GIANNINO VUOLE VENDERE GLI IMMOBILI DEI COMUNI PER SANARE LO STATO LADRO, MA L’UNICA SOLUZIONE PER DIMAGRIRE LO STATO E’ TRATTENERE IL 75% DELLE TASSE!

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Lo confesso, Oscar Giannino mi è sempre piaciuto. L’eloquio brillante, incisivo, lo stile irriverente, incalzante; e poi le sue invettive contro la politica immobilista, statalista, lo stato ladrooooo e sprecone. Persino l’audacia con cui ha sempre sfoggiato, oggi un po’ meno, i suoi completi bizzarri mi ha sempre affascinato.
Questo era l’Oscar Giannino brillante giornalista e conduttore rediofonico, poi è giunta l’ora del Giannino politico.

Gli uomini di Fare per fermare il declino si vantano, tra le altre cose, di essere gli unici che parlano di numeri nel loro programma; ed è vero, infatti hanno prodotto lunghe schede di approfondimento, corredate da grafici, numeri e formule.
Ricordo la mattina del 4 febbraio, in diretta a Omnibus su la7, Giannino, stranamente indisponente, inveire contro Franco Bechis di Libero, che raccontava la difficoltà della figlia a leggere e comprendere queste corpose schede, regalandogli una risposta tagliente: “Ma Bechis! Come vogliamo educare questi italiani, se gli diciamo che leggere è troppo complicato?”. Giusto, per questo motivo ho iniziato a studiarmi le schede di FID, partendo dal primo capitolo: “Ridurre il debito pubblico”.
La proposta è quella di ridurre il debito, e il conseguente peso degli interessi, alienando il patrimonio immobiliare pubblico. Ma a quanto ammonta questo patrimonio? Riporto testuale dal sito di FID: “il patrimonio pubblico alienabile viene stimato in modo conservativo nel range 72-420 miliardi di euro”. Mi domando: quale valore può avere una stima che prevede una forbice di 350mld su 420?
Viene comunque stimato che il valore degli immobili vendibili, nei prossimi cinque anni, sia quantificabile in 105 mld di euro, posto come obiettivo minimo.
Ma di chi sono questi immobili che si vogliono vendere, tra l’altro già a partire dal 2013?
Per scoprirlo, dobbiamo andare a leggere le 54 pagine di approfondimento, e a pag. 24 troviamo riportato:”Reviglio stima che solo 7 miliardi della ‘parte libera’ di immobili appartengano allo stato centrale”.
E i restanti 98mld che andrebbero venduti, di chi sarebbero?
Presto detto: “mentre la parte del leone la fanno i comuni, con 25 miliardi (il resto è posseduto da province, regioni e altri enti pubblici)”
Ricapitoliamo: si pensa di abbattere il debito pubblico vendendo 105mld di euro di immobili in soli 6 anni e confiscando gran parte di questi agli enti locali! Alla faccia del voler fermare lo stato ladro!
Io sarò pure un trinariciuto leghista, per dirla alla Guareschi, ma per quale motivo dovremmo vendere gli immobili dei nostri Comuni, Province e Regioni, per risanare il debito di uno stato sprecone? Sapendo che nei prossimi anni, molto probabilmente, sarà capace di generare altro debito? Alla faccia del federalismo, qui si parla di depredare gli immobili dei Comuni, per pagare gli sprechi dell’Italia sprecona. Non ci siamo. Una roba tanto centralista che nemmeno Napoleone avrebbe avuto il coraggio.
Poniamo comunque il caso che risponda ad una qualche logica di rispetto delle autonomie locali e di equità tra commi virtuosi e spreconi, e andiamo avanti ad analizzare l’ipotesi.

Come si è detto, il programma prevede di mettere sul mercato un valore immobiliare stimato in 17,5 mld di euro, che in sei anni determinerebbero l’obiettivo dichiarato dei 105 mld di euro. (sul perché si ragioni su un’arco temporale di sei anni quando la legislatura dura cinque, non è dato sapere, ma è un dettaglio che adesso non vogliamo approfondire).
Quanto è credibile questa promessa? E quali sarebbero le possibili conseguenze sul mercato immobiliare?
Andando a leggere i dati del “Rapporto immobiliare 2012”, realizzato dall’agenzia del territorio, scopriamo a quanto ammonta il volume annuo delle vendite di immobili residenziali e non residenziali in Italia. Non abbiamo ricordato che FID, nel suo programma, prevede di modificare la destinazione urbanistica degli immobili, per renderli più appetibili, alla faccia della fatica con cui si sono realizzate le pianificazioni urbanistiche dei Comuni.
Dicevamo i dati. Nel 2011, in Italia, sono stati venduti immobili residenziali pari a 62 milioni di Mq, che sommano un valore totale stimate di 101,9 mld di euro. Il volume di scambio degli immobili non residenziali è invece di 18,9 mld di euro. Ciò significa che l’insieme degli operatori del mercato italiano vendono circa 120 mld l’anno, e lo Stato, secondo Giannino, riuscirebbe a venderne 17,5 da solo! E già a partire dal 2013, cioè domani! E sapendo che il 90% di questi immobili non sono nemmeno di proprietà dello Stato, ma sono di Comuni, Province e Regioni! BOOOOOOOOOOOM
Ma scusate, ma di cosa stiamo parlando? Questa è la più pirotecnica delle balle elettorali, Berlusconi è un dilettante a confronto!
E come reagirebbe il mercato immobiliare, già sotto forte pressione da anni, a questa enorme immissione sul mercato di un’offerta statale pari a quasi il 15% dell’intero volume di vendite? Lascio a voi immaginare le dimensioni dell’ipotetico, per fortuna, tracollo del mercato e dei valori degli immobili, prime case comprese. Senza contare che sarebbe difficile trovare acquirenti in un mercato immobiliare come quello odierno, completamente fermo.
E’ curioso che proprio Oscar Giannino, anche quella mattina su Omnibus, si divertisse a dileggiare la proposta di riduzione dell’IMU, bollandola come una balla, una cosa irrealizzabile.
Pur sapendo che l’IMU prima casa vale, a spanne, solo 4 mld di euro, e che in tema di promesse mantenute, la maggioranza di cdx nel 2008 eliminò l’ICI sulla prima casa, come aveva promesso.
Il programma di Fare funziona molto bene a livello matematico, i Professori che l’hanno stilato sono sicuramente illustri, autorevoli, super preparati, ma la differenza tra la teoria e l’applicazione pratica è un’arte che evidentemente non si apprende sui banchi di scuola o sulle cattedre universitarie, piuttosto nelle botteghe, nelle fabbriche e nei capannoni, come quelli di tanti imprenditori lombardi e padani, votati al sano realismo.
E allora, caro Giannino, l’unica vera proposta per combattere lo STATO LADRO, per costringere amministrazioni ed enti spreconi a ridurre la spesa, o se vogliamo più semplicemente per “affamare la bestia”, come amava dire Ronald Reagan, è soltanto una: trattenere il 75% delle tasse laddove sono prodotte, per poi ridurre la pressione fiscale. Semplice, lineare, risolutivo. E’ la proposta della Lega Nord. E non è nient’altro che una diversa declinazione dei vari progetti di riforma che da anni, da soli, portiamo avanti, come la Devolution, purtroppo bocciata dai cittadini tramite il referendum confermativo e il federalismo fiscale, cancellato dal Governo Monti quando era al traguardo finale.
Abbiamo perso un ottimo giornalista, abbiamo guadagnato un pessimo politico, peccato.