla sulla cadrega) lui a quel Governo ci è comunque affezionato (anche se i due miliardi per la ricerca non ci sono) e continua a votare la fiducia.