Due parole sull’affaire Camparada e cosa farei io stasera

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Dopo il famoso caso delle mancate dimissioni della Spinelli, che ha agitato la Lista Tsipras alle Europee, anche la Brianza vive un suo piccolo psicodramma (quasi microscopico a confronto) legato alle candidature presunte finte e alle dimissioni, al contrario vere, che hanno interessato il comune di Camparada, piccola ma vivace comunità di poco più di 2.000 abitanti.
Ne scrivo perché in diversi, tra militanti amici e conoscenti, più o meno scandalizzati mi stanno da qualche giorno interrogando sul tema, e siccome non voglio passare per quello che fa finta di niente quando le questioni riguardano un po’ casa nostra, due parole due, le scrivo.

Inizio con il dire che la Lega c’entra poco, visto che a Camparada nemmeno esiste una sezione e che se il risultato delle elezioni aveva lasciato pochi dubbi sul fatto che il candidato di centro destra fosse forse sbagliato, ora possiamo toglierci ogni minimo dubbio: la candidata a sindaco, Mariangela Riva, era inadatta a ricoprire quel ruolo e non presentandosi nemmeno al primo consiglio comunale, (e non ne ho memoria di casi analoghi), ha dimostrato pure una certa dose di arroganza, strafottenza e poco rispetto dei cittadini che comunque l’avevano votata. Mica tanti per la verità. Così come non sono iscritti della Lega Nord nemmeno gli altri due consiglieri che si sono prontamente sfilati dalla lotta, ovvero Giovanni Villa (il più votato con 21 preferenze) e Maria Grazia Candido (9 preferenze). Il mistero avvolge i motivi che hanno portato a queste repentine dimissioni, e sarebbe bene che magari le altre forze di centro destra, non noi visto che nessuno di questi è della Lega, richiedano maggiore chiarezza. A questo punto è diritto anche nostro conoscere la verità.
Perché è proprio questo balbettare della candidata Mariangela Riva e il silenzio degli altri due dimissionari, ad aver alimentato la teoria che vedrebbe Fabio Meroni, mio collega di giunta in Provincia, ad aver orchestrato, se non addirittura, attraverso indebite pressioni, spinto i tre alle dimissioni. Mi sembra davvero surreale. Il motivo, sempre secondo questa teoria, sarebbe da ricercare nella volontà di Meroni di assicurarsi un posto nel prossimo Consiglio Provinciale, che pone come condizione essere un sindaco o un consigliere comunale, e lui non lo è più non essendo stato eletto a Lissone. Complimenti al centro sinistra di Camparada, perché vedo che in fatto di fantasia sono al top, e di fantasia per amministrare ne serve molta oggi, visto che grazie a Renzi i comuni di soldi veri non ne hanno più.
Queste dunque le teorie. Rimaniamo però ai fatti: a Camparada, come detto, la Lega non è presente e quindi si cercava qualcuno disposto a candidarsi in quota Lega all’interno della lista di centro destra, e Fabio Meroni ha dato questo disponibilità, dimostrando spirito di sacrificio. Dopodiché, non essendoci esattamente la fila di pretendenti al posto di candidato a Camparada, Fabio Meroni è stato scelto come candidato a rappresentare la Lega.

Aperta parentesi – mi si dice che che Meroni avrebbe addirittura pubblicamente dichiarato in campagna elettorale che la sua candidatura era solo per garantirsi un posto nella futura Provincia. Non lo voglio credere, e non credo lo abbia detto, ma nel caso in cui l’avesse davvero detto, credo abbia detto una cazzata. Punto e basta. Capita a me, capita a tanti di dirne qualcuna ogni tanto, ma una cazzata detta non fa per forza un colpevole – chiusa parentesi.

Vorrei poi far notare che se Fabio Meroni, dipinto come il super potente di turno capace di tutto, avesse voluto a tutti i costi essere eletto in un comune dove han votato in 1.200 persone, probabilmente e ne sono sicuro, avrebbe messo in campo forze e profuso energie ben maggiori in campagna elettorale, cogliendo così un risultato diverso dalle 7 preferenze 7 che ha rastrellato. Non credete? Ecco perché mi appare inverosimile e ridicola la teoria cospiratrice che appare sulle pagine dei giornali.

Certo il pasticcio che ne è scaturito è brutto, e capisco gli amici e militanti colpiti dallo sconcerto nel leggere certe cose. Che fare dunque?
Non do né suggerimento ne consigli, visto che si tratta di persona politicamente più esperta di me. Posso dire cosa avrei fatto io oggi, mi fossi trovato spiacevolmente coinvolto in una vicenda simile: mi sarei presentato questa sera in consiglio, avrei salutato l’aula, il sindaco e i consiglieri, stigmatizzato chi prima di me ha dato le dimissioni e infine, dopo aver ringraziato i miei elettori, con estremo rammarico ma per evitare qualsiasi spiacevole speculazione politica che stava per coinvolgere me e il mio movimento, avrei rassegnato seduta stante le mie dimissioni. Il caso sarebbe chiuso, le teorie fantasiose svanite e avrei impartito una bella lezione, e che lezione, di stile a tutti. Ecco come la penso, ma adesso finiamola qui.