Profughi, Anci minaccia i sindaci: piegatevi o vi invaderanno

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La permanenza in ANCI è ormai sempre più incompatibile con la figura del sindaco che difende i propri cittadini. I borgomastri liberi dovrebbero aderire in massa a Co.Nord.

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I picciotti che girano per i negozi amano chiamarla «assicurazione». La logica è elementare: tu paghi e non ti succederà nulla. Se non paghi può capitare che il negozio prenda fuoco, subisca un furto o salti per aria. Per questo la chiamano «assicurazione». In realtà è il pizzo, l’estorsione di denaro con metodi prima gentili, poi violenti. Se serve.

Ora il Ministro dell’Interno Aneglino Alfano, sarà perché lui arriva da latitudini dove il verbo mafioso si ascolta fin da bambini, ha firmato una missiva, riguardo al tema «richiedenti asilo», in cui parla stranamente di «clausola di salvaguardia» per i comuni. Tradotto: i comuni che si piegheranno al volere del Ministro, cioè accettare di accogliere i profughi attraverso l’adesione alla rete SPRAR, avranno l’assicurazione di non vedersi più scaricate frotte di immigrati a loro insaputa.

Chi non firma, così par di capire, sarà destinatario di arrivi incontrollati sul proprio territorio. Se firmi, insomma, hai l’assicurazione che non subirai nessuna invasione. Ho detto «assicurazione»? Eh già. Assicurazione, appunto.

Pur con parole morbide ed eleganti, tipiche della politica che si fa burocrazia, questo atteggiamento si riduce in concreto ad una roba poco istituzionale: una minaccia bella e buona.

La lettera firmata da Alfano, ed inviata a tutti i Prefetti e al capo della Polizia, è dell’11 ottobre scorzo.

Grave, anzi gravissima, è la successiva lettera del 4 novembre, inviata questa volta da Anci a tutti i sindaci d’Italia (anche quelli non iscritti ad Anci), che informa tutti i primi cittadini della possibilità di sottoscrivere questa «assicurazione».

Il Presidente Antonio Decaro, insieme al Sindaco di Prato Matteo Biffoni, mettono in guardia i loro colleghi:

La direttiva contiene una «clausola di salvaguardia» che rende esenti i Comuni che appartengono alla rete SPRAR, o che intendono aderirvi, dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza

Le «ulteriori forme di accoglienza», non sono meglio specificate, è facile però intuire come si intendano gli arrivi in massa e disorganizzati, proprio quelli che ogni comunità vorrebbe evitare. Quindi la minaccia, perché brutalmente di questo si tratta, viene rilanciata e fatta propria da quella che dovrebbe essere l’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, cioè da chi dovrebbe difendere i comuni, ma ormai trasformatasi a tutti gli effetti nel braccio esecutivo delle vessazioni dello Stato nei confronti dei martoriati enti locali. Anci dovrebbe rivendicare a gran voce un fatto elementare, ovvero che non dovrebbero essere i comuni a farsi carico di questa gestione, e dovrebbero difenderli da uno Stato che vuole coinvolgerli obtorto collo. Invece non lo fa.

L’obiettivo è chiaro: quello di intimorire, attraverso una minaccia nemmeno tanto velata, tutti quei sindaci che ancora non si sono piegati alla follia del sistema con cui in Italia gestiamo i cosiddetti «richiedenti asilo», che altro non è che un business che vale almeno 4 miliardi di euro l’anno e che sta moltiplicando a dismisura il numero di sbarchi. Ignorando, tra l’atro, che la diretta conseguenza è quella di aggiornare costantemente al rialzo il tragico conto di vittime innocenti.

Appare evidente, tranne per i pochi che ancora non l’avessero capito, come la permanenza in ANCI di tutti quei sindaci liberi, non politicizzati e non legati ad un sistema di potere che pensa solo a sfruttarli, sia ormai divenuta incompatibile.

Per questo l’invito rimane quello di lasciare ANCI ed iscriversi in massa a CO.Nord, ormai unico baluardo difensivo per tutti quei borgomastri che vogliono resistere e continuare a difendere i propri territori e i propri cittadini.

Siamo in tanti ad averlo già fatto, con buon sollievo delle casse comunali e con piena soddisfazione politica.

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Lettera Alfano

 

 

 

 

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Lettera Anci