Ve lo dico io: la F1 a Monza è (quasi) persa

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Monza-GP-F1-2014Nel menefreghismo più assoluto, senza che si muova nessuno tra le istituzioni locali, mi sento di darvi una notiza: la Formula Uno a Monza è quasi persa.
Riassumo in breve la storia, che per molti è arcinota: già nel settembre 2013 Ecclestone era pronto a firmare un prolungamento del contratto, naturalmente prevedendo cifre diverse dalle vecchie condizioni (11-12 milioni di $). Ma tra un tentennamento e un rinvio, tipicamente italiani, si è arrivati al settembre 2014. Bernie ha continuato a chiedere una cosa molto semplice: i soldi. O si paga una cifra più o meno doppia rispetto al passato, diciamo 23/25 milioni di $, oppure il contratto, che scade nel 2016 non si rinnova.
Il patron della Formula Uno si è sentito rispondere con l’ennesima giustificazione: dato il recente rinnovo dei vertici Aci e Sias, si chiedeva un rinvio. Ecclestone lo concede, e ci si da appuntamento alla fine di maggio 2015, per il GP di Monaco.
Ora, se i più avveduti tra di voi, magari, fossero portati a pensare che il patron della F1 non abbia particolarmente gradito questo atteggiamento dilatorio, molto “italians” e poco british, diciamo che si avvicinerebbe di molto alla verità. Per dirla in una sola parola: probabilmente siamo riusciti a far incazzare qualcuno a Londra.

Ora mettiamo in fila gli elementi: dal 2013 prendiamo per il naso il capo della F1 che ci chiede più soldi, dopo 12 mesi di tira e molla chiediamo ancor un rinvio, arriviamo a pochi mesi dalla scadenza, e dalla SIAS cosa ci sentiamo dire? Una cosa come questa:

«L’autodromo di Monza andrà avanti anche senza la Formula 1. Il 2017 arriverà comunque, con o senza Bernie Ecclestone. Se non otterremo il prolungamento del contratto per il Gp che ci scade il prossimo anno, abbiamo predisposto un “Piano B” con il mantenimento della pista, di un certo numero di gare e lo sviluppo di attività complementari alle corse»

Queste le dichiarazioni del direttore in pectore dell’Autodromo di Monza, Francesco Ferri.
Naturalmente, noi generazione cresciuta con il mito di “Hannibal” e dell’ A-Team, non possiamo che andare matti per i piani ben riusciti. Al netto di questo, credo che in situazioni come queste piuttosto che accendersi un sigaro, come faceva Hannibal, sarebbe meglio accendere un cero alla Madonna. Sicuramente più salutare.

Insomma, tiriamo le somme e il risultato è eloquente: prepariamoci a dire addio alla F1. E a farlo molto presto.

Certo accolgo con favore l’annuncio di un imminente piano indistriale, di un progetto di rilancio e riqualificazione dell’Autodromo, Expo e via dicendo. Tutto molto bello, come diceva Pizzul, ma tutto abbastanza fuorviante in questo momento. Adesso serve una sola cosa: il grano. Ad Ecclestone le strutture di Monza vanno benissimo così come sono per ospitare la F1, il rinnovo è legato semplicemente ad un discorso commerciale: ci vogliono più soldi e stop.

Io come priorità ci metterei prima il rinnovo e dopo un piano di rilancio. Mancando il rinnovo prevederei anche un Piano C, il fallimento.

SENZA FORMULA UNO LA SIAS SE NE VA
Ma ora è inutile dilungarsi sulla possibile sostenibilità dell’impianto senza F1, che continuo a vedere difficile, anzi difficilissima, tenendo conto dell’attuale contesto economico e considerando anche la continua perdita di appeal del motorsport in Italia.
C’è invece un particolare, non di poco conto, che pare sfuggire un po’ a tutti, uomini di Sias e Ac Milano compresi. Quando si inizia a parlare apertamente di “PianoB”, ovvero contemplare un futuro di Monza senza F1, va fatto presente che a questo futuro, molto probabilmente, SIAS e Ac Milano rischiano di non farne parte. Perché dico questo? Semplicemente perché SIAS gestisce l’Autodromo in forza di una convenzione stipulata con i comuni di Monza e Milano (anche se Milano non l’ha mai approvata), che è abbastanza chiara, soprattutto nelle clausole risolutorie:

ART. 14 COMMA 2
Inoltre, la presente convenzione si risolverà di diritto nel caso in cui la SIAS S.p.A. non fosse più in grado di garantire l’effettuazione presso l’Autodromo di Monza del Gran Premio d’Italia di Formula Uno o di manifestazione equipollente di livello internazionale. Resta salva, in questo caso, la facoltà delle parti di raggiungere diversi accordi pee la prosecuzione del rapporto concessorio.

Poi nell’articolo 2 Comma 2 si fa riferimento al fatto che i beni vengono concessi in uso a Sias, con lo scopo preciso di organizzare eventi motoristici e in particolare il Gran Premio di Formula 1. Così come l’articolo 7 Comma 1 recita testuale:

La concesssionaria si impegna a programmare il calendario delle gare privilegiando le manifestazioni di interesse internazionale e garantendo che l’Autodromo venga utilizzato, in particolare, per l’effettuazione del Gran Premio d’Italia di Formula 1 o gare equipollenti.

Cosa significa tutto questo? Significa che i proprietari hanno concesso l’uso dell’Autodromo di Monza a SIAS con un limite preciso e più volte ribadito: ovvero fino a quando verrà svolto il gran premio di Formula Uno. Quindi, mi permetto di aggiungere io, il compito di SIAS e dei suoi dirigenti, non sarebbe quello di redigere un fantomatico “Piano B”, piuttosto quello di impegnarsi in ogni azione necessaria perché Monza non perda la Formula Uno. Se ciò non dovesse accadere, la convenzione dovrà essere per forza di cose rivista; e a quel punto sfido qualsiasi amministratore a voler nuovamente affidare a SIAS, magari senza nessuna procedura ad evidenza pubblica, la gestione dell’impianto, dopo che quest’ultima non è riuscita a soddisfare la più importante delle clausole contrattuali: far correre la Formula Uno a Monza. Sarebbe davvero scandaloso.

CHI NON VUOLE L’ARRIVO DELLA REGIONE?
E proprio perché mancano i soldi, trovo altrettanto curioso come stia passando sotto silenzio la questione della defiscalizzazione negata dal Governo. La Regione è li da mesi pronta con una valigia di 20 milioni, e soprattutto con l’intenzione di entrare nella proprietà dell’Autodromo. Tutti formalmente d’accordo: Milano, Monza, Aci, Sias e pure il Generale Cadorna! Peccato che l’operazione diventi sostenibile solo nel caso in cui lo Stato conceda la defiscalizzazione (cioè conceda di non volerci guadagnare nulla con le tasse sull’operazione). Una cosa banale, qualcuno penserà. Peccato che il Governo abbia detto no, cancellando un emendamento puntuale presentato nella legge di stabilità. Reazioni? Molto vicine allo zero. Sfugge a pochi che Governo, comune di Milano e di Monza, sono retti da maggioranze omogenee, tutte di centro sinistra? Credo di