Ogbonna, un ragazzo intelligente. Fazio lo chiama per sponsorizzare lo Ius Soli. Ma lui dice che non è un problema, va bene così.

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Lo strapagato duo radical-chic (si parla di un milioncino di euro in due), Fazio-Littizzetto, avevano sicuramente scritto un copione diverso per la comparsata del difensore Obinze Ogbonna, classe 1988.
Avevano pensato proprio a tutto per sponsorizzare il programma del PD, che da tempo spinge per l’introduzione del principio dello “Ius Soli”, di cui ho già parlato qui, poi qui e ancora qui.
L’ospite della serata era Toto Cutugno, arrivato a Sanremo accompagnato dal Coro dell’Armata Rossa, e che arriverà addirittura a dire che prova malinconia e nostalgia per L’Unione Sovietica. Cosa non si fa per campare a settant’anni!?!

Fazio introduce il personaggio che dovrà presentare il Toto nazionale, con queste parole:”Un italiano vero, giocatore del Torino e della nazionale”. L’enfasi ha già superato i livelli di guardia! A questo punto entra in scena Angelo Obinze Ogbonna, atletico ragazzo di 189cm per 86kg, pelle color ebano; a Fazio non sembra vero, il giochetto sembra funzionare. Il presentatore ripete: “difensore del Torino e della nazionale Italiana”, aggiunge ora a scanso di pericolosi equivoci. L’enfasi è ormai fuori controllo. Ed ecco subito l’assist per introdurre la polemica sulla nazionalità, Fazio domanda:”Ecco, Angelo, ma com’è la storia italiana della tua famiglia?”. Ma cosa significa la storia “italiana”? Nulla, semplicemente deve far capire a Ogbonna quale sia il motivo per cui è su quel palco, ovvero invocare l’introduzione dello Ius Soli in Italia. Ovvero concedere la cittadinanza immediatamente a chiunque sia nato su suolo italiano. Angelo risponde tranquillo, raccontando che il padre è arrivato a Cassino per studiare 30 anni fa, e dopo pochi anni è arrivata anche sua madre e poi arrivarono lui e le sue sorelle. Nessun accenno polemico, una storia di normale integrazione. Ora a Fazio comincia a venire qualche dubbio: sarà micce che Obinze non abbia capito l’unico motivo della sua presenza a Sanremo? A questo punto diventa più esplicito, si inserisce con una domanda a cui non permette risposta:”Poi avete dovuto aspettare i 18 anni per la cittadinanza italiana?”. Secondo avviso per Angelino, avrà capito adesso? Ed eccoci al punto, domanda diretta:”Senti, siccome se ne parla molto, per fortuna, rispetto al processo di integrazione, ecco tu a che punto pensi che siamo in Italia?” Mezza Italia attende, tutti pronti ad ascoltare il ragazzo figlio di genitori nigeriani che ha dovuto subire il “calvario” di attendere i 18 anni per la cittadinanza, e che ora descriverà un paese razzista, incapace di integrare, in cui i diritti sono violati… bla bla… Dai Angelo, dai Obinze, denuncia! Ti hanno chiamato per quello! Ma lui serafico, sereno, pacifico, risponde:”Siamo al punto giusto, ho ricevuto la cittadinanza a 18 anni, ma poi io penso sia una cosa soggettiva, molti genitori ritengono opportuno non ricevere la cittadinanza, invece altri si, quindi è giusta la libera scelta”. Grande Angelo Obinze Ogbonna, uno schiaffo alla protervia radicalchic, una risposta intelligente a chi ti ha chiamato per strumentalizzare la tua storia, per farne testimonianza di una realtà che si affannano a dipingere. Ma che non esiste, con buona pace del PD che ha dichiarato che l’introduzione dello Ius Soli sarà il primo provvedimento che adotteranno nel primo Consiglio dei Ministri, alla faccia della crisi.
Essere italiano dev’essere una scelta, pare dirci Ogbonna, ponderata, frutto di un percorso lungo e irreversibile. Non una moda, non uno strumento buono per guadagnare consenso.
Gelo sul volto di Fazio, che chiude con un “grazie, grazie”.
Poveretti. Credevano di farsi gioco del ragazzino, di usarlo a loro piacimento. Hanno avuto ciò che si meritavano, perché Ogbonna, prima di essere italiano, calciatore, difensore, idolo, ha dimostrato di essere uomo intelligente, più di quei due strapagati personaggi. Spiazzandoli.