NEI MOMENTI DIFFICILI MI SENTO ANCORA PIU’ LEGHISTA

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Elezioni europee del 1999, me le ricordo bene. Nella tarda sera di quel 13 giugno avevo appena finito di svolgere il mio dovere di rappresentante di lista nel seggio nr. 1 di Misinto, mi appoggiai alla porta di uno stanzino adibito ad ufficio elettorale provvisorio, guardavo la TV che impietosa sputava sul video i primi risultati delle proiezioni, poche speranze, la Lega era crollata, un vero tracollo che ci vide precipitare dallo strepitoso 10,07% delle politiche del 1996 ad un misero 4,49% . In quei tre anni avevamo fatto tanto, la dichiarazione di indipendenza della Padania il 15 settembre 1996, il referendum popolare sulla secessione con i gazebo in tutta la Padania (i gazebi sono una nostra invenzione!) e poi il grande momento delle prime elezioni politiche  per il Parlamento della Padania. Avevamo combattuto duro per tre anni, avevamo lavorato tanto, avevamo perso e di brutto. Quello non fu il nostro peggiore risultato, andò peggio alle politiche 2001 (3,94%), ma fu la prima grande sconfitta dopo una crescita più o meno incessante nel decennio precedente. Tanti leghisti di oggi quel momento non l’hanno vissuto oppure l’hanno dimenticato, ed è un peccato perchè sono le sconfitte i pilastri su cui si poggiano solidi e duraturi successi, in politica come nella vita.  In quell’estate del 1999 arrivò un sanguinoso congresso, l’espulsione di Comino e le nostre quotazioni continuavano a scendere.

 

Per tutti la Lega sarebbe morta in quel maledetto 1999, finiti, evaporati, spariti, per molti il nostro futuro era segnato. Beh la Lega non è morta nel 1999, abbiamo lavorato altri lunghi anni, abbiamo volantinato, abbiamo fatto chilometri in manifestazioni, abbiamo bestemmiato al freddo della mattina d’inverno a montare un gazebo o imprecato per il diluvio che arriva puntuale al raduno di Pontida e se non piove si muore dal caldo.

In questi anni siamo rimasti uniti, ci siamo abbracciati dietro l’unica certezza, granitica e immutabile, ovvero che solo uniti si vince,  solo credendo nella lenta ma potente forza di un popolo che si ritrova a marciare insieme, si potrà piegare la storia, come ci ha insegnato Umberto Bossi.

Questo è il motivo per cui è in questi momenti difficili, quando tutti ci attaccano, quando la forza del nemico pare soverchiante, in questi momenti io mi sento ancora più leghista, perchè essere leghista non significa semplicemente aderire ad un movimento o ad un partito, essere leghista significa aver compreso che per compiere una rivoluzione ci vuole coraggio, tenacia e perseveranza.

Certo questa manovra non mi piace, certo questa manovra non è la manovra che vorrebbe la Lega, certo aumentare l’IVA significa far pagare solo e soltanto il nord,  aumentare l’età pensionabile alle donne solo nel privato è l’ennesima ingiustizia a vantaggio del meridione… e via di questo passo. Non ci troviamo in una posizione facile, con il tradimento di Fini il governo ha numeri risicati e con numeri risicati le grandi riforme non le fai, così come non fai i cambiamenti epocali che intanti invocano in questi giorni “pazzi”.

D’altra parte è evidente che Fini ha lavorato per tutte quelle forze che il cambiamento non lo vogliono, non ha vinto ma di sicuro ha creato un enorme danno a noi e al futuro di questa Italia che ogni giorno che passa dimostra di essere unita solo nella retorica, divisa poi su tutto, in una pacifica guerra civile strisciante e permanente.

Viviamo un momento difficile amici e fratelli padani, stringiamoci sotto il bandierone della Lega, difendiamo la nostra Lega, il bene più prezioso che abbiamo per il nostro futuro.