Tutte le menzogne sui profughi

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Questo sarà un post dove parlerò (volutamente) pochissimo, limitandomi il più possibile a riportare dati e dichiarazioni di chi è lontano anni luce dall’essere tacciato di «leghismo».

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MIGRANTI O RIFUGIATI?

Chi non vuol far capire, confonde. Così accade da tempo che su tutti i media, italiani ed europei, si mischi in un calderone unico immigrati economici, rifugiati, profughi e clandestini. Tutto shakerato come fossero la stessa cosa e come se fosse corretto trattare queste figure in modo identico.

Non è evidentemente così, e a dircelo è l’Unhcr (non la Lega Nord), che spiega bene qui quanto sia dannoso e pericoloso mischiare le figure degli immigranti e dei rifugiati:

With almost 60 million people forcibly displaced globally and boat crossings of the Mediterranean in the headlines almost daily, it is becoming increasingly common to see the terms ‘refugee’ and ‘migrant’ being used interchangeably in media and public discourse. But is there a difference between the two, and does it matter? The two terms have distinct and different meanings, and confusing them leads to problems for both populations.

Con quasi 60 milioni di sfollati a livello globale e i viaggi in barca del Mediterraneo che sono in primo piano quasi quotidianamente, sempre più spesso i termini “rifugiato ‘e’ migranti ‘sono utilizzati in modo intercambiabile sia dai media che nei discorsi pubblici. Ma c’è una differenza tra i due, ed è importante?

Sì, c’è una differenza ed è importante. I due termini hanno significati distinti e diversi, confonderli crea problemi per entrambe le popolazioni

Quindi in Italia e in Europa si stanno creando parecchi problemi a queste popolazioni, e lo stanno facendo gli stessi che credono di fare de bene. Precisa ancora l’Unhcr:

Politics has a way of intervening in such debates. Conflating refugees and migrants can have serious consequences for the lives and safety of refugees. It can undermine public support for refugees and the institution of asylum at a time when more refugees need such protection than ever before.

La politica ha un suo modo per intervenire in questi dibattiti. Confondere rifugiato e migranti può avere gravi conseguenze per la vita e la sicurezza dei rifugiati. Si rischia di mettere in discussione il sostegno pubblico per i rifugiati e l’istituto stesso dell’asilo nel momento in cui i rifugiati più hanno bisogno di tale protezione.

Sufficientemente chiaro? Non distinguere tra le due figure significa mettere in pericolo la vita di chi ha diritto di essere protetto. Non arrivo ad accusare qualcuno di essere una «bestia», però è innegabile che la superficialità a volte uccide.

I PROFUGHI SIRIANI, QUANTI E DOVE SONO?

«Dobbiamo aiutare i profughi che scappano dalla guerra in Siria, per questo apriamo i confini dell’Italie e dell’Europa». Così la raccontano agli italiani, per giustificare la disastrosa gestione dell’immigrazione clandestina in questi ultimi anni.

Ma stiamo davvero aiutando i profughi siriano?

Gli ultimi dati dell’Unhcr ci dicono che i profughi siriani nel mondo sono 4.986.760 (dato aggiornato al 17 settembre 2015). Di questi quasi 5 milioni di disperati l’Europa ne ha accolti fino ad agosto 2015 solo 428,735. Sono in realtà ancora meno se consideriamo solo gli stati UE, ovvero 346.214.

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Questo significa che l’Europa sta spendendo svariati miliardi di euro per gestire meno del 10% dei profughi scappati dalla Siria. Stiamo creando un problema enorme, destabilizzando le politiche interne di alcuni stati europei, costruendo muri di filo spinato, schierando eserciti, quando il 90% delle persone da aiutare stanno altrove. Non arrivano da noi. Quindi tutte queste risorse che spendiamo, nell’ordine di svariati miliardi di euro, siamo sicuri che siano spese nell’interesse dei siriani? Dubito, visto che stanno altrove.

E dove sono i profughi siriani? Semplice, sono là dove ogni persona si aspetterebbe di trovarli: ovvero in quegli stati posizionati appena oltre i confini della Siria. Perché il profugo, come lo sfollato, scappa dalla guerra o da una calamità ma con la speranza di ritornare al più presto nella propria casa.

In Turchia i profughi ospitati nei campi sono 1,938,999, quasi la metà del totale. In Giordania sono 628.877 e in Libano 1.113.941.

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In Italia i profughi siriani sono praticamente inesistenti, l’Unhcr ne conta ad oggi solo 2.143. Questo significa una cosa molto semplice: spendiamo qualcosa come 36€ al giorno per ogni individuo accolto nelle nostre strutture, ma tra questi praticamente nessuno arriva dal principale flusso di profughi che investe oggi il mondo.

E mentre noi spendiamo 36€ al giorno per persona, sapete quanto riceve come aiuto economico il restante 90% di profughi presente nei campi extraeuropei? Il programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite stanzia 13,50¥ al mese per questi, che sono evidentemente rifugiati di serie B. E la notizia degli ultimi mesi è che non riuscirà nemmeno a confermare questa miseria di aiuto.

Non ci vuole un genio per capire che basterebbe spendere un decimo delle risorse che stiamo impegnando per «aiutare» il 10% dei profughi siriani, e avremmo moltiplicato gli attuali aiuti che inviamo al restante 90%. Il dubbio è che questa idea a qualcuno non andrebbe mica tanto bene, forse proprio quelli che sono chiamati a fatturare quei miliardi di euro che stanziano gli Stati Europei. Siamo sicuri che stiamo aiutando i siriani? O aiutiamo solo i soliti furbetti?