I nostri cinque anni di Provincia: non doveva andare così. Ma la Brianza è battuta ma non vinta e la battaglia continua

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Ieri si è concluso ufficialmente il primo mandato della Provincia di Monza e Brianza, dopo cinque anni difficilissimi, a tratti davvero impossibili. Sembrava ieri la gioia di aver conquistato finalmente la nostra autonomia. Sembrava ieri l’emozione di entrare in Villa Reale per il primo Consiglio Provinciale. Sembrava ieri l’entusiasmo di poter finalmente lavorare per la nostra Brianza e la nostra gente. Sembrava ieri, ma guardando cosa è oggi questa nostra Provincia, sembra passato un secolo. Non era così che doveva andare, non era così che l’avevamo immaginata, non era questo ciò che desideravamo per i nostri cittadini.
Dopo cinque anni, a conclusione di un mandato, sarebbe il momento dei bilanci, di misurare un gradimento, un livello di soddisfazione. Non accadrà questo, perlomeno non attraverso l’unico strumento democraticamente riconosciuto: le elezioni.
Allora torno con il pensiero a quel 30 giugno 2009, primo storico Consiglio Provinciale. Prima degli abbracci, prima delle pacche sulle spalle, prima della presentazione ufficiale, dei flash, dei brindisi e dei sorrisi. Prima di tutto questo ricordo il momento prima che tutto questo iniziasse: mio padre incrociò il mio sguardo, con quella severità che solo un padre ti sa trasmettere e mi disse: “mi raccomando, hai una grossa responsabilità, non deludermi”. In quelle parole ci stava tutto, il non deludere un padre certo, ma soprattutto non deludere chi imsieme a lui ha creduto in questo progetto, in questa sfida che pareva impossibile. Non deludere un intero movimento politico, la nostra Lega, i nostri militanti, ma in primo luogo non deludere i cittadini e la nostra gente.
Non sono in grado di rispondere a questa domanda, e mi rammarica parecchio che non potrò mai sapere cosa mi avrebbe detto lui oggi, alla fine di questi cinque anni. So per certo una cosa, ovvero che non posso sentirmi soddisfatto, perché non è andata come io e altri, che insieme a me hanno condiviso questa straordinaria esperienza, avremmo sperato. Lo dico con tutta onestà, perché l’ipocrisia non mi piace ascoltarla da altri, figurarsi da me stesso o da noi. Non è un bilancio positivo, purtroppo, e di questo ne sono convinto. Quanto e se sia responsabilità mia e nostra è difficile dirlo. Siamo stati messi nelle condizioni di non governare, questo è incontestabile. Umiliati, mortificati e feriti mortalmente fin dalla nostra nascita, questo nessuno può negarlo. Abbiamo navigato per cinque anni attraverso mari tempestosi, abbiamo affrontato problemi ed ostacoli che nessuno avrebbe potuto immaginare, nemmeno nelle più fosche e pessimistiche previsioni, nemmeno io che sono spesso portato a ipotizzare scenari negativi , anzi qualcuno mi ha sempre considerato troppo pessimista. Potrei dire che mi sono speso al meglio, che mi sono impegnato sempre e al massimo per non deludere le aspettative; posso dirlo e sicuramente è vero per me come per i miei compagni di avventura, ma sono sempre stato convinto che alla fine contino i risultati, l’impegno è buono solo per ottenere qualche pacca sulla spalla.
Ecco allora che non posso che essere deluso da come finiscono questi cinque anni, seppure ricchi di emozioni, di esperienze e che hanno arricchito enormemente il mio piccolo bagaglio, che tra poco chiuderò e porterò via. Posso con altrettanta onestà e con una buona dose di certezza, affermare che difficilmente qualcun’altro avrebbe fatto meglio di noi, di questo ne sono certo. Abbiamo giocato una partita con il mazzo truccato, dove era impossibile vincere. Abbiamo perso, ma non siamo vinti, continueremo la nostra battaglia per la nostra Brianza; si sposta la linea del fronte, si cambierà la strategia, ma il nostro nemico non dormirà sonni tranquilli. Il nemico è sempre lo stesso, Roma e il suo potere accentratore, sempre più ingordo, sempre più invadente e oggi sempre più arrogante con le autonomie locali.
Continuare. Lo dobbiamo a noi stessi e alla nostra gente, lo dobbiamo a chi prima di noi si è battuto contro lo stesso nemico, ed ha strappato grandi vittorie. A Umberto Bossi che per primo ha messo la faccia per difendere la Brianza, a Giorgio Brambilla che ha speso una vita per la sua terra.
E anche a Cesarino, che ha conquistato gli ultimi metri del campo di battaglia per piantare la nostra bandiera, quella della Brianza.
Non so cosa avrebbe pensato oggi, ma posso riportare cosa disse in aula prima del voto che istituiva la nostra Provincia, poche parole consegnate ormai alla storia:

