LA FIDUCIA A BERSANI POTREBBE ESSERE UNA TRAPPOLA. NON DITELO A RENZI.

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Va riconosciuta a Pierluigi Bersani una tenacia che sfiora l’umanamente sopportabile. In un crescendo di insulti, a lui rivolti da Beppe Grillo, culminato in quel “padri puttanieri” di oggi, Pier lo smacchiatore continua a provarci, magari credendoci, da oggi, un po’ meno


Incassato l’ennesimo no del Movimento 5 Stelle ad una fiducia, oggi però in forma ufficiale durante le consultazioni di rito, esclusa anche la possibilità di uscire dall’aula, per non ostacolare la nascita del Governo, ora il Segretario PD è davvero nei guai.
Ora si aprono tre scenari, uno dei quali potrebbe essere fatale non solo a lui, ma all’intera sinistra, Matteo Renzi compreso.
I primi due sono presto detti: o rimangiarsi quanto dichiarato e aprire alla possibilità di un Governo Bersani/Alfano di scopo, oppure rimettere il mandato nelle mani di Napolitano che andrebbe alla ricerca di una figura terza che vari un nuovo Governo tecnico oppure direttamente al voto.
Questi due scenari rischierebbero di scatenare una guerra interna al PD oltreché, probabilmente, darebbero ulteriore forza al Movimento 5 Stelle.
Ma è il terzo scenario quello che potrebbe essere il più rischioso e addirittura fatale per tutta la sinistra.
Bersani potrebbe pretendere dal Capo di Stato la possibilità di andare comunque alla conta in Senato, chiedendo direttamente all’Aula la fiducia, scommettendo su qualche mal di pancia, su qualche Scilipoti della situazione o appoggi al buio. Certo questo andrebbe contro le indicazioni date dallo stesso Napolitano, ma contando che il Segretario PD si gioca tutta la sua carriera politica, Re Giorgio potrebbe anche concedere, in memoria della propria appartenenza politica, questa possibilità.
Dopotutto anche Spielberg, con il recente film su Lincoln, ha sdoganato il “metodo scilipoti”. E le dichiarazioni di Bersani in tal senso si sprecano: la politica del doppio binario, la preghiera di non ostacolare un Governo, fino alla proposta di una convenzione sulle riforme. Il rischio forte è che tutto si trasformi però in un suicidio politico.
A qualcuno, tra montani e centro destra, potrebbe non dispiacere la possibilità che la sinistra vari un Governo , oltretutto se questo garantisse un nome gradito come nuovo inquilino del Qurinale. Governo che nascerebbe comunque debole, senza maggioranza, incapace di portare avanti una propria agenda di Governo. Anche i Grillini a quel punto potrebbero, come sostengono loro, votare i provvedimenti che piacciono, di volta in volta. Magari tra gli altri, abolire la TAV, qualsiasi forma di finanziamento pubblico ai partiti, o una bella Commissione d’inchiesta sul Monte Paschi di Siena. Insomma, gli altri darebbero le carte e il PD ballerebbe sul tavolo. Non solo, il centro destra avrebbe in mano la spina della maggioranza, potendo decidere di staccarla al momento giusto, una volta terminata la riorganizzazione interna al centro destra, quindi nuovamente pronti ad affrontare le urne. Bersani con questa bramosia di governare a tutti i costi, rischia di portare se stesso e tutto il PD verso uno scenario politico simile, se non peggiore, a quello del 2008, che ricordo, fu il preludio della grande vittoria del centro destra. A quel punto nemmeno la discesa in campo di Matteo Renzi potrebbe essere in grado di ribaltare la situazione. Forse per questo il primo cittadino di Firenze scalpita, perché sa che le leadership si possono logorare molto velocemente, gli scenari cambiare repentinamente, ed è evidente come Bersani oggi stia solo perdendo tempo.
Intanto, si rimanda a Venerdì la chiusura delle consultazioni, forse dopo Pasqua, con tutta calma, tra un Saviano e un WWF, mentre il Paese tracolla. I renziani sono avvisati.

2 risposte a “LA FIDUCIA A BERSANI POTREBBE ESSERE UNA TRAPPOLA. NON DITELO A RENZI.”