Pedemontana: ecco perché si costruisce la tratta D (breve) e non si usa la tangenziale

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Perché si costruisce la D breve, una nuova autostrada, e non si utilizza la parallela A51? Ecco le motivazioni tecniche

pedemontana

Continua e infiamma il dibattito sulla Pedemontana, soprattutto sull’ultimo tratto in fase di progettazione: la D breve chiamata a sostituire la D versione lunga attualmente prevista.  Su Pedemontana ho scritto molto su queste pagine, se vi serve un aggiornamento sui tanti aspetti toccati, date un occhio qui

IL PD PRIMA CHIEDE A REGIONE DI FARE PEDEMONTANA E POI VUOLE DIFFIDARE REGIONE DAL PROSEGUIRE

Le ultime uscite degne di nota da registrare, abbastanza surreali, sono due: l’ex Senatore Roberto Rampi, che propone di bloccare e rinunciare a Pedemontana e il Pd in Consiglio Provinciale (si chiamano Brianza Rete Comune, ma sono del PD) che propone una mozione per diffidare Regione Lombardia dal proseguire la costruzione di Pedemontana. Perché sono surreali queste posizioni? Perché fu proprio il Partito Democratico, nel giugno del 2018, a presentare questa mozione in Consiglio Regionale, che nel dispositivo impegnava il Presidente Attilio Fontana a:

sollecitare il Governo nell’individuare ed erogare finanziamenti per il completamento dell’autostrada Pedemontana lombarda, opera strategica e indispensabile per lo sviluppo economico infrastrutturale lombardo.”.

Mozione presentata dai Consiglieri Regionali del Partito Democratico, compreso il Capogruppo. Cioè, avete capito bene? Nel giugno del 2018 presentavano e facevano approvare una mozione che sollecitava il completamento di Pedemontana, considerandola opera strategica e indispensabile. Invece adesso, sempre il Partito Democratico, vuole diffidare Regione Lombardia dal realizzarla. Roba da matti. Vai a capire se siamo di fronte a una situazione di bipolarismo politico, oppure di semplice azione cialtronesca. Certo è, quale sia il caso in questione, i cittadini sono presi per il naso. Sarebbe da dire per il culo. 

AFFRONTIAMO LA QUESTIONE SERIA DEL DIBATTITO

Ora, lasciando perdere le robe da circo e tornando alla parte seria del dibattito, che merita davvero la nostra doverosa attenzione e ascolto, è utile affrontare una questione che interroga molti: perché si costruisce la tratta D e non si utilizza la A51 (Tangenziale Est) che passa con un percorso quasi parallelo alla futura Tratta D breve? Sul tema ho già avuto modo di dire la mia, sommariamente, quando me la sono presa con chi ancora agita questo tema in maniera pretestuosa, anche nel Centro Destra. 

La mia posizione non è una scelta politica, o peggio un capriccio, è semplicemente l’illustrazione e il risultato delle valutazioni tecniche che hanno portato a scartare l’ipotesi di utilizzare la strada esistente in sostituzione al tratto terminale della Autostrada Pedemontana. E’ la scelta, responsabile e consapevole, di Regione Lombardia.

LA TANGENZIALE A51 NON REGGE LA PEDEMONTANA

Partiamo dal principio. La Pedemontana ha come finalità ( e anche l’oggetto della concessione in corso) quella  di creare un collegamento diretto con l’Autostrada A4. Obiettivo che si prefiggeva l’attuale configurazione della tratta D Lunga, che si sarebbe collegata all’altezza di Dalmine. L’analisi della concedente CAL S.p.A. dal punto di vista trasportistico, ha rilevato che i flussi attuali della A51, sommati a quelli della futura Pedemontana, renderebbero necessario un robusto adeguamento strutturale dell’asse della tangenziale, che oggi conta solo due corsie per senso di marcia. Tradotto: la A51 non reggerebbe il traffico aggiuntivo generato dalla Pedemontana, rendendo obbligatorio l’ampliamento dell’asse a tre corsie, pena il caos viabilistico.  Altra problematica è la connessione con la A4, oggi mancante con la A51, quindi si renderebbe necessario un intervento sul nodo A4/A51 all’altezza di Agrate. 

L’ITER, SEMPRE SE FATTIBILE, RICHIEDEREBBE ALTRI 20 ANNI

E questi sono gli ostacoli dal punto di vista delle carenze infrastrutturali. Vi è poi un problema legato alla questione delle concessioni autostradali. La Tangenziale A51 vede come concessionario Milano Serravalle-Milano Tangenziali S.p.A, mentre l’Autostrada Pedemontana ha come concessionario Società Autostrada Pedemontana Lombarda S.p.A.. Ne deriva che il concessionario di Pedemontana non può realizzare opere e investimenti su un tratto di strada gestito da un altro concessionario. 

Tradotto in termini più semplici: ipotizzando fosse fattibile e vantaggioso (dal punto di vista economico e ambientale) pensare di realizzare la terza corsia sulla A51 e lo svincolo (e vedremo che non è così fattibile), questi lavori non potrebbero essere effettuati da Pedemontana, tantomeno rientrare nell’attuale piano finanziario. Dovrebbe essere Milano-Serravalle a promuovere un nuovo e diverso progetto, trovando le risorse  in un nuovo piano finanziario (tutto da costruire), previa revisione della convenzione di concessione che andrebbe concordata e definita con il concedente Ministero delle Infrastrutture. A spanne, con i tempi che abbiamo già sperimentato per la Pedemontana, possiamo presumibilmente ipotizzare che ci sarebbe da attendere altri venti anni. E nel frattempo, val la pena di ricordarlo, la Pedemontana sarà completata fino alla tratta C a Usmate Velate, caricando di traffico l’attuale A51 che esploderebbe, riversando i flussi nelle viabilità cittadine. 

CHI PAGHEREBBE?

E chi pagherebbe? Naturalmente i costi dell’opera dovrebbero essere coperti da Milano Serravalle, che potrebbe avere due opzioni davanti a sé: o caricare i costi sulle attuali barriere, quindi aumentando le tariffe dei caselli (che oggi si vorrebbe al contrario eliminare) acuendo il fenomeno di chi oggi bypassa la barriera caricando di traffico la viabilità cittadina. Oppure, ipotesi più probabile, aggiunge altre barriere, rendendo a pagamento tutta l’attuale A51, oggi invece gratuita. 

MA SAREBBE DAVVERO FATTIBILE L’ALLARGAMENTO?

Gli scenari appena descritti, di per sé già sufficientemente nefasti, danno comunque per scontata la fattibilità tecnica del potenziamento della A51. E dal punto di vista tecnico progettuale, a detta di chi ha affrontato la questione, di scontato c’è ben poco. Il tratto interessato dalla interconnessione della tratta C con la A51, fino alla connessione con la A4, vede la presenza di diversi ostacoli da risolvere e soprattutto di gallerie da modificare: una a ridosso della zona Ospedale e la Oreno-Vimercate di ottocento metri di lunghezza, pure in prossimità della zona urbanizzata. Intervenire su questa strada sarebbe complicato, probabilmente foriero di ulteriori proteste, cont empi di realizzazione biblici, senza contare la difficoltà nell’eventuale allestimento del cantiere. Sarebbe arduo garantire la percorrenza durante i lavori, altrettanto complicato chiudere la strada per lunghi periodi. Uno scenario che solo a pensarlo ci sarebbe da scappare a gambe levate.

Per ultimo, non per importanza, ci sarebbe da valutare il fatto che l’eventuale innesto della tratta C nella A51 andrebbe totalmente riprogettato, ma attualmente il tratto è già stato messo in gara e aggiudicati i lavori. 

IN CONCLUSIONE: PROPORRE DI UTLIZZARE LA A51 È IRRESPONSABILE. 

Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui (complimenti!) avrete intuito i motivi per cui pensare e proporre di utilizzare l’attuale Tangenziale A51 sarebbe politicamente irresponsabile. Una ipotesi al limite dell’impossibile dal punto di vista tecnico e che, nel caso sciagurato venisse percorsa, richiederebbe uno stop di ulteriori 20 anni, condannando la viabilità del vimercatese al caos totale. Chi sostiene e propone questa ipotesi lo fa con superficialità, tracciando linee nell’aria, idee valide nelle discussioni al bar che si sciolgono una volta aperte le carte. E non è questo il modo di far politica, questo è ingannare i cittadini. Creare problemi invece di risolverli.

Al contrario, la tratta D breve garantirebbe la chiusura dell’Autostrada Pedemontana con una sensibile riduzione di suolo (rispetto alla D lunga) come ho dimostrato qui, velocizzerebbe la realizzazione delle opere riducendo il periodo di tempo che separerà l’entrata in esercizio della tratta C a Usmate e l’apertura della D. Lascerebbe gratuita la percorrenza dell’attuale tangenziale A51, che potrebbe essere sgravata dal traffico più pesante, migliorando in sicurezza e in emissioni in zone urbanizzate. Perché complicarsi la vita? Per capitalizzare un po’ di consenso politico soffiando sulle paure della gente? Non posso credere che la politica, quella buona, si riduca sempre e solo al vantaggio personale o di parte. 

Per ora è tutto… ma non sarà tutto qui.