 

“MONTI (LP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

 

MONTI (LP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nonostante tutto, siamo oggi in Aula a discutere di un provvedimento che ha conosciuto dapprima lo scetticismo di chi riteneva nemmeno ipotizzabile, pur coltivandolo, il riconoscimento delle legittime aspirazioni di autonomia del territorio brianzolo, e in seguito gli ostacoli e gli ostracismi posti da chi ha cominciato a comprendere che l’ipotesi poteva tradursi in realtà.

Aspirazioni da considerare legittime non solo per quanto concerne la Provincia di Monza e della Brianza, ma che trovano un grandissimo significato anche nelle rivendicazioni di Fermo e Barletta. Se Monza e la Brianza sono oggi arrivate fino a questo punto un ringraziamento lo devono rivolgere, e lo voglio sostenere con un pizzico di orgoglio, al movimento a cui appartengo. Il ringraziamento, a cui mi sento in dovere di associarmi, va alla Lega Nord, a Umberto Bossi, allo scomparso onorevole Giorgio Brambilla, un uomo che ha speso la sua intera vita politica per la causa brianzola, ed agli onorevoli Francesco Formenti e Ludovico Gilberti. Anche il Comitato promotore ha svolto un ruolo encomiabile sotto tutti gli aspetti.

La costituzione della Provincia della Brianza, al pari di quella di Fermo e Barletta, costituisce un punto cruciale per il futuro sviluppo dei territorio. Contrariamente a quello che è il pensiero di coloro che avversano l’istituzione di nuove Province (spesso mi è toccato sentire la fatidica affermazione: per quello che serve una nuova Provincia altro non sarebbe che un inutile nuovo carrozzone da mantenere), è doveroso chiarire, collega senatore Ciccanti, che Monza possiede fin da subito tutti i requisiti per diventare capoluogo di Provincia (territorio, numero di abitanti, uffici, servizi, rete viaria, ecc.) per cui si può tranquillamente affermare, senza ombra di smentita, che l’istituzione della Provincia della Brianza comporterebbe una spesa assai contenuta, portando, al contrario un maggior introito economico da poter utilizzare sul nostro territorio che a sua volta condurrebbe a un sicuro miglioramento della qualità della vita di tutti i brianzoli.

Monza, Fermo e Barletta sono unite da un identico sogno e sostenute da una medesima volontà popolare, da una coscienza civile e sociale che uno Stato che vuole ritenersi democratico non può e non deve ignorare. Annuncio quindi il voto favorevole del Gruppo Lega Nord e chiedo l’autorizzazione a consegnare il testo alla Presidenza affinché sia pubblicato in allegato al Resoconto.”

Una risposta a “I nostri cinque anni di Provincia: non doveva andare così. Ma la Brianza è battuta ma non vinta e la battaglia continua”

  1. Avatar Donatella Galli

    Andrea, è un momento veramente amaro per chi si sente brianzolo, ma siamo abituati ad essere schiaffeggiati ed insultati, in questo Stato che non è Nazione, da chi poco capisce e poco ama la sua gente e la sua terra. Concediamoci pure un attimo di smarrimento, ma subito dobbiamo ricominciare a combattere per la nostra Brianza, magari non solo monzese, magari più grande, in una Lombardia Indipendente, in una Padania Federale. PUNTO