SQUILLI DI RIVOLTA IN BRIANZA! 31/10/2012, il giorno dell’infamia per le autonomie

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“When, in the course of human events, it becomes necessary for one people to dissolve the political bands which have connected them with another and to assume among the powers of the earth the separate and equal station to which the laws of nature and of nature’s God entitle them, a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel them to the separation”

Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione

ADESSO BASTA! Da ieri non si tratta più di difendere un’istituzione, una Provincia costata 30 anni di lotta, un Consiglio, una Giunta, un Presidente,  una cadrega. Qualcosa di ben più importante, più prezioso e che preordina ogni tipo di rapporto tra uno stato e il suo popolo, è stato messo in discussione dal decreto varato ieri, mercoledì 31 ottobre 2012, giornata dell’infamia: il rispetto verso le più elementari forme di autonomia.

L’attacco non è alle Province, agli enti inutili, alla politica, agli sprechi (avrete notato che ai risparmi non si fa più cenno); la guerra è mossa contro ogni rivendicazione all’autogoverno, al gestirsi le proprie risorse, coltivare le proprie aspirazioni, costruire e disegnare il futuro del proprio territorio, del proprio Municipio, della propria casa, della propria famiglia.

Lo stato ci vuole agnelli docili, pecore bone solo per farsi tosare, senza gridare, senza lamentarsi.

La Brianza è una delle aree economicamente più forti del paese, una terra d’ingegni, di lavoro e sudore, d’impegno, di storie di successo; loro tutto questo lo sanno, più di noi, e puntano al nostro tesoro, al nostro bottino.

Ci hanno umiliato, ci hanno deriso, ci hanno vilipeso ma ADESSO dobbiamo dire BASTA!

Dopo le Province sarà la volta dei Comuni, e dopo ancora colpiranno a morte il nostro sistema produttivo, costituito da piccole e medie imprese, dinamiche, efficienti, autonome, il contrario rispetto ai grandi gruppi industriali, tedeschi e francesi, già oggi lì in attesa alla finestra, pronti a conquistare la nostra terra quando sarà deserto.

 

Credo sia giunta l’ora di ribellarsi, come e dove lo decideremo, ma non possiamo stare in silenzio, non possiamo subire ogni sopruso di chi pretende, nel chiuso di una stanza di un consiglio dei ministri, di decidere del nostro futuro, senza interpellarci, senza ascoltarci, senza portarci rispetto.

 

“Squilli di rivolta”, è giunta l’ora di farci sentire!

SQUILLI DI RIVOLTA!

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