Lo schiaffo di Bernie a Monza. Maroni salvaci tu!

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A gennaio, mentre tutti o quasi dormivano sonni tranquilli e si impegnavano in dichiarazioni ciarliere e tranquillizzanti, io parlavo già di un Gran Premio di F1 quasi perso per Monza.
Oggi siamo ad un passo dal baratro, anzi direi che il primo piede è già sospinto nel vuoto. Il 31 marzo scorso i vertiti di Aci Milano e Sias, in una pomposa quanto vuota presentazione del piano di rilancio dell’autodromo, ci rassicuravano di come le trattative con Bernie Ecclestone per il rinnovo sarebbero iniziate a maggio, in occasione del GP di Monaco.

E un po’ ci avevamo pure sperato che fosse davvero così, si contavano i giorni del calendario in attesa della calata dei nostri nel Principato. Risultato? Il gran capo della F1 non si è nemmeno degnato di incontrarla la delegazione monzese. Il Boss si è limitato a regalare due pass nelle mani del Presidente Dell’Orto, che però inspiegabilmente pare non si sia fatto accompagnare né dal procuratore/direttore dell’autodromo Francesco Ferri, a dir la verità poco gradito e considerato negli uffici di Londra, né da Bendinelli che al contrario vanta ottimi rapporti. Insomma, quello che pensavamo fosse l’inizio di una dura trattativa per salvare la F1 a Monza si è risolta in una gita fuori porta tra il jet set monegasco. Per fortuna c’era pure il sole.

Fin qui sarebbe solo la cronaca di una magra figura e di un’occasione mancata. Purtroppo c’è di peggio. Ecclestone a Monaco ha voluto incontrare solo il Presidente Aci Sticchi Damiani, lanciando un messaggio inequivocabile: la F1 in Italia non è più una questione solo monzese. A conferma di tutto ciò abbiamo letto dell’affettuosa accoglienza riservata alla delegazione di Imola a Londra. Smancerie smaccate, foto e selfie, baci e abbracci. Badate che niente è fatto per caso, il messaggio è chiaro: con quelli di Monza nemmeno ci parlo ma fuori dal mio ufficio c’è sempre la fila.

PROVINCIA, COMUNE E TUTTA MONZA CONTINUANO A DORMIRE

Ricapitoliamo: abbiamo un contratto prossimo alla scadenza, un bilancio SIAS chiuso in rosso, un interlocutore spazientito che non ci considera e la concorrenza nazionale e internazionale che preme fuori dalla porta. E come reagisce Monza a tutto questo?

Sarebbe meglio dire come non reagisce Monza. In sottofondo il silenzio assoluto e assordante della società civile, del mondo economico e imprenditoriale: non pervenuti. La politica e le istituzioni appaiono totalmente incuranti del rischio che si sta abbattendo su di loro. La Provincia, nonostante i miei reiterati appelli, non ha nemmeno voluto riattivare l’Associazione Uniti per l’Autodromo, che tanto preziosa era state nello stimolare il territorio in passato.

Poi c’è il Sindaco, già impegnato a sbertucciare i tentativi (solo degli altri, perché dei suoi non si ha notizia) di far approvare emendamenti per ottenere la defiscalizzazione governativa sul contributo di Regione Lombardia, da lui considerati tecnicamente sbagliati, non si sente però evidentemente coinvolto più di tanto nella faccenda. Avete forse notato qualche differenza con il Sindaco di Imola che viene invece ricevuto a braccia aperte da Ecclestone? Giusto un filo diverso l’impegno dei due primi cittadini, non credete? A Scanagatti meno gli si parla di autodromo e meglio è, con la maggioranza che si ritrova in consiglio non potrebbe essere altrimenti d’altronde.

QUALCUNO VUOL FAR FALLIRE MONZA?

Poi c’è la Sias e L’AC Milano, che oggi si dicono addirittura possibilisti nel prevedere l’alternanza con Imola o con altre realtà. Una scelta a mio avviso incomprensibile e sbagliata, un harakiri, una sorta di suicidio assistito. Sembrerebbe quasi che qualcuno voglia uccidere il Gran Premio di F1 a Monza con la possibile più che probabile conseguenza di portare dritti dritti al fallimento di Sias. D’altronde questo sarebbe solo l’ultimo di una serie di fallimenti della città di Monza: fallito il calcio, cancellata la storica Associazione Industriali e alla fine la Sias e l’autodromo. Il fallimento è una tragedia, ma potrebbe anche essere vista come una golosa opportunità di chi magari pensa di poter poi prendersi tutto pagando due lire.

A questo punto la questione è grave, anzi gravissima. Monza non ha più le possibilità e le capacità di difendere il Gran Premio di F1 e forse, chissà, nemmeno una volontà granitica da parte di tutti gli attori nel farlo. E’ giunto il momento di coinvolgere i livelli superiori, se davvero la F1 è una ricchezza per la Lombardia e per l’Italia allora la Lombardia e il governo Italiano dovrebbero intervenire.

MARONI SALVACI TU!

Acclarata però, con l’infausta esperienza della fallita defiscalizzazione, l’assoluta indifferenza e incapacità del Governo Renzi rispetto a Monza e al Gran Premio di F1, non ci resta che sperare nell’unica realtà che sempre ha manifestato attenzione e sensibilità: la Regione Lombardia. Il Governatore Roberto Maroni scenda in campo in prima persona per trattare con Ecclestone, sostituendo gli attuali interlocutori ormai screditati agli occhi del patron della F1. Naturalmente servono anche i soldi. I 20 milioni da investire nell’autodromo e nel parco, entrando nella proprietà, oggi non sono sufficienti e nemmeno utili nella disperata operazione di salvataggio di Monza. Non giriamoci intorno, l’unica speranza è che Regione Lombardia trovi i 10 milioni necessari per garantire la firma del contratto con Ecclestone; dopotutto non stiamo parlando di una cifra enorme. Naturalmente questo significherà che Sias e Ac Milano facciano un passo indietro, del resto continuare a difendere il proprio orticello e coltivare gelosie provinciali non è più utile, anzi rappresenta un ostacolo. Maroni, salvaci tu!

Una risposta a “Lo schiaffo di Bernie a Monza. Maroni salvaci tu!”

  1. […] suo indotto dei suoi conti. Per la Formula Uno giusto qualche trafiletto. Non va bene e per questo, come ho già auspicato, Regione Lombardia deve continuare sulla strada intrapresa senza paure e timori, andando fino in […]