Pedemontana, STOP agli egoismi

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Ad Arcore, come a Piombino, c’è un Sindaco che si pone contro l’interesse generale di una intera comunità. La Regione ha scelto la “D Breve” perché consuma meno della metà del territorio.

pedemontana

Si è concluso mercoledì il primo ciclo di confronto, partito il 3 agosto, del tavolo regionale sulla tratta D Breve di Pedemontana. Un momento di confronto con i Sindaci del territorio, costituito su indicazione del Consiglio Regionale, che ha votato una Mozione (io ero il primo firmatario) per impegnare la Giunta ad aprire il confronto. Nota polemica ma doverosa: il PD ha agitato (e continua a farlo) la mancanza di luoghi di dialogo tra sindaci interessati da Pedemontana e Regione Lombardia. Peccato che quando si è deciso di istituire questo tavolo, che si aggiunge ai passaggi obbligatori già previsti dalla legge, il gruppo del PD in Consiglio Regionale abbia votato contro. Prova provata del fatto che non è il confronto quello che vogliono, piuttosto cercano solo lo scontro. 

E questo è un vero peccato, perché i Sindaci su quei tavoli avrebbero l’occasione di far emergere criticità, opportunità ed esigenze progettuali che potrebbero trovare spazio e soddisfazione nel progetto definitivo. Migliorare il progetto della tratta D “Breve” è l’obiettivo che si aspetterebbero i cittadini. Concentrarsi invece sul NO a prescindere dell’opera, senza peraltro proporre alternative percorribili, quale senso avrebbe? Nessuno, se non quello di prendere in giro la gente, agitare e spaventare le popolazioni, per ritrovarsi poi con un pugno di mosche in mano.

Perché l’Autostrada Pedemontana Lombarda, giova ricordarlo, è già in parte realizzata: è in esercizio il primo tratto fino a Lentate sul Seveso e in procinto di aprire i cantieri per le successive tratte B2 e C, arrivando a Usmate Velate. Quindi non esiste l’opzione “non realizziamo Pedemontana”, perché è già realizzata. Non si potrà certo pensare, e speriamo di no, di voler fermare un’autostrada così, lasciandola a metà e creando il caos perenne nella Tangenziale Est? Perché l’idea di inserire il traffico della nuova autostrada nella vecchia tangenziale (A51) è un’ipotesi scartata già in partenza. E’ scritto a chiare lettere sulla relazione di CAL illustrata ai sindaci:

“L’ Opzione 0 (‘’nessun intervento’’), con la chiusura della tratta C in corrispondenza della tangenziale Est (A51) è una opzione non percorribile, in quanto la A51 che non ha capacità sufficiente per i flussi di traffico di Pedemontana e non si connette con la A4. Il mancato collegamento con la A4 farebbe anche venir meno gli obblighi di concessione “

LA POSIZIONE DI FDI È INCOMPRENSIBILE: IL SINDACO DI ARCORE COME QUELLO DI PIOMBINO

Duole constatare come alcuni esponenti di Fratelli d’Italia, addirittura un Consigliere Regionale, stia inconsapevolmente ingannando i cittadini agitando come opzione proprio quella già scartata in partenza, perché non praticabile. Nella giornata di ieri, infatti, è stato divulgato un comunicato stampa a firma Federico Romani, dove si propone di utilizzare la Tangenziale A51 al posto della tratta D breve. La domanda sorge spontanea? Ma questo Consigliere Regionale dov’è stato fino ad oggi? Dov’era quando si lavorava ad una soluzione per rendere più sostenibile il completamento di Pedemontana? Dov’era quando la sua maggioranza, di cui fa parte, e la sua Giunta Regionale dove siedono due assessori di Fratelli d’Italia, approvavano ogni passaggio su Pedemontana, con l’incarico alla progettazione della tratta D Breve? 

Il tutto per assecondare, evidentemente in vista della prossima campagna elettorale personale (le imminenti Regionali), il Sindaco di  Arcore (Fratelli d’Italia) che in questi mesi è stato sempre impegnato ad andare a braccetto con le parti più sinistre dell’ambientalismo più oltranzista e oscurantista. 

Ad Arcore insomma abbiamo una seconda Piombino: in Toscana c’è un primo cittadino di Fratelli d’Italia che sta tentando di bloccare un rigasssificatore che rappresenta la speranza di vita o di morte di tantissime imprese, aziende e famiglie italiane. Senza quell’impianto l’intera Italia rischia di rimanere senza scorte di gas. In Brianza si vuole affossare il completamento di un’autostrada che aspettiamo da decenni e su cui stiamo lavorando con impegno e fatica in questi cinque anni di legislatura regionale.

Davvero il futuro dei lombardi vale una manciata di preferenze personali? Non posso crederlo. Non è questo il mio modo di intendere la politica.

LA TRATTA D BREVE E’ LA SOLUZIONE PIÙ SOSTENIBILE PER AMBIENTE E TERRITORIO

Forse sarebbe meglio impegnarsi a studiare carte e progetti. Scagliarsi contro la tratta D Breve significa, nei numero e nei dati, boicottare la soluzione più sostenibile rispetto al consumo di suolo e preservazione di aree di pregio. Perché oggi le ipotesi in campo rimangono due: la tratta D “lunga”, progetto già approvato dal CIPE che arriva fino a Dalmine, oppure la tratta D “breve”, che scende ad Agrate collegandosi con l’Autostrada A4.

La comparazione tra le due ipotesi progettuali non lascia dubbi rispetto al fatto che la “D Breve”, scelta dalla Giunta Regionale, sia la migliore rispetto al tema della sostenibilità ambientale. Facciamo parlare i numeri, quelli presentati a tutti i Sindaci negli incontri con Regione:

La tratta D Breve occupa meno della metà del territorio rispetto alla D Lunga, non invaderà nessun parco regionale, riduce la percentuale di passaggio anche in rete verde e in aree agricole strategiche. Una differenza notevole, un beneficio tangibile rispetto alla riduzione di quella ferita ambientale che obbligatoriamente ogni grande e piccola opera porta al territorio.

Com’è possibile quindi che una delle ragioni per cui si sta contestando l’opzione della D Breve sia quella ambientale? Se si dovesse proseguire con l’attuale progetto, ovvero la D lunga, il consumo di suolo sarebbe oltre il doppio. E’ incomprensibile. 

NON POSSIAMO FARCI GUIDARE SOLO DAGLI EGOISMI TERRITORIALI

Rimane un solo motivo per cui si contesta la tratta D Breve: è vero che ha un impatto sull’ambiente decisamente inferiore rispetto alla D lunga, il problema è che passa in territori che prima non sarebbero stati interessati all’opera. Semplificando: prima si consumava più territorio, però a casa di altri (a spanne, metà in provincia di Monza e metà in provincia di Bergamo). Ora, è vero che feriamo meno l’ambiente, però passiamo sotto “casa mia”, quindi contesto e faccio barricate.
E’ sicuramente una reazione comprensibile, prevedibile, che però non può trovare l’assenso di chi è chiamato a prendere decisioni per il bene  di tutti e non guardando solo all’interesse particolare. In una parola: si tratta di egoismo. Lecito, giustificabile, però non può essere ciò che guida una scelta sovracomunale, tanto più regionale, nazionale e di interesse europeo com’è l’Autostrada Pedemontana Lombarda.
E chi vi parla, a scanso di equivoci, vive a qualche centinaio di metri da Pedemontana e in un territorio che nella prima ipotesi progettuale non doveva essere interessato al passaggio dell’opera. Quindi comprendo e conosco bene questi sentimenti, ma non posso condividerli e tantomeno approvarli.
La logica del “facciamolo sì, ma a casa degli altri e non a casa mia”, è un modo di pensare che non può funzionare. Non è serio e non porta a nulla.

LA TRATTA D BREVE SARÀ PER METÀ IN TRINCEA O IN GALLERIA

Ancora qualche dato importante: la tratta D Breve sarà lunga 9 km: il 40% è prevista in trincea, il 54% è in rilevato e il 4% in galleria. Questi i dati contenuti nella fase preliminare del progetto, non si esclude che potrebbe persino aumentare le lunghezze dei tratti in galleria e in trincea. Cosa significa questo? Che l’impatto dal punto di vista ambientale e paesaggistico si riduce ulteriormente. Non è un “mostro”, una “colata di cemento”, una “distruzione del Parco Pane”, come sentiamo spesso sostenere. E’ una strada, come ce ne sono tante altre in Italia e nel mondo. E’ una progettualità ridotta della metà rispetto a quella già prevista e approvata (D Lunga) e che si sforza di ridurre al minimo possibile la sua ingombrante presenza. Eppure? Eppure si contesta e si soffia sulla paura senza informare i cittadini. E’ questo il ruolo della politica? Fare sempre e soltanto propaganda? E’ questo il ruolo dei Sindaci? Io ho un’idea diversa di politica: penso al bene delle comunità, al fare le cose che servono, a rendere il nostro territorio sempre più competitivo. Ma forse sarà un atteggiamento troppo “vecchia maniera”. Oggi per qualcuno basta fare un selfie per fare politica!