La Ricchiuti chiederà lo scioglimento anche del Consiglio di Cesano?

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Nel giorno in cui la Ricchiuti chiede lo scioglimento del Consiglio di Seregno, anche a Cesano viene chiusa un’attività per sospetta infiltrazione mafiosa. Oserà chiedere lo scioglimento del Consiglio di un sindaco PD?

cesano

Senza scomodare Leonardo Sciascia, che aveva già intuito il pericolo anni fa

In nome dell’antimafia si esercita una specie di terrorismo, perché chi dissente da certi metodi o da certe cose è subito accusato di essere un mafioso o un simpatizzante (Intervista al Tg2)

l’errore di approccio di quelli come la Senatrice Lucrezia Ricchiuti, lo si intuisce fin dal nome del movimento/gruppo (o qualcosa di simile) che ha fondato:«LaMeglioItalia». Come dire che l’Italia migliore è quella che sta dalla parte della Ricchiuti, Partito Democratico. La «MeglioItalia» è solo quella che la segue, che la pensa come lei. Gli altri, evidentemente, sono i peggiori, la PeggioItalia: sono magari mafiosi, o comunque loro amici. Sono conniventi con i criminali, lestofanti, ladri e farabutti. Ovvio, non è così. Anche perché, dato lo scarso successo dell’iniziativa (la pagina Facebook conta la miseria di 289 «Mi Piace»), dovrebbe significare che siamo tutti indistintamente «LaPeggioItalia». Confondere i piani tra lotta alle mafie e appartenenza politica è assurdo e soprattutto pericoloso. Credere che le mafie abbiano una specifica appartenenza partitica è semplicemente idiota, perché le mafie si alimentano dell’aderenza con il potere, anche a livello locale. E da qualche anno la stragrande maggioranza dei comuni in Italia è retta da maggioranze di centro sinistra. Ma naturalmente, una volta costruita la propria carriera politica su questa tesi, la senatrice non può che seguire l’onda. Ed ecco che l’occasione del provvedimento di chiusura di due attività commerciali a Seregno è l’occasione propizia: la maggioranza a Seregno è di Centro Destra e risulta facile alzare i toni, spararla grossa e tirare in ballo direttamente la politica: ecco partire la richiesta ad Alfano di scioglimento del Consiglio Comunale di Seregno per infiltrazione mafiose. Booom! Scoppia la bomba, ci si frega le mani, si finisce sui giornali e si conquista qualche comparsata. Il giochino è sempre lo stesso. Ed è inutile abbozzare qualsiasi difesa, perché come ammoniva Sciascia: «chi dissente da certi metodi o da certe cose è subito accusato di essere un mafioso o un simpatizzante».
Oggi ci pensa però la perfida cronaca a rompere le uova nel paniere alla Ricchiuti. La notizia è che a Cesano Maderno è stata chiusa una rivendita di automezzi per infiltrazioni mafiose. La cosa carina è che i giornali locali titolano la notizia proprio sotto la richiesta di scioglimento del Consiglio di Seregno avanzata dalla Ricchiuti.

Perché non dare il bis di richieste allora? Il problema è che a Cesano non governano i brutti e cattivi del centro destra, quelli della «PeggioItalia», al contrario Cesano Maderno è proprio il comune dove il primo cittadino è l’uomo simbolo del PD brianzolo, quel Gigi Ponti che è pure Presidente della Provincia. «A Seregno ci sono stati dei precedenti preoccupanti», qualcuno potrà abbozzare una difesa. Vero. Ma anche a Cesano, giusto nel marzo 2014, veniva arrestato il marito di un consigliere di maggioranza, proprio con l’accusa di essere vicino alla criminalità organizzata nell’operazione in cui si scovava la banca della ’ndrangheta. Fu lo stesso Gigi Ponti a liquidare la questione come un fatto grave ma privato e poi tutta la maggioranza aveva fatto quadrato:

non esiste nessun atto amministrativo o politico che possa adombrare o mettere in discussione l’operato di Consiglieri o Assessori di questa Amministrazione, la reciproca stima e l’unità dell’azione politica

Naturalmente nessuno qui sta sostenendo il contrario, ma quello che è giusto sottolineare è il plateale doppiopesismo. In questo caso non si trattava del parente di un titolare di un bar in cui il Sindaco forse andava a bere un caffè. La questione coinvolgeva direttamente il marito di un consigliere di maggioranza. All’epoca però Ponti e la sua maggioranza si poterono giustamente difendere (e ci mancherebbe, visto che un minimo di garantismo dovrebbe ancora esistere). Perché invece la maggioranza di Seregno sarebbe automaticamente collusa con le mafie e addirittura il Consiglio Comunale andrebbe sciolto?

A questo punto mi pare scontato che la senatrice, presa in mezzo a questo curioso scherzo del destino, si affretti ad avanzare una simile richiesta di scioglimento anche per il Consiglio di Cesano. Se non lo farà, e credo che non lo farà, sarà l’ennesima conferma che questi sono solo dei professionisti dell’antimafia. Sono dei finti paladini della giustizia e del bene comune a corrente alternata, solo se fa comodo alla parte politica che gli ha garantito uno scranno d’oro e un lauto stipendio, una bella carriera politica insomma. Gente la cui credibilità diventa sempre più vicina allo zero.