Quando l’antifascismo diventa fascismo

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Comunisti e ANPI vogliono negare spazi pubblici agli avversari politici con la scusa dell’antifascismo

Il nostro consigliere comunale Stefano Tornaghi, capogruppo della Lega Nord a Bernareggio, Brianza, mi segnala una curiosa iniziativa politica della maggioranza. Circa un mese fa, esattamente il 5 novembre, un paio di cittadini firmano una richiesta recapitata al Sindaco. Oggetto: Appello con misure da attuare contro ogni neofascismo e contro ogni manifestazione di discriminazione. Richiesta di trasformarla in MOZIONE da votare in Consiglio Comunale.

Allegato alla richiesta un appello(lo trovate qui), redatto dall’ANPI e firmato da numerose altre sigle, dal titolo eloquente: «Appello per Monza Antifascista». Una roba molto «sul pezzo», pregna di attualità, tanto che l’appello è datato addirittura settembre 2013. Certo non sono mica pochi tre anni di ritardo, ma per chi ha ancora le lancette ferme a settant’anni fa, e che ancora oggi respira l’aria di guerra civile del biennio 1943/1945, equivalgono ad un battito di ciglia.

L’appello attacca denunciando una presunta «recrudescenza del fenomeno neofascista in Europa», citando la morte del giovane francese Clément Méric, avvenuta il 5 giugno 2013. Il caso, poco conosciuto in Italia, non appare però ancora completamente chiaro nella dinamica. Crto è che si sia trattato di uno scontro tra due gruppi ideologicamente opposti, uno di estrema sinistra e uno di estrema destra, che probabilmente si sono provocati a vicenda e che, come tragicamente può accadere, ha visto una scazzottata trasformarsi in tragedia. Ciò, sia chiaro, non toglie gravità all’episodio, appare però scorretto farlo passare come fosse un vile attentato nei confronti di un inerme e pacifico cittadino. Così non è stato, come potete facilmente evincere da questa ricostruzione. La morte del giovane Clément viene poi collegata al tragico assassinio di Pavlos Fyssas, avvenuta ad Atene sempre nel 2013. Episodio molto più grave e complesso, dove i militanti del partito di Alba Dorata, peraltro successivamente messo sotto processo in Grecia, hanno accoltellato il giovane rapper, pare anche qui dopo una lite. Due fatti gravi, direi gravissimi, in nessun modo però collegati alla situazione italiana. Ma ANPI, che per darsi una ragione di esistere è condannata a fomentare l’odio ideologico di settant’anni fa, il collegamento lo trova. E se non lo trova, evidentemente se lo inventa.

Nel documento parla di una ventennale propaganda omofoba, xenofoba e razzista. È curioso come quella del «ventennio» sia diventata l’unica unità di misura temporale che sanno utilizzare, direi per ossessione.

In Italia la ormai ventennale propaganda omofona, xenofoba e razzista e la riabilitazione di figure legate ali ventennio fascista con l’intitolazione di targhe, strade e monumenti ad opera di partiti che siedono nelle Istituzioni locali e nazionali, ha favorito il proliferare di organizzazioni di estrema destra, con l’inevitabile strascico di manifestazioni e provocazioni

Il documento continua elencando quelle associazione e formazioni politiche che, a detta loro, dovrebbero essere cancellate o comunque veder cessata la loro attività politica: Forza Nuova (che tra l’altro da anni partecipa regolarmente alle elezioni), Lealtà Azione, Leone Crociato e Casa Pound.

E poi si chiude con l’appello a all’Amministrazione Comunale:

Medesimo impegno può e deve assumere la nostra Amministrazione Comunale alla quale chiediamo, nel rispetto della nostra Costituzione conquistata – è bene ricordarlo – con il sacrificio di tanti partigiani e antifascisti caduti e deportati anche nella nostra città, di inserire nel regolamento per la concessione degli spazi pubblici, il requisito «Antifascista».

Personalmente non ho nulla a che spartire con questa gente, ringrazio Dio un giorno si e un giorno NO di non essere nato fascista, nei restanti giorni lo ringrazio di non essere nato comunista. Con alcuni esponenti di Forza Nuova, giusto un anno fa, ho avuto pure modo di scontrarmi personalmente in un pesante alterco avvenuto al termine di un collegamento televisivo nella mia Lazzate. Questo per dire che non ho nessun interesse a difendere nessuno, se non la libertà che come valore amo sopra ogni altra cosa.

Ed ecco il punto. L’Anpi, e le varie sigle che firmano l’appello, si pongono come obiettivo quello di negare spazi a tutte le forze politiche, associazioni e gruppi che non vanterebbero un non meglio specifico requisito «antifascista».

Se vogliamo però codificare il requisito «antifascista», sarebbe utile intenderci su cosa si intenda oggi, nel 2016, per fascismo. Mi sembrerebbe riduttivo, e pure pericoloso, limitarsi alla concezione ristretta di «fascismo», ovvero limitarsi all’esperienza nata dai fasci combattenti italiani, sfociata poi nella dittatura mussoliniana. Troverei invece più corretto, e pure più utile per tenere accesa la coscienza libera e democratica, intendere il fascismo con questa definizione più estensiva:

qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione

Ecco, se la mozione avesse l’intenzione di introdurre questo tipo di discriminazione, ovvero di chiarire che chi non accetta le regole del gioco democratico viene posto fuori dalla vita pubblica, potrei anche discuterne e magari arrivare ad essere pure d’accordo.

Temo però, lo dico con dispiacere, che i primi a porsi fuori da questo contesto sarebbero proprio quelli dell’ANPI, accompagnati da tutti quei gruppuscoli di estrema sinistra che si rifanno a vecchie e tragiche ideologie. L’ANPI parla dei partigiani che combatterono il fascismo, senza però aver mai fatto davvero chiarezza e giustizia rispetto ai tanti partigiani uccisi o perseguitati solo perché non erano partigiani comunisti. Di questa infame stagione, il dramma di Porzûs rappresenta solo la punta dell’iceberg. E ancora nel giugno 2016, come potete leggere qui, non si riesce a chiarire una volta per tutte che l’eccidio non può trovare giustificazione alcuna, e che fu semplicemente figlio di un’ideologia pericolosa quanto il fascismo, ovvero il comunismo.

Perché se vogliamo negare spazio politico a chi si professa fascista (anche se a me in linea di principio non piacciono le limitazioni), dovremmo ammettere che pure uno che si professa comunista si ispira ad una ideologia che, ovunque nel Mondo e nella storia, da Stalin a Castro, si è contraddistinta per un uso indiscriminato della forza e della sopraffazione, di cui milioni di cittadini ne sono stati per decenni vittime innocenti. Esecuzioni di massa, privazioni della libertà, torture, processi discriminatori per motivi politici, religiosi e sessuali. Tutto questo è stato il comunismo. Qualcuno continua a giustificarne una presunta differenza per il semplice motivo che in Italia, nonostante fosse l’obiettivo di alcuni partigiani, non riuscirono ad instaurare un regime comunista sovietico. Per fortuna, aggiungerei. Ma il fatto che il nazismo, come il comunismo, lo abbiano subito altri e non noi (a noi è toccato ben prima il fascismo), non ci permette il lusso di non condannarle come ideologie nefaste e fuori dal nostro contesto democratico. O mi sbaglio? Ecco, credo che nel 2016 sarebbe l’ora di giungere ad una semplice conclusione: fascismo, nazismo e comunismo sono tutte ideologie nemiche della libertà e della democrazia. Si potrebbe addirittura obiettare che il comunismo abbia prodotto più morti di tutti, ma per onestà intellettuale non considero questa un’aggravante, perché in fondo ciò è frutto solo della longevità del comunismo, longevità che è in fondo un rifiuto tossico della Conferenza di Yalta.

Quindi, dopo tutto questo girovagare ideologico, dobbiamo decidere. Se a Bernareggio, ed in altri comuni della Brianza e d’Italia, vogliamo veramente escludere dalla vita sociale e politica chi non si rifà pienamente ai principi di libertà e democrazia, dobbiamo avere il coraggio di farlo fino in fondo, ed escludere tutti. Altrimenti, mi spiace per l’ANPI e gli amici che ancora amano il comunismo, se pensiamo di escludere dalla vita politica solo chi ha il pensiero più lontano dal nostro, questa fattispecie rientrerebbe a pieno titolo tra le azioni di discriminazione politica, attuate in virtù della forza che si detiene. Sarebbe ora di emanciparsi davvero rispetto al vecchio clima di guerra civile, allontanarci davvero da tutti quelli che usano la violenza come strumento politico, siano di destra o di sinistra, dagli agitatori di piazza, dai manifestanti che mettono a ferro e fuoco le città. Altrimenti si rischia che l’antifascismo diventi, esso stesso, una nuova forma di fascismo.

La discussione della Mozione nel Comune di Bernareggio è programmata per il prossimo mercoledì, il testo è questo. Io aggiungerei semplicemente:

dove per fascismo si intende qualsiasi concezione della vita politica e dei rapporti umani e sociali basata sull’uso indiscriminato della forza e della sopraffazione

Sarebbe già un passo avanti.