Non accettiamo lezioni da Vimercate. I Sindaci che dicono “no” sono quelli che non vogliono ritrovarsi le mani sporche di sangue

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Pensavamo di avere un problema, invece scopriamo di averne due. La Prefettura di Monza, ne ha dato notizia ufficialmente il Sindaco di Vimercate, sta valutando l’allestimento di un secondo campo profughi, guarda caso ancora in un ospedale chiuso, questa volta si tratterebbe del vecchio ospedale di Monza. La situazione sta evidentemente sfuggendo di mano, e il continuo arrivo di immigrati clandestini sulle coste italiane, che solo per il peloso interesse politico di chi vuole coprire questo disastro, vengono definiti indistintamente profughi, porterà all’arrivo di centinaia di clandestini anche in Brianza. Ben pochi di loro sono davvero profughi, visto che la gran parte sono immigrati di tipo economico; che scontano medesime tragedie, medesime sofferenze, ma purtroppo sappiamo anche che la soluzione non può essere l’apertura indiscriminata delle nostre frontiere. Non ce lo possiamo permettere e non sarebbe una soluzione.

Il Sindaco di Vimercate, preso in mezzo in una polemica che rischia di farlo uscire malconcio, si mette a dare addosso ai Sindaci, rei di non piegarsi al volere della Prefettura. E va giù duro dichiarando:

“Voglio denunciare anche il fatto come alcuni miei colleghi di quei comuni si sono comportati come quelle persone che vedono una barca affondare e si girano dall’altra parte. Qualcosa che Vimercate non ha mai fatto”

No caro Sindaco, a questo giochino subdolo non ci stiamo! Qui ci sono dei sindaci che non sono disposti a girarsi dall’altra parte davanti alle sofferenze della nostra gente, quando invece lo stato si dimostra pronto ad aiutare chi arriva clandestinamente sulle nostre coste. Ed è invece il continuare ad alimentare questo sistema malato dell’accoglienza e dell’apertura indiscriminata delle frontiere, quello che ha portato all’evidente risultato di decuplicare il fatturato di criminali scafisti da una parte e l’evidente risultato di moltiplicare a dismisura i morti annegati dall’altra. Ci sono sindaci che dicono no a questa idea di moltiplicare e incentivare gli sbarchi e sono quei sindaci che non vogliono ritrovarsi le mani sporche di sangue.

Non accettiamo nessun ricatto morale, ma al contrario inchiodiamo i fautori di questo disastro alle loro responsabilità, che sono enormi e sono tremende.