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Milano non si azzardi a tagliare i bus in provincia quando sta incassando 50 milioni di euro in più. Questa volta i sindaci del PD sono rimasti soli a difendere gli interessi di Sala

Beppe Sala Sindaco di MIlano

Ci risiamo, il PD milanese torna a fare il prepotente (e il furbetto) sul tema trasporto pubblico. Naturalmente, nemmeno a dirlo, tutto sulla pelle di cittadini e utenti. E ancora una volta, spiace doverlo constatare, trova la disponibilità dei Sindaci di centro sinistra della Provincia di Milano, che invece di difendere i propri cittadini penalizzati dagli atteggiamenti e scelte di Milano, antepongono come sempre l’appartenenza al partito e alla fazione politica. Profonda tristezza, ma ci siamo abituati.

::I SINDACI DEL PD FANNO GLI INTERESSI DEL PD E NON DEI CITTADINI::
Qualche giorno fa, infatti, una ottantina di Sindaci (tutti del PD e dintorni) del milanese hanno accettato di sottoscrivere una lettera preparata da Siria Trezzi, già sindaco PD di Cinisello Balsamo (poi sconfitta dal leghista Giacomo Ghilardi), oggi Consigiere della Città Metropolitana con delega alla mobilità. La missiva ha lo scopo, e te pareva, di attaccare la Regione Lombardia, denunciando un presunto «taglio» di 3,4 milioni delle risorse che Regione distribuisce all’Agenzie del Trasporto Pubblico Locale di Milano, Monza e Brianza, Pavia e Lodi.

La verità è presto detta: lo Stato centrale assegna le risorse destinate a finanziare il trasporto pubblico locale alle Regioni, queste hanno poi autonomia nel gestire la loro ripartizione sul territorio. E qui si registra già il primo problema per la Lombardia, ancora una volta penalizzata. Da noi si muove il 24% dei passeggeri nazionali, ma le risorse che ci vengono assegnate rappresentano solo il 17% dello stanziamento totale. Mancano soldi da Roma.
La Lombardia, per distribuire le risorse alle varie agenzie territoriali, ha deciso nell’ormai lontano 2017 (delibera 7644/2017) di assumere come criterio quello dei costi standard, superando la logica dei costi storici. Cosa significa? Si trasferiscono le risorse in base alle reali esigenze e costi, e non semplicemente trasferendo a piè di lista ciò che ogni agenzia (o comune e provincia) hanno sempre speso.
Tradotto: l’obiettivo è premiare le gestioni più virtuose, punendo quelle realtà in cui i costi del trasporto sono decisamente più alti della media, che a occhio e croce è dove si annidano gli sprechi.
E’ in fondo la logica che vorremmo applicare anche a livello nazionale, con l’obiettivo di superare i tanti sprechi che attanagliano molte regioni italiane e che penalizzano quelle più virtuose. Come Regione Lombardia.

::LA CITTA’ DI MILANO NON RISPETTA I COSTI STANDARD, COME FOSSE LA REGIONE SICILIA::
E quindi? Perché i sindaci si lamentano? Semplice, perché l’arrivo dei costi standard si è tradotto, per l’Agenzia del TPL di Milano, in una riduzione di risorse pari a 3,4 milioni di euro. Motivo? I servizi della città di Milano non sono evidentemente in linea con i costi standard, ovvero costano troppo. Concetto semplice, parente di quello ancora più chiaro: ci sono sprechi e inefficienze. Insomma, semplificando, la Città di Milano è un po’ la Regione Sicilia quando si tratta di trasporto pubblico locale.

Ora cosa si dovrebbe fare davanti a sprechi e inefficienze? Un amministratore mosso dalla logica del buon padre di famiglia (ah no, non si può più usare questa espressione perché secondo il PD è sessista) si impegnerebbe ad eliminare gli sprechi e ridurre i costi, a parità di servizio. Invece cosa fa il PD? Se la prende con la Regione, aizzando i sindaci. Atteggiamento irresponsabile e grave, tenuto anche conto che la decisione è del 2017 e noi siamo nel 2020. C’era quindi tutto il tempo per prepararsi in tempo all’introduzione dei costi standard. Cosa hanno fatto? Evidentemente niente.

Ma c’è un altro aspetto, ancora più scabroso e per cui questi sindaci dovrebbero vergognarsi di tenere la parte di Milano.
L’Agenzia del TPL di Milano, Monza Brianza, Pavia e Lodi, controllata totalmente dal Sindaco Beppe Sala e dal PD, ha varato come noto l’aumento del biglietto urbano a 2€ e l’introduzione anticipata della tariffazione integrata. Questione che ha scatenato una lunga coda di polemiche, che ho già ben spiegato qui. Questa mossa, come abbiamo sempre denunciato, sta generando un maggiore incasso per Milano nell’ordine dei 50 milioni i di euro. E se la matematica non è ancora una opinione, nemmeno in casa PD, 50 milioni di euro sono molti di più di 3,4 milioni di euro. Quindi, se tu introiti 50 milioni in più non puoi non riuscire ad assorbire una riduzione di 3,4 milioni, che peraltro potevi superare allineandoti per tempo ai costi standard.

::MILANO NON SI AZZARDI A TAGLIARE I BUS AI NOSTRI RAGAZZI::
E soprattutto, aprite bene le orecchie sindaci di sinistra, Milano NON SI DEVE AZZARDARE a far pagare le proprie inefficienze di gestione ai cittadini della provincia. Non DEVONO NEMMENO PROVARCI a diminuire nemmeno un singolo metro di corsa dei bus che portano i nostri ragazzi nelle scuole della provincia, anzi dovrebbero metterne di più visto che sono stipati come sardine.

Non è un caso che i sindaci di Lega e centro destra, che evidentemente antepongono l’interesse dei cittadini a quello dei partiti, si stanno muovendo proprio in questo senso. Quindi la smettano i sindaci del PD di seguire le sirene e gli interessi dei milanesi, solo per alimentare l’infantile guerra di Beppe Sala contro la Regione. Spingano perché Milano si allinei finalmente ai costi standard. Regione ha sempre fatto la propria parte, anche sostituendosi allo Stato quando ha messo in ginocchio le province. Regione Lombardia stanzia per l’agenzia del TPL di Milano ben 417,7 milioni su un totale di 629 a disposizione per tutta la Regione. Milano faccia la sua parte, dimostri di essere capitale europea e di saper gestire un trasporto pubblico locale efficiente.