La democrazia secondo Renzi: prima la legge elettorale Turca, ora il Parlamento copiato dall’Afghanistan

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Strano questo Matteo Renzi, diceva di ispirarsi a Obama, ma prima ci propina una legge elettorale alla Turca, ed ora si ispira al modello Afghano per modificare il Parlamento. Andiamo con ordine. Non sono tempi facili per la sinistra italiana, o meglio, non sono tempi facili per quelli del PD che ancora credono di rifarsi ad un’antica cultura riformista di sinistra. Ecco cosa dichiara oggi Renzi sulla prima pagina del Corsera:

“Il Senato non deve essere eletto, se non passa la riforma finisce la mia storia politica”

Qui dentro, in queste poche parole, sta tutta la logica, lo stile e i modi, con cui Matteo Renzi interpreta questa nuova, l’ennesima, stagione delle riforme costituzionali. Due i capisaldi: non si vota e si fa come dico io, oppure me ne vado. Difficile da digerire per chiunque, immagino per chi, a sinistra, ha sempre criticato chi osava mettere mano alla Costituzione senza ascoltare le minoranze. Il loro Segretario/Premier, oggi, non solo non ascolta le minoranze, ma calpesta pure la sua stessa maggioranza, imponendo un generale “zitti e mosca”!

Al di là del metodo e della forma, che in alcune situazioni è già sostanza, è soprattutto il merito, ovvero il contenuto di queste riforme, che dovrebbe spaventare chiunque abbia ancora la lucidità di valutare la portata anti democratica di talune ricette. Purtroppo sono sempre meno ad avere questa sensibilità. Non basta mettere una giunonica ragazza, dagli occhi dolci e il capello curato, al dicastero delle Riforme Costituzionali, per farci “stare sereni”; non basta un tacco 12 leopardato per farci ingoiare ogni qualsivoglia scempio dei più elementari diritti democratici.

Il “bomba” Renzi ha iniziato con il proporci una riforma elettorale, il famigerato “italicum”, peraltro ancora non approvata, e ormai caduta nel dimenticatoio. Tale riforma, peggiorativa rispetto al vituperato Porcellum, prevedeva soglie di sbarramento turche, e non per modo di dire, ma proprio nel significato letterale dell’affermazione. Renzi vuole una soglia di sbarramento per ogni singola lista all’8%! Significa che il consenso di oltre 2.000.000 di elettori, secondo la sua personale visione democratica, non deve garantire il diritto di rappresentanza in Parlamento. Appunto come in Turchia, dove vige il 10%, unico Stato dove troviamo traccia di un simile sbarramento.
Nessuno, in Europa e in occidente più in generale, si è mai azzardato nemmeno a pensare ad un simile elevato sbarramento.

Adesso arriva la puntata numero due. Oggi Renzi presenterà, in una conferenza stampa a conclusione del Consiglio dei Ministri, sede inusuale per aprire un dialogo sulle riforme, la sua idea di futuro Parlamento. Di cosa stiamo parlando? Si tratterà di un mono-cameralismo di fatto, dove viene cancellato il Senato, sostituito da un’anonima “Assemblea delle Autonomie”; la nuova Camera alta non sarà eletta a suffragio universale, (cioè non decideranno gli elettori), sarà composta dai Presidenti Regionali, da un po’ di Consiglieri Regionali eletti dai Consigli Regionali, da qualche Sindaco eletto dai Sindaci. Questi lavoreranno senza compenso, e vabbè, anche se non si capisce, quando lavoreranno? Come può un Presidente di Regione avere il tempo per andare ad esprimere pareri, come prevede la norma, potenzialmente su ogni Disegno di Legge votata dalla Camera? E i Sindaci? Solo qualche anno fa, è giusto ricordarlo, è stata votata l’incompatibilità addirittura tra la carica di Sindaco di comuni sotto i 10.000 abitanti, e la carica di parlamentare. Adesso invece i Sindaci, con il compenso da Sindaco, debbono fare pure il parlamentare.
Questa nuova Camera alta non avrà di fatto nessun potere: basti pensare che non è previsto che voti la fiducia ai governi, e nemmeno le viene lasciato il diritto di esprimersi sull’entrata in guerra dell’Italia. Utilità zero. Ecco perché si tratta, di fatto, di un parlamento mono-camerale. Vi domanderete, a quale modello, tra i tanti presenti nel panorama europeo ed occidentale, la coppia Renzi/Boschi, abbia attinto per elaborare siffatta proposta? Germania? Regno Unito? Stati Uniti d’America? Purtroppo no. Dopo la legge elettorale d’ispirazione turca, per il modello Parlamentare si è pensato di ispirarsi al modello Afgano. Penserete che stia scherzando? Ma no, è proprio così, le similitudini sono davvero evidenti, e la cosa non può certo far dormire sonni tranquilli.
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PROPOSTA RENZI PARLAMENTO AFGHANO
L’Assemblea delle autonomie è composta dai Presidenti delle Giunte regionali […], nonché, per ciascuna Regione, da due membri eletti, con voto limitato, dai Consigli regionali tra i propri componenti e da tre Sindaci eletti da una assemblea dei Sindaci della Regione. La camera alta (Mesherano Jirga, Camera degli Anziani) è invece composta da 102 membri, un terzo dei quali eletti da consigli distrettuali per 3 anni, un terzo eletti da consigli provinciali per 4 anni
Il Presidente della Repubblica può nominare membri dell’Assemblea delle autonomie ventuno cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. […] Un terzo dei componenti è nominato dal Presidente per un mandato di 5 anni.
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati. La camera bassa ha la responsabilità di scrivere e ratificare le leggi e di approvare le azioni del Presidente
L’Assemblea delle autonomie si pronuncia, esprimendo un parere, nei trenta giorni successivi alla data della deliberazione La camera alta svolge una funzione prevalentemente consultiva, oltre ad avere in alcuni casi potere di veto

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Evidentemente, dopo essere passati da Ankara per copiare la legge elettorale, subito il fascino d’Oriente, si è pensato bene di copiare la millenaria tradizione democratica e parlamentare che brilla in quel di Kabul!

E sarebbe buona cosa esercitarsi nel solito giochino, quello del: e se l’avesse fatto un Governo della Lega? Scioperi della fame, girotondi, manifestazioni e “bella ciao” cantato ogni sera in tv. Dove saranno finiti tutti questi custodi dell’inviolabile Carta Costituzionale? Sono tutti li, in Parlamento, pronti a schiacciare il bottoncino per approvare ogni porcheria che Renzi manda in Aula, senza fiatare. Zitti e Mosca!