Roma ladrona, Regione non perdona

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La Regione ricorre contro lo Stato, come avevo indicato nella mozione presentata in Consiglio Provinciale. Intanto Ponti non fa nulla per salvare le linee dei BUS, pronto a sacrificare i pendolari per le regionali 2018

roma

E’ passato giusto un mese da quando segnalai quanto sancito in una recente sentenza della Corte Costituzionale, precisamente la 205/2016. Lo feci evidenziando come quella sentenza non avrebbe lasciato scampo allo Stato: deve pagare. E mentre attendiamo ancora che la Provincia dia seguito alla promessa, votata in Consiglio Provinciale, di promuovere un’azione legale contro Roma, ecco che la Regione è scesa in campo. Palazzo Lombardia, qundi, la pensa come il sottoscritto: lo Stato non può fare quello che vuole e tagliare come vuole. Tantomeno può pensare di continuare a depredare gli enti locali, costringendoli poi a tagliare servizi essenziali ai cittadini, come sta accadendo per le due linee brianzole Z225 e Z227 a rischio soppressione, diventate ora il simbolo di una sacrosanta lotta contro Roma ladrona.

REGIONE LOMBARDIA RICORRE CONTRO LA FINANZIARIA 2017

Nella seduta di ieri, la Giunta di Regione Lombardia ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale, contro la Legge di stabilità 2017:

PROPOSIZIONE DI RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE PER QUESTIONE DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE DELL’ART. 1COMMI 468,528 DELLA LEGGE 23 DICEMBRE  2016 N. 236 RECANTE “BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L’ANNO FINANZIARIO 2017 E BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2017-2019″

Si autorizza Regione Lombardia a ricorrere avanti la Corte costituzionale per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge di Stabilità 2017 per omessa previsione della riassegnazione alle Regioni e agli Enti locali, subentrati nell’esercizio di funzioni provinciali non fondamentali, delle risorse sottratte a Province e Città metropolitane.

L’oggetto del contendere, come avevo già indicato nella mia mozione presentata in Consiglio Provinciale, è proprio la mancata «riassegnazione» delle risorse da parte dello Stato. Quelle risorse che Roma continua a prelevare alle Province, messe oggi nelle condizioni di non operare, senza però riassegnarle a nessun altro ente, che in qualche modo è chiamato a subentrare nella gestione di competenze che le aree vaste non possono o non devono più svolgere.

BUS SEMPRE PIÙ A RISCHIO: ALTRI 70 MILIONI DI TAGLI ALL’ORIZZONTE

Come ho ribadito più volte, anche in Consiglio Provinciale, le risorse per scongiurare i tagli al trasposto pubblico locale devono arrivare dallo Stato, perché è lo Stato che ha prelevato questi soldi che ora mancano. Non altri.

Non certo la Regione, che a breve subirà l’ufficializzazione di un nuovo drammatico taglio. Pare ormai certo, così almeno hanno deciso a Roma, che nel pacchetto di 2,7 miliardi di tagli previsti per le regioni, la Lombardia si vedrà sottratti ulteriori 70 milioni sul fondo per il trasporto pubblico.

Diventa sempre più difficile e stucchevole, a questo punto, sostenere che debba essere Regione Lombardia a metterci le risorse che la Provincia non riesce più a garantire per coprire i suoi contratti. Questa posizione, che è quella che continua ostinatamente a tenere il Partito Democratico brianzolo, si sta rivelando esattamente per quello che è: un tentativo di bieca speculazione politica, per addossare le colpe all’unico livello di governo dove la maggioranza è di centro destra. Il tutto, naturalmente, sulla pelle dei cittadini e utenti brianzoli.

LA PROVINCIA RIMANE IRRESPONSABILMENTE IMMOBILE. NON FA NULLA.

L’atteggiamento della Provincia si sta rivelando irresponsabile. Passano i giorni e le settimane, senza che il Presidente si muova in una direzione, senza che riesca a prendere una decisione risolutiva sul tema del trasporto.

Una sorta di politica del «laissez faire», che al contrario di rappresentare le virtù del liberismo, incarna un atteggiamento al limite del menefreghismo e dell’ignavia. La logica della Provincia è più o meno questa: io non faccio nulla, lascio semplicemente che gli eventi maturino nelle loro conseguenze peggiori, costringendo così altri ad intervenire al mio posto.

PONTI PENSA ALLE REGIONALI 2018 E NON VUOLE SPORCARSI LE MANI

L’importante è non fare nulla che arrechi un danno politico. Perché la Provincia non fa nulla, soprattutto non fa le tre cose che dovrebbe assolutamente fare.

Non mette in mora lo Stato per recuperare soldi, così da non «offendere» il Governo Gentiloni, che è del Partito Democratico.

Non attua nessuna manovra, seppur antipatica e impopolare, per mettere in salvaguardia il sistema del TPL, evitando di mettere mano anche a minimi aumenti tariffari.

Non propone tagli alternativi e diversi, magari con riduzioni minime ma generalizzate su tutte le corse, per scongiurare la totale cancellazione di due linee così importanti, come la Z225 e la Z227. È evidente che il Presidente non lo fa, e nemmeno lo ipotizza, per non risultare impopolare. Così dimostrando, spiace constatarlo, di non avere la stoffa e la palle di un amministratore. Lui è già proiettato alle elezioni regionali del 2018, e per capitalizzare un po’ di consenso è disposto a sacrificare i 9.000 utenti della Z225 e Z226, a cui farà naturalmente credere che la colpa è di Roberto Maroni, invitandoli a votate Partito Democratico, ovvero il responsabile della soppressione. Funziona così, purtroppo, si chiama cattiva politica.