Pedemontana: la tratta D va fatta e subito

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I sindaci della tratta C hanno davvero firmato un documento che chiede di non realizzare la tratta D? Sarebbe il disastro per il vimercatese

pedemontana

C’è un pezzo di politica italiana che è affetta dal morbo del «NO». Come fosse un virus, entra nell’organismo di alcuni ambienti politici e infetta in modo sistematico e sempre uguale. I sintomi, le reazioni, gli sfoghi cutanei di una politica che si avvita su se stessa, si manifestano sempre seguendo lo stesso schema. Colpisce piccoli gruppi, sempre molto rumorosi e puntualmente trovano soddisfazione massima nella visibilità che l’essere contro qualcosa gli riesce magicamente a regalare.

Molto spesso sono pure le stesse persone, stesse facce, stessi nomi. Sono quelli che erano NO TAV, poi NO TRIV,  ancora NO TAP, NO RIGASSIFICATORI, NO NUCLEARE, NO PALE EOLICHE. In Brianza ci è toccata l’ennesima fastidiosa variante: i NO PEDEMONTANA.

A sentirli hanno sempre solide ragioni: l’ambiente, il consumo di suolo, il pericolo di cataclismi epocali, la difesa di una natura che è sempre sull’orlo di un baratro mortale. In realtà a creare danni, enormi e che siamo costretti talvolta tutti noi a pagare, sono proprio loro. I signori del NO.

Rappresentano quasi sempre sparute minoranze, capaci di conquistarsi grande risalto mediatico, soffocando le maggioranze silenziose che si limitano a utilizzare gli strumenti consoni alle democrazie: il voto e la conseguente scelta degli impegni programmatici dei diversi candidati. Prendiamo Pedemontana: l’opera ha attraversato 25 anni di dibattiti, è stata approvata ad ogni livello istituzionale esistente e previsto. Nel 2018 era uno dei più importanti impegni di mandato del Presidente di Regione Lombardia: «mi impegno a completare finalmente Pedemontana», fece sapere Attilio Fontana per tutta la campagna elettorale. Ha vinto le elezioni con venti punti di distacco, disintegrando nelle urne ogni forza politica che timidamente proponeva dei distinguo sul tema. Il Sindaco di Desio ha impostato le recenti elezioni comunali tutta sul no a Pedemontana: lo hanno mandato a casa. Così come ad Arcore, la sinistra che cavalca e blandisce i gruppi contrari a Pedemontana ha dovuto far le valigie e levare le tende. 

La gente chiede di realizzare quest’opera da 40 anni, le associazioni di impresa lo chiedono ad ogni occasione utile, anche durante l’ultima Assemblea di Assolombarda. Eppure ancora c’è chi si ostina, con metodi molto discutibili, nel tentare di bloccare un progetto che è ormai all’alba dell’apertura dei cantieri. 

L’ultima, in ordine di tempo, è una lettera promossa dal Sindaco Alberto Rossi di Seregno, ad oggi ancora sotto indagine per corruzione e turbativa d’asta per la gestione dell’integrazione societaria tra AeB con A2A, che chiede di non realizzare la tratta D. Personalmente, avendo parlato con qualche Sindaco che risulterebbe firmatario della lettera, nutro forti dubbi che fossero tutti d’accordo e consapevoli di aver sottoscritto un documento in cui si chiede di non realizzare la tratta D. Sempre che davvero i sindaci abbiano apposto una firma. Qualcuno l’ha vista?

Ma al Sindaco Rossi, ansioso di conquistare i titoli di giornale, è bastato fare un giro di mail e poi ha avvisato la stampa. Non è questo un modo serio di lavorare, non è questa la leale collaborazione tra istituzioni, come chiede la nostra Carta Costituzionale. Forse, visti anche i precedenti amministrativi che gli stanno costando una lunga indagine, il primo cittadino farebbe bene a curarsi anche della forma, che quando si tratta di rapporti istituzionali fa anche sostanza. Oltreché correttezza. 

Ma soprattutto non si gioca su temi così importanti. Perché rimane da capire come mai i sindaci della tratta C si siano espressi sulla tratta D? Quanto sono consapevoli delle ricadute, devastanti, che la mancata realizzazione della tratta D causerebbe sul territorio del vimercatese? Lasciare una autostrada a metà, ovvero fermandosi alla sola tratta C, getterebbe nel caos viabilistico tutta l’area est della provincia. Lo stanno raccontando questo ai cittadini? La verità è che i Sindaci dovrebbero chiedere e pretendere il contrario, ovvero di accelerare sulla tratta D, perché va fatta subito o perlomeno il prima possibile.

Naturalmente, i signori del NO si dileguano quando dobbiamo pagare i conti delle loro stupide battaglie. Perché sono già impegnati a cavalcare l’ennesimo fronte del NO.