Io sto con gli indipendentisti. Difendiamo i nostri fratelli, anche se sbagliano

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Leggendo le duecento pagine dell’ordinanza del GIP, (scaricabile qui), che ha portato in carcere ventiquattro indagati e due ai domiciliari, nell’inchiesta sugli indipendentisti veneti, non mi è sfuggito un particolare: i fondatori ed ideatori di questa “Alleanza” sono tutti lavoratori. Si tratta di gente che ha tirato la lima tutta una vita, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti; gente che suda insomma, paga le tasse e fa i salti mortali per trovare tempo e denaro per la causa. Non si tratta certo di studenti annoiati, né tantomeno di figli di papà che giocano a fare la rivoluzione armata. Il tratto della genuinità è comune a tutti, fino al punto d’essere percepiti quasi come ingenui. Sono persone pericolose? Difficile crederlo, soprattutto per alcuni di loro. Parlavano di rivoluzione armata certo, parlavano di atti eclatanti certo. Parlavano appunto. Hanno allestito una ruspa certo, hanno cercato di acquistare delle armi, vero. Non si trova però traccia di una volontà di organizzare attentati o qualsiasi altra cosa simile, che possa nuocere veramente a qualcuno.

Sono persone, individui, uomini certamente esasperati, stufi marci di sentirsi oppressi, schiacciati, stanchi di vedersi rubare il futuro per se e per i proprio figli. Ma quanti di noi covano da anni questi sentimenti? Io sicuramente, come tanti di voi.
Sognano lo sgretolarsi dello Stato italiano, si muovono per conquistare la libertà della propria terra, non sopportano più l’oppressione di un governo che tassa e spreca, tassa e spreca, da decenni, in continuazione. Sono stufi di alzarsi ogni santa mattina, aprire la bottega ogni volta che vien giorno, e lavorare duro, sudare, spaccarsi la schiena per mantenere mezza Italia, quella che non fa altro che odiarci, denigrarci e insultarci.
Questi sentimenti, questi pensieri, queste idee, sono anche le mie, le nostre e le vostre; sono le stesse idee e pensieri di tanti semplici cittadini, mica di terroristi, rivoluzionari, violenti, pazzi o assassini.[tweetability] Si può processare un’idea? Si può incarcerare qualcuno per un pensiero, per una parola? No, non si può e non si deve[/tweetability].
Certo, loro sognavano l’insurrezione armata, non credevano più nella possibilità di cambiare le cose democraticamente, non credevano più nella politica, nella capacità di sovvertire lo Stato attraverso la strada maestra della democrazia. Ecco allora il punto. Sbagliavano nel battere una via alternativa a quella pacifica, che passa necessariamente dalle urne e dal consenso popolare. Ecco perché, da una parte, non posso non considerarli dei fratelli, ma devo ammettere che sono dei fratelli che sbagliano; sono probabilmente caduti nella trappola, la solita, del centralismo romano. Hanno ceduto alle provocazioni. Attenzione però, sbagliano, ma le colpe non sono tutte loro, anzi. Il potere di Roma ha una grande responsabilità in tutto questo; domandiamoci chi ha lavorato per distruggere e delegittimare, ben oltre le sue presunte colpe, la Lega Nord, ovvero l’unico baluardo democratico che rappresenta le sacrosante istanze dei popoli oppressi della Padania? Roma. Chi ha indebolito lo strumento cardine di ogni democrazia, ovvero la consultazione elettorale, il diritto di voto? Sempre Roma, insistendo oltremodo e con pervicacia, alla costruzione di Governi delegittimati nella radice, perché frutto di giochi di Palazzo piuttosto che di libere votazioni. Chi ha messo in discussione pesantemente il ruolo delle autonomie locali, strangolando i Comuni con il patto di stabilità, svuotando le Province, arrivando a disegnare lo smantellamento delle Regioni attraverso la riforma del titolo V? Sempre Roma. Se semini vento, non potrai che raccogliere tempesta. Non può essere certo un caso che tutta questa vicenda, controllando le date, parte proprio dalla primavera del 2012, il momento in cui si scatena l’offensiva contro la Lega Nord, in cui inizia la stagione dei Governi fantoccio, delle ibridazioni politiche e de giochi di Palazzo. È chiaro che questa vicenda è anche un monito a Renzi, a Napolitano e al governo italiano. Ora fingono di mostrare i muscoli, sbattono in galera persone innocenti e pacifiche, come Rocchetta e Bernardelli. Cercano di spaventare la libera stampa, indagando e mettendo a soqquadro la casa del Direttore de l’Indipendenza.com Gianluca Marchi, reo di dare spazio alle istanze indipendentiste. Essere indipendentista, sognare la libertà, non può essere un reato. Ecco perché difendo quelli che oggi, in questo momento più che mai, sento come miei fratelli, anche se magari hanno sbagliato, non importa. [tweetability]Il nemico è altrove, il nemico è quello fuori dalla nostra grande famiglia, il nemico è sempre e soltanto uno: Roma.[/tweetability]