NON ESISTE PRESIDENZIALISMO SENZA AUTONOMIA

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Il dibattito “prima il presidenzialismo o prima l’autonomia” non ha senso: per avere il presidenzialismo serve l’autonomia, la priorità è naturale. Inutile discuterne. 

autonomia

Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati a scegliere chi governerà il Paese in uno dei momenti più difficili della storia mondiale: post pandemia, guerra, crisi energetica. Tra i temi che animano questa campagna elettorale, una delle più brevi della storia, nella coalizione di Centro Destra ne emergono due che differenziano la sensibilità di Lega e Fratelli d’Italia: l’autonomia differenziata e il presidenzialismo.

Qualche giorno fa ha fatto discutere la presa di posizione di Guido Crosetto

«L’autonomia viene dopo crisi e presidenzialismo»

Guido Crosetto

Matteo Salvini, proprio in queste ore, ha ben chiarito invece la posizione della Lega:

La riforma del sistema presidenziale e’ una delle riforme su cui lavoreremo. Ma penso sia piu’ urgente e necessaria la concessione di una maggiore autonomia alle regioni, che puo’ essere approvata senza modificare la Costituzione. Come nel modello americano, il sistema presidenziale deve essere attuato con un sistema federale che dia equilibrio alla poteri centrali forti. Il meccanismo dei pesi e dei contrappesi e’ fondamentale per una democrazia

Matteo Salvini

Quindi i due partiti stanno litigando? In realtà la discussione non può essere in questi termini alternativi (una cosa oppure l’altra), quindi è tecnicamente impossibile “litigare”. Perché? E’ presto spiegato.
Come ha sintetizzato Matteo Salvini nel suo intervento di oggi a Newsmax (qui trovate la versione integrale), facendo riferimento al sistema americano, non può esistere il Presidenzialismo senza Federalismo, che nella versione attuale della nostra Costituzione prende nome e sembianze diverse: autonomia differenziata. 

ECO SPIEGATO PERCHE’ CHI VUOLE IL FEDERALISMO DEVE APPLICARE L’AUTONOMIA

Cos’è il Presidenzialismo? E’ una forma di Stato in cui esiste una sola figura, il Presidente appunto, che viene eletto direttamente dal popolo (o in una forma ibrida indirettamente, come nel caso degli USA che prevede l’elezione diretta dei grandi elettori che poi sceglieranno il Presidente) e che concentra su di sé sia il ruolo di Capo di Stato che quello di Capo di Governo. A differenza delle classiche democrazie parlamentari, come l’Italia oggi, non ha la necessità di ottenere la fiducia del Parlamento per Governare, in virtù del fatto che è già stato investito dalla fiducia popolare direttamente con le elezioni. 

E’ evidente che tale concentrazione di potere in una sola figura, nomina e revoca dei Ministri compresa, senza più il necessario contrappeso del Parlamento, non è bene che esista al di fuori di un impianto di tipo federale, dove l’autorità di ogni singolo Stato o Regione è così ampia da bilanciare il peso del Presidente. Così avviene nell’unico stato al mondo, tra quelli più avanzati dal punto di vista economico e democratico, che prevede il sistema presidenziale, ovvero gli Sati Uniti d’America. 

L’idea di portare avanti una riforma di tipo presidenziale senza attuare i dettami costituzionali in merito all’autonomia differenziata, che è comunque una forma di federalismo, appare abbastanza impraticabile nel contesto delle democrazie occidentali.

FORSE UN CROSETTO IMBARAZZATO TENTA DI BUTTARE LA PALLA IN TRIBUNA?

A dirla tutta, per opinione di chi scrive, quello di Crosetto appare più un tentativo per buttare la palla in tribuna. Togliersi dall’imbarazzo che potrebbe cogliere un esponente politico come lui della parte più dinamica e produttiva del Paese, il Nord, da anni in attesa che venga concessa l’autonomia (prevista dalla Costituzione italiana) differenziata, che si trova però oggi a militare in un partito dove aleggiano ancora dubbi su questa riforma. Imbarazzi sempre più crescente, visto che appare molto probabile come siano in arrivo anche per Crosetto e Fratelli d’italia le responsabilità di governo, dove servono i fatti e non più le chiacchiere da talk show.

Peccato, perché Guido Crosetto è considerato uno dei più preparati e autorevoli esponenti di Fratelli d’Italia, Piemontese di Cuneo e vicino alle istanze delle imprese, ci si aspetterebbe che fosse lui a convincere gli scettici, non gli scettici a frenarlo. 

Per buona pace di tutti, tentennanti e scettici compresi, giova ricordare che la questione settentrionale non l’ha creata la Lega: esiste e continuerà ad esistere fino a quando non verrà risolta. Prima lo facciamo e meglio sarà per tutti.