La buffa retromarcia (smentita) paracula di Virzì. E quando polemizzava lui per i soldi a Scarlett Johansson?

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Non hanno mancato di fare scalpore le dichiarazioni di Virzì, ed era inevitabile, anzi probabilmente proprio questo era il vero motivo che ha portato il livornese a spararle grosse. Tutta pubblicità gratuita.

Oggi arrivano le prime risposte, un po confuse e contraddittorie del regista, probabilmente con l’intento di dissimulare, cerca di apparire un po’ frastornato, appannato e confuso, ma molto più probabilmente, per dirla in maniera semplice ed efficace: fa un po’ il paraculo.

Su Repubblica di oggi dichiara:

 

“Ho usato la Brianza letterariamente, da straniero, per suggestione. Volevo usare il mio spaesamento. Connecticut o Ornate, un luogo immaginario, è la stessa cosa. Qualcuno l’ha presa male. Perdonatemi.”

 

Insomma, apparirebbe come una bella retromarcia, con tanto di richiesta di perdono. Fu vero pentimento? Nemmeno per sogno.

Ecco dopo qualche ora arrivare una seconda reazione, più puntuta, più offesa, e molto, molto più snob. Forse si sarà svegliato inforcando la pantofola sbagliata?

Ecco il Virzì pensiero parte seconda:

 

“E’ una polemica buffa e scomposta, del tutto infondata. Leggendo qualche giornale questa mattina pensavo fosse una parodia, credo che chi dice e scrive queste cose anzitutto non ha visto il film e non sa che l’ambientazione è in una Brianza immaginaria”

 

Innanzitutto nessuno ha mai voluto criticare il film, piuttosto l’intervista rilasciata a Repubblica, come difesa parte deboluccia. Ma come, prima dichiari che hai scelto proprio la Brianza perchè sarebbe il luogo ideale che “mette in allarme, un paesaggio che mi sembra gelido, ostile e minaccioso”, quello in cui si concretizzano due scenari “dell’hinterland con i grumi di villette pretenziose dove si celano illusioni e delusioni sociali, e quello dei grandi spazi attorno a ville sontuose dai cancelli invalicabili”, e adesso invece ci spieghi che intendevi una Brianza immaginaria. E saremmo noi le persone buffe? A questo punto l’errore nostro è stato quello di prendere sul serio le tue parole Virzì? Del tipo che quando parli dovremmo dire “ah bhe, se l’ha detto Virzì, son parole così, cialtronate”?

E probabilmente è proprio questo il messaggio che ci vuole mandare Virzì, infatti poco dopo aggiunge:

 

“Certo che l’Italia si è un po’ incattivita, siamo in un momento di grande rabbia, di astio, ma mi permetterei di suggerire di occuparsi di cose più serie”

 

Ecco, come dire che il suo film, il messaggio che vuole mandare, le dichiarazioni velleitarie con cui lo presenta; tutte cazzate, stupidaggini, cose poco serie. Messaggio ricevuto e ne faremo tesoro per il futuro.

C’è però un aspetto che ci risulta difficile annoverare tra quelli “immaginari”, “buffi” o “poco seri”, ovvero le palanche, vere, reali e non immaginarie, e nemmeno tanto buffe, che il film ha chiesto al Ministero dei Beni Culturali; un bel 700.000 euro, uno sopra l’altro, belli in pila.

Anche qui il Virzì pensiero ammicca, chiosa, tentenna e paraculeggia alla grande:

 

“non mi occupo di queste cose, riguardano i produttori. Quelli del fondo di garanzia sono soldi che vengono restituiti e se il film ha successo è persino un affare per Stato che lo ha finanziato”

 

E bhe certo, un maestro della settima arte ci mancherebbe anche che si sporcasse le mani con queste volgari gestioni economiche, contributi, pagamenti, fatture, affitti, roba da volgari arricchiti, magari brianzoli. Curioso però, visto che è stato lo stesso Virzì, sempre nella famosa intervista, a dichiarare che:

 

“La bella villa con piscina e i sontuosi interni, dove vive la famiglia opulenta di Gifuni, l’ho presa in affitto ad Arese, e l’ho pagata profumatamente”

 

La prossima volta dia un colpo di telefono a qualche amministratore brianzolo, magari qualche Villa tra le tante dimore storiche, del patrimonio pubblico da valorizzare, che la Brianza offre riesce a trovarla a buon prezzo.

Sul fatto poi che lo Stato addirittura ci guadagni dall’attività di finanziamento del Cinema Italiano, qualche perplessità la nutro. Nonostante negli ultimi anni si sia cercato di intraprendere una china per così dire, più virtuosa, nella gestione dei contributi, è vero che tante, anzi troppe sono ancora le opere finanziate che non riscuotono nessun tipo di successo significativo al botteghino; questo in tempi di vacche grasse può essere tollerabile, oggi però che strangoliamo le imprese e i contribuenti per far quadrare i conti dello Stato, con IMU, TARES, IVA e via di questo passo, cercare ancora di prenderci per il naso è inaccettabile.

Chiudo ricordando a Virzì che è stato lui stesso protagonista di simili polemiche buffe, scomposte e un po’ venali sui contributi pubblici; si dimentica della polemica contro il Festival di Roma in cui fu autore di questa efficace uscita?

 

“quando voi vedete Scarlett Johansson che sfila sul red carpet romano dovreste metterle anche un cartellino del prezzo. Dovreste vedere, lì che cammina, un ‘cosa’ che sta tra i 400mila e i 600 mila dollari. Immaginatevi proprio il mucchio di banconote che cammina. E sappiate che sono banconote pubbliche”

 

Ecco, immaginiamoci il mucchio di banconote che camminano, e che partono sempre dalla gelida, ostile e minacciosa Brianza.