IL CIRCO MEDIATICO DELLA KYENGE INCIAMPA SU BALOTELLI. SUPERMARIO LA SNOBBA E SI ADDORMENTA

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Il vorticoso caravanserraglio mediatico del Ministro all’integrazione (?!?), Cecile Kyenge, è incappato nella più grande delle sue ormai numerose ed epiche gaffe. L’occasione questa volta era di quelle ghiotte, la nazionale italiana di calcio alloggiava in un Hotel a Torino, e la Kyenge, per una casuale e fortunata coincidenza del destino si trovava proprio nel capoluogo piemontese, e proprio lì nel medesimo Hotel. Certo, la Kyenge avrebbe potuto limitarsi a mangiare pane e nutella insieme ai campioni della nazionale, tra un sorriso e un croissant e magari qualche autografo, una stretta di mano, un sorriso, un augurio, per ritornare poi ai rispettivi impegni. Con il senno di poi, sarebbe stato meglio, ma lì per lì sembrava così ghiotta l’occasione per dar fiato al trombone della lotta al razzismo imperante in Italia (?!?) e negli stadi italiani. Ecco allora che la giostra si organizza per bene, giornalisti, fotografi, e il Presidente Abete che mette in agenda l’incontro avvisando gli azzurri, senza però annoverare l’impegno tra quelli “obbligatori”, ovvero passibili di sanzione se snobbati; come dargli torto, del resto, un incontro con il Ministro Kyenge sul tema della lotta al razzismo implicherebbe quell’obbligo morale che va al di là di ogni minaccia di multa. Probabilmente la Kyenge non vedeva l’ora di essere immortalata con il “testimonial”, così come aveva proposto, per la campagna a favore dell’introduzione dello “ius soli” in Italia, ovvero Mario Balotelli, il Supermario nazionale. Un bel colpo mediatico, prime pagine conquistate, titoloni, interviste, chiacchiere e demagogia, davvero un bella mossa.

“Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”

Tutto pronto insomma; ore 09.30, in un Hotel di Torino sta andando in scena l’ennesimo teatrino del politicamente corretto. In prima fila il Presidente Abete, il Ct Prandelli, il capitano Gigi Buffon, quello accusato spesso di essere addirittura fascista, e poi i “nuovi italiani” Ogbonna ed El Shaarawy, e anche qualche “vecchio italiano” come Chiellini e Maggio. Un po’ sparuta come rappresentanza, va detto, ma gli occhi sono tutti puntati verso l’ascensore, in attesa dell’arrivo di Mario Balotelli; con lui, la sua storia, il suo colore della pelle, nessuno farà caso al numero esiguo di campioni ad omaggiare la Kyenge. Tic tac, tic tac, passano i minuti e Supermario non si vede, l’ascensore si apre spesso, ma escono solo turisti, magari qualche tedescone in ciabattoni e calzini bianchi, che orrore. I musi cominciano a diventare lunghi e le facce tese; tutti si appiccicano sorrisi di circostanza, qualche dichiarazione retorica, e qualcun’altra piena di veleno, come questa della Kyenge: «La partita contro il razzismo è come quelle sul campo: non si gioca da soli», chiaramente stizzita per l’assenza del testimonial. Cala il sipario in fretta sul teatrino riuscito male, ma la frittata ormai è fatta, la gaffe è di quelle enormi, anche per chi gode di buona stampa a prescindere, come il Ministro Kyenge. Il fatto è che non puoi nemmeno buttarla sull’invettiva e la critica; fosse stato uno bianco e leghista a non presentarsi, per esempio, allora si che si poteva mettere in scena un bel piagnisteo a sfondo razzista, bollare l’episodio come l’ennesimo che starebbe a testimoniare quanto è forte il sentimento di intolleranza in Italia. E invece no, caro Ministro, ti tocca pure tacere, perché finalmente il caso ha voluto che arrivasse un monito, sotto forma di beffa, per chi cerca di speculare su un tema serio, importante e grave come il razzismo. Ma alla fine, si chiederà qualcuno, Mario Balotelli dov’è finito? Perché non si è presentato? Il Balo si sarebbe semplicemente addormentato, almeno così raccontano le cronache ufficiali; comunque sia andata, è più che evidente che l’argomento non riscuote in lui grande interesse, o molto probabilmente si sarà pure stufato di essere tirato in mezzo da un Ministro in costante rincorsa della dichiarazione ad effetto, del caso mediatico e del titolone in prima pagina. In maniera del tutto inconsapevole, a suo modo e con il suo stile, Mario Balotelli ha riportato il Ministro alla realtà, che non è fatta di chiacchiere e dichiarazioni inutili, ma di impegno e lavoro, magari in silenzio, almeno per un po’.