Nessuno si senta sconfitto, Bossi ha vinto per coraggio e passione per la Lega

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I numeri in Politica contano, credere il contrario sarebbe ingenuo e stupido; in questo senso il risultato delle primarie della Lega è stato netto: 82% per Salvini e 18% per Bossi. Complimenti quindi a Matteo e un grosso in bocca al lupo per il duro lavoro che lo aspetta. E io, da militante, sono pronto a fare la mia parte.

 

SONO ORGOGLIOSO DI AVER SOSTENUTO UMBERTO BOSSI. FELICE DI AVER FATTO IL MIO DOVERE

bossiNon ho mai chiesto nulla ad Umberto Bossi, tantomeno ho mai osato chiedergli di candidarsi, perché mi hanno insegnato che a Bossi e alla Lega non bisogna chiedere, piuttosto cercare di dare. Questo è il compito di un militante. Lui ha annunciato la sua candidatura proprio nella mia Lazzate, il 27 ottobre scorso, durante la cerimonia di inaugurazione della Piazzetta “Cesarino Monti”, presente lo stesso Matteo Salvini. Da quel giorno ho sostenuto la sua candidatura, con chiarezza, convinzione e determinazione; ho motivato la mia scelta in maniera articolata su queste pagine, ho rivendicato più volte la necessità di riscoprire i sentimenti e i valori fondativi della nostra Lega, quelli che tanti anni fa hanno dato vita all’unico vero movimento politico rivoluzionario che il Nord, e la nostra amata Padania, abbiano mai conosciuto. Sono felice ed orgoglioso di aver sostenuto Umberto Bossi, lo rifarei ancora se necessario, pur sapendo di andare incontro ad una sconfitta, fregandomene delle convenienze politiche, di quelli che ti fermano e ti dicono: “ma chi te lo fa fare?”.  I leccaculo, gli opportunisti, i cambia bandiera, ieri la, oggi qua, domani chissà, non mi interessano. I pusillanimi, da qualsiasi parte si trovino, non meritano più di un rigo della mia attenzione, sono peti che durano, nella storia, meno del loro olezzo.

 

È STATO UN ATTO DI AMORE E CORAGGIO E NON L’ UMILIAZIONE NON NECESSARIA DI CUI QUALCUNO PARLA

È stata un’umiliazione non necessaria? Come hanno titolato i soliti giornalai italioti? Non credo. Nessuno sapeva o si illudeva di poter vincere, almeno numericamente, questa consultazione, ma il significato della scelta di Bossi andava evidentemente oltre. I numeri in questo caso contano poco, perché è innegabile come vi sia un consenso enorme per Bossi sia dentro quella maggioranza che ha votato per Salvini, sia tra i tanti militanti che per mille motivi non si sono recati alle urne. Non potrebbe essere altrimenti, perché lui è il fondatore della Lega e un fondatore non può perdere, perché ha già vinto in partenza. Lui è quello che ha creato tutto. La sua candidatura era evidentemente necessaria per cancellare il tumultuoso periodo di transizione vissuto dalla Lega dal giorno delle sue dimissioni ad oggi; sarebbe stato tremendamente e profondamente ingiusto, e lo sarebbe tutt’ora, permettere che la storia di un grande uomo politico, uno dei più grandi dal dopoguerra ad oggi, venisse ridotta a poche tragiche settimane scandite dalle cronache di uno scandalo, o presunto tale, dai contorni in parte ancora fumosi e tutti da chiarire. E’ stato al contrario un atto di amore e di coraggio. Bossi è ritornato, si è rimesso a disposizione del movimento, questa è la notizia che deve renderci allegri e più fiduciosi guardando al futuro. Le cariche e i titoli, così come i numeri di voti, contano certo, ma la figura di Umberto Bossi può permettersi di andare oltre, sarebbe un errore non permettergli di farlo.

 

IL NOSTRO FUTURO RIPARTE ANCHE DA CIÒ CHE SIAMO STATI. QUESTIONE SETTENTRIONALE, QUESTIONE MORALE E LA GRANDE CATENA UMANA

Certo il voto di sabato rappresenta uno spartiacque, una svolta epocale di cui non si può non tenere conto; votare ed eleggere un nuovo Segretario Federale è stata la parte più facile, seppur importante, del grande processo di transizione a cui si è dato vita con il risultato di sabato 7 dicembre. Abbiamo conosciuto, amato e apprezzato la Lega di Umberto Bossi; ci ha fatto sperare, emozionare, piangere, urlare di gioia, e ci ha reso partecipi di battaglie epocali e memorabili. La Lega del futuro è da costruire, e partire da Umberto Bossi, dai valori e principi fondativi della sua Lega, sarebbe il primo giusto passo da compiere. Certo l’Europa che non ci piace, l’immigrazione incontrollata e dilagante, l’Euro che ci soffoca, ma ripartiamo dall’orgoglio di essere Lombardi, Veneti, Piemontesi e Padani. Torniamo a porre in primo piano la questione morale, perché la Lega è un movimento fatto da tanti militanti e persone innanzitutto oneste, nell’azione ma ancor prima nell’intenzione. Solo marcando la nostra diversità, rilanciando con forza e determinazione la questione settentrionale riusciremo, certo non sarà facile, a riconquistare la nostra credibilità. Umberto Bossi ha lanciato l’idea di organizzare una grande catena umana per risvegliare un popolo padano troppo sopito, perchè non riparire da qui? La nostra gente aspetta un segnale forte, una scossa, una scintilla per iniziare una rivolta verso Roma e questo Stato ladro.