FORNO INCENERITORE DI DESIO: POLITICA TRADITA DALLA BUROCRAZIA?

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Non ho mai avuto un buon rapporto con la burocrazia, e nemmeno con i burocrati; al di là della stima o della simpatia personale, riesco sempre con fatica a comprendere il loro linguaggio bizantino, e spesso non riesco ad accettare i percorsi, per me poco logici, da cui maturano e prendono forma alcune decisioni amministrative.
Premessa necessaria, per anticipare il mio stupore e perplessità nel venire a conoscenza del risultato, in linea di massima favorevole, e dei contenuti della conferenza dei servizi sull’ampliamento del forno inceneritore di Desio, svoltasi ieri in Regione Lombardia.

I tecnici presenti della Provincia di Monza e Brianza, avrebbero sostenuto che l’Aumento di capacità di smaltimento su base Provinciale è necessaria per giungere all’autonomia gestionale provinciale, e che questa sarebbe rispondente alle previsioni della pianificazione provinciale.
Come è noto, ad oggi non è ancora stato approvato il Piano Provinciale dei Rifiuti, ma il percorso è già ben avviato, e il documento di indirizzo, con cui si è dato il via all’iter, è stato approvato da tempo, precisamente con delibera di Giunta del 15 giugno 2011, e non riporta nessuna previsione di autonomia provinciale in merito allo smaltimento dei rifiuti. Anzi, al contrario, fu proprio una precisa volontà politica della Lega Nord, condivisa da tutta la maggioranza, quella di non inserire come obiettivo l’auto sufficienza provinciale. Indirizzi molto chiari anche rispetto all’impiantistica, di cui evidentemente non si è tenuto conto. Spero di sbagliarmi.
La burocrazia avrà certo il suo linguaggio, la politica in questo caso aveva però espresso chiaramente una posizione, proprio in quella delibera.
C’è poi una sfortunata coincidenza, visto che la conferenza dei servizi è stata convocata proprio nella settimana che divide le dimissioni di Fabrizio Sala dalla nomina del suo successore.
Arriverà il tempo delle spiegazioni e dei chiarimenti, lo pretenderemo; arriverà poi il tempo in cui si dovrà cominciare a prendere atto che i cittadini e i Comuni della Brianza non sono tutti disposti ad accettare, quasi fosse un dogma, l’aumento di produzione del forno e il suo ampliamento, quando per molti non vi sarebbero le condizioni che lo giustificano.

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