Lazzate: la Prefettura ha mentito. Ecco le prove

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Ecco le prove delle menzogne che il Prefetto ha scritto al Sindaco di Lazzate, quando assicurava che la struttura di accoglienza era ancora in fase di verifica e che avrebbe aperto un tavolo di confronto

Ad un mese dallo scoppio del caso Centro Profughi a Lazzate, il Prefetto di Monza, Giovanna Villasi, non ha trovato nemmeno un minuto per interloquire con il Sindaco di Lazzate. Tutte le comunicazioni, verbali e scritte, sono sempre arrivate dal Vice Prefetto, Conforto Galli. Non sappiamo se sia oberata di impegni, oppure semplicemente a godersi il sole della sua Calabria. Sappiamo però che un tale comportamento misura il rispetto che questa vetusta, inutile e costosissima istituzione, riserva ai rappresentanti del popolo. Ci tengo a chiarire, per quanto mi riguarda, che il livello di rispetto è reciproco.

Quello che però non si può proprio accettare dalle istituzioni, tantomeno da chi è chiamato a rappresentare l’autorità di governo, è la menzogna. Lo Stato non può mentire così spudoratamente, non può farlo ai propri Sindaci, cioè ai propri cittadini. Invece a Lazzate è successo.

ECCO LE PROVE DELLA MENZOGNA

Il giorno 7 agosto 2017 arriva una comunicazione dalla Prefettura, a firma del Vice Prefetto Conforto Galli, in risposta alle diverse sollecitazioni e missive inviate dal Comune di Lazzate, in cui si scrive nero su bianco:

Come è di prassi in tali circostanze, questa Prefettura effettua in via preliminare una verifica in ordine all’idoneità delle strutture proposte – nella fattispecie due case di civile abitazione – e successivamente si procede ad informare l’Amministrazione comunale dell’intenzione di attivare il percorso di accoglienza, anche ai fini dell’avvio di forme di collaborazione tra ente gestore e comune per l’effettuazione di attività di volontariato sul territorio

Nella fattispecie si evidenzia come le predette verifiche siano tutt’ora in corso.

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Quindi, il 7 agosto la Prefettura rassicurava che erano in corso delle verifiche rispetto all’idoneità dei locali in cui si voleva attivare la struttura di accoglienza, e si affermava come solo successivamente si sarebbe proceduto ad informare l’Amministrazione rispetto all’intenzione di «attivare il percorso di accoglienza». È la Prefettura stessa che stabilisce come l’Amministrazione Comunale sarà informata preventivamente, addirittura al concretizzarsi della semplice intenzione di accogliere. Si precisava inoltre, e siamo sempre al 7 agosto, come le verifiche fossero ancora in corso.

Non solo, ma la Prefettura si spingeva oltre, confermando la disponibilità ad aprire un tavolo di confronto, seppur su un argomento diverso da quello sollevato dal comune. Ma tant’è, il 7 agosto si scriveva, nero su bianco, che si era pronti a discutere con l’amministrazione prima di attivare la struttura di accoglienza.

Relativamente alla richiesta di attivazione di un tavolo di confronti, si ribadisce quanto già comunicato per le vie brevi alla S.V. relativamente alla massima disponibilità da parte di questa Prefettura ad attivare un confronto in ordine alla tipologia di richiedenti asilo da destinare eventualmente presso tali strutture

Parole nette, chiare, che non posso essere smentite. Peccato che si siano rivelate parole false. Menzogne. Bugie. Una totale presa in giro. Questi vecchi arnesi della burocrazie napoleonica, strapagati con stipendi a sei cifre, hanno l’arroganza e la presunzione di prendere per il naso cittadini e sindaci.

NESSUNA VERIFICA E NESSUN SOPRALLUOGO

La settimana successiva a quella lettera, giovedì 17 agosto, la Prefettura ha attivato la struttura di accoglienza, trasferendo quattro richiedenti asilo. Lo ha fatto, naturalmente, senza avvisare nessuno, tantomeno l’Amministrazione Comunale. A quanto ci risulta lo ha fatto senza procedere a nessun sopralluogo nella struttura, visto che alla nostra richiesta di fornire i verbali non ha dato seguito. Visto che nessuno, nei giorni tra il 7 agosto e il 17, ha visto arrivare negli appartamenti personale della Prefettura. E dunque quali verifiche sono state fatte rispetto all’idoneità dei luoghi? Pare una colossale presa in giro. Parole al vento, astuzie, tattiche, con il solo scopo di agevolare l’inizio di attività della D&G Research. Nessun tavolo preventivo di confronto, come scritto nero su bianco, è stato attivato.

Menzogne, bugie, falsità. Questo, mi domando, è il modo d’agire delle istituzione dello Stato Italiano? Com’è possibile tollerare tali comportamenti? Ed intanto il Prefetto sarà a godersi le meritate (e lunghe) vacanze nella sua Calabria. Vacanze ricche, visto il generoso stipendio che noi contribuenti, derisi e umiliati dalle loro bugie, ogni anno siamo costretti a riconoscergli.

Una risposta a “Lazzate: la Prefettura ha mentito. Ecco le prove”

  1. Avatar Sergio Andreani

    Le parole di un burocrate romano hanno sempre lo stesso valore: quello dello sterco di coniglio.