LA CORTE HA DECISO: BONUS, AIUTI E CASE A TUTTI GLI STRANIERI

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Con una sentenza della Corte Costituzionale da oggi gli aiuti economici andranno a vantaggio, di fatto, solo degli stranieri. Cade anche il vincolo minimo del permesso di soggiorno di lungo periodo. Sarà uno tsunami. 

Mentre tutta l’opinione pubblica è concentrata, anche troppo, sul versante emergenza COVID, sviscerando dati, divieti e contagiati quotidianamente, la Corte Costituzionale ha sganciato ieri una bomba che rischia di produrre effetti di una atomica. Temo che una vera e propria catastrofe sociale sia alle porte.

Ieri, 12 gennaio, uno stringato comunicato stampa della Corte ha anticipato una sentenza che stravolgerà l’erogazione di tutti i bonus sociali (e forse non solo). Questo il titolo:

 «BONUS BEBÈ E ASSEGNO DI MATERNITÀ: INCOSTITUZIONALE IL REQUISITO DEL PERMESSO DI LUNGO SOGGIORNO PER GLI STRANIERI. 

Traducendo nella realtà cosa significa? Da oggi tutti gli stranieri, anche quelli che sbarcano da un gommone o da un barcone, saranno equiparati ai cittadini italiani al fine della possibilità di ottenere gli aiuti economici. Arrivi, sbarchi, partorisci e lo Stato Italiano ti paga. Poi ti garantirà l’assegno di maternità e poi ancora l’assegno di famiglia. Poi forse anche la casa. Avete capito bene. Questo è il più grande incentivo per una nuova stagione di emigrazione di massa. Con il sanguinoso corollario di morti annegati in mare. Perché partorire in Africa, quando se arrivi in Italia ti pagano per ogni figlio, dalla nascita alla crescita del bimbo? Non serve essere cittadino italiano, non serve essere residente da 10 o 5 anni, neppure aver concepito il piccolo in Italia. Non serve nemmeno avere un permesso di soggiorno stabile. Arrivi, sbarchi, chiedi asilo politico o qualche forma di protezione internazionale, e hai diritto a passare direttamente all’incasso.

PRETENDEVAMO LA RESIDENZA, ORA NON SERVE NEMMENO IL PERMESSO DI SOGGIORNO

La Corte Costituzionale ha chiamato in aiuto la Corte di Giustizia Europea, per prendere una decisione sul delicato tema, naturalmente dall’Europa è arrivata la spinta decisiva verso il «liberi tutti».

Per anni, come amministratori locali e legislatori regionali e nazionali, ci siamo battuti per rendere più stringenti le norme che regolano i paletti di ingresso degli aiuti a chi ha bisogno. Contributi, bonus e case popolari: come Lega abbiamo tentato invano di porre il requisito della cittadinanza (bocciato), poi la residenza da 10 o 5 anni (bocciato), poi almeno ci si era attestati sul requisito minimo del permesso di soggiorno di lungo periodo. Cade anche questa esile barriera. Ma che senso ha tutto questo? Com’è possibile pretendere di equiparare chi nasce e vive in Italia, o perlomeno chi in Italia ci arriva con un progetto stabile di medio e lungo periodo, con chi arriva ieri, sbarca, incassa e poi magari va altrove? 

E’ una norma ingiusta, figlia dell’ideologia che siamo «tutti cittadini del mondo», però solo quando c’è da passare all’incasso. Perché le risorse che eroghiamo a chi arriva, prende e se ne va, sono frutto del sudore e del lavoro di chi qui ci sta stabilmente. Da anni.

I NOSTRI GIOVANI FARANNO SEMPRE MENO FIGLI. 

Una vera ingiustizia, che avrà un solo e unico grande risultato: diventeremo tutti più poveri. Gli aiuti si polverizzeranno, risultando meno incisivi rispetto alle famiglie che in Italia vivono da anni, che naturalmente finiranno pure ultime nelle graduatorie degli aiuti. E se gli aiuti saranno più poveri i nostri giovani faranno meno figli. E se i nostri giovani faranno meno figli, aumenterà la voglia di «importare» giovani cittadini dall’estero. Noi affacciamo sul mediterraneo, il dirimpettaio e il continente africano che sta esplodendo dal punto di vista demografico. 

Questo è il dato oggettivo, nudo e crudo. Il resto è roba da legulei, da parrucconi, da chi vive giostrando con i codicilli e le norme. Poi c’è tutta una parte di società che è costretta a vivere ogni giorno sul marciapiede della vita vera. Chi fa politica è obbligato a fare i conti anche con questo. Con chi chiede un aiuto e scopre che non sei in grado di aiutarlo, perché qualcuno ha deciso che dobbiamo aiutare tutto il mondo. 

IL LEGISLATORE HA LE MANI LEGATE. 

Il legislatore ha ormai le mani legate. L’impalcatura di diritti universali che abbiamo costruito, in Italia e soprattutto in Europa, ci porta dritti a questa amara realtà. Forse è il caso di agire alle basi di questa costruzione, riprenderci in mano un po’ di sovranità, tornare a far decidere alla politica e dare possibilità di difenderci. Altrimenti, dove andremo a finire?