Il sospetto che il Parco punti alla chiusura del crossodromo. Ecco le prove

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Il Presidente della Rovere invia una relazione sulla vicenda “crossodromo”, gettando una luce sinistra sul suo operato: l’obiettivo è davvero quello di farlo scomparire?

crossodromo

Vi ricordate quella storia del Parco che ha deciso di dare in gestione solo un pezzo di una pista? Ecco, ci sono sviluppi. Grazie all’azione della Lega Nord in Consiglio Provinciale, dove al momento giace in attesa di discussione una nostra mozione a tutela dell’impianto, il Parco delle Groane ha iniziato a dire la propria sulla vicenda, scrivendolo nero su bianco in una relazione.

La difesa, se così possiamo chiamarla, sta tutta in un documento di tre paginette, inviato qualche giorno fa al Presidente della Provincia. Ci sono buone notizie? Direi il contrario.

IL PARCO CONSIDERA IL CROSSODROMO UNA CONTRADDIZIONE

Nella parte iniziale del documento, infatti, si rimarca più volte, e con enfasi, come tale impianto sia da considerarsi non compatibile rispetto alle norme del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco, laddove espressamente vietano alcune attività. Si ribadisce più volte che la presenza del crossodromo va intesa dunque come una concessione straordinaria, che viene ad un certo punto definita nella relazione una «contraddizione», e che comunque rimarrà valida solo fino alla dismissione dell’impianto.

Certo, qualcuno potrà facilmente obiettare, quella non è nient’altro che la norma di riferimento. Vero. Ma è leggendo la relazione, così come impostata nei modi e nei toni, che appare evidente una certa insofferenza nel dover sopportare una presenza che non viene evidentemente considerata come positiva, addirittura la si considera contraddittoria.

L’AUTORIZZAZIONE VALE SOLO FINO ALLA DISMISSIONE

Il fatto poi, che si ricordi come l’autorizzazione è valida solo fino alla dismissione dell’impianto, quindi non più riattivabile, getta una luce sinistra sulla condotta, per chi scrive incomprensibile, che ha tenuto il Parco in questa vicenda.

Serve ricordare che forse un peso, non secondario, ce l’hanno anche i pessimi rapporti che intercorrono tra il Presidente del Parco, Roberto Della Rovere, e il Sindaco di Ceriano, Dante Cattaneo. I due si sono più volte scontrati, in quanto il Presidente del Parco non gradisce le continue denunce e allarmi, quelli che il primo cittadino cerianese ha lanciato per sottolineare la crescente presenza di spacciatori e delinquenti nel Parco. Episodi che Della Rovere vorrebbe minimizzare, ma che la cronaca continua a riproporre con maggiore gravità: recentemente si è registrato addirittura un omicidio a colpi di pistola.

L’OBIETTIVO È QUELLO DI CHIUDERE IL CROSSODROMO? ECCO COME

A pensar male, insomma, viene il sospetto che l’obiettivo di Della Rovere, quando ha deciso di spezzare a metà la pista attraverso il bando di gestione unilaterale, fosse stato quello di metterne a repentaglio la buona conduzione della stessa. Se il nuovo gestore, che si è impegnato a garantire un sacco di soldi ogni anno, non riuscirà a gestire un impianto «monco», sarà costretto a portare a dismissione l’attività. E una volta dismessa l’attività, come più volte ribadisce e ricorda il Presidente nella sua relazione, nessuna pista potrà più essere autorizzata. E a quel punto qualcuno avrebbe raggiunto il suo obiettivo: chiudere per sempre il crossodormo.

ERA POSSIBILE EVITARE LA GARA, MA LA RELAZIONE NON LO DICE

La relazione, nel tentativo di scongiurare l’imbarazzo di dover giustificare la decisione di spezzare in due una pista che è intera da anni, ribadisce più volte l’obbligatorietà di dover passare attraverso un procedimento di gara per selezionare un gestore dell’impianto. Vero? Solo in parte.
Certo questa sarebbe la soluzione più facile, e sarebbe stata la più scrupolosa e anche accettabile, se solo si fosse messo a gara l’intero impianto e non solo un pezzo.

Quello che però non viene detto nella relazione del Parco, costituendo una curiosa omissione, è che in base al D.L. 185/2015 del 2016, le Associazioni sportive possono ottenere la gestione gratuita di un impianto, salvo presentare un progetto di riqualificazione e ammodernamento dello stesso.

Perché non è stata valutata questa ipotesi? Perché non è stato aperto un tavolo di confronto con il Comune di Ceriano proprietario di parte dell’impianto?

Forse perché si voleva giungere a questa criticità? Il dubbio, anzi qualcosa di più, è lecito.

C’è un passaggio della relazione significativo rispetto a come questo presidente tiene i rapporti istituzionali: il Parco, desideroso di conoscere i contenuti della convenzione firmata da Ceriano, non la chiede al Comune, come sarebbe logico, ma invia richiesta al locale Moto Club. Curioso.

DEVE IMMEDIATAMENTE INTERVENIRE LA PROVINCIA

Io credo, a questo punto, che la Provincia di Monza e Brianza, uno dei membri più importanti della Comunità del Parco, debba intervenire immediatamente, per evitare che le diatribe e gli screzi personali e politici di due soggetti istituzionali (Sindaco e Presidente), pregiudichino il patrimonio sportivo e storico di un’intera comunità. Se invece, come sospetto, qualcuno si pone l’obiettivo di eliminare per sempre il crossodromo, allora siamo sulla buona strada.