Inno di Mameli obbligatorio a scuola? Una grande vittoria per noi che il Va Pensiero lo cantiamo a memoria

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“Stringiamoci a corte, siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, l’Italia chiamò!”, e via aspettando il fischio d’inizio, due sgambate di riscaldamento ed inizia la partita. Eh già, perché in fondo l’Italia è sempre quella ben descritta dalle lapidarie parole  di Winston Churchill:” Gli Italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”.

Ieri il Senato della Repubblica ha certificato la sconfitta dell’Italia intesa come nazione; eh si, perché quando si è costretti alla coercizione per tentare di trasmettere un poco di amore patrio, significa che si è arrivati all’amara conclusione che il popolo italiano è tutto fuorché legato alla propria patria.

Certo, se Totti fa una mezza rovesciata, se Balotelli insacca dal limite, se Cassano ti regala una magia che ti porta magari in finale, allora si, tutti si sentono italiani, più per tifo che per convinzione.

Ma per il resto, zero assoluto, patria non pervenuta.

E allora noi che l’inno, il coro degli schiavi, il Va pensiero, lo cantiamo di gusto e tutto a memoria, abbiamo oggi di che gioire. Abbiamo vinto.

Nessuno ci ha insegnato a scuola le strofe di Verdi, ma sono nostre, le amiamo, le cantiamo, sono il nostro inno.

E voi, che da secoli siete “calpesti e derisi”, continuerete ad esserlo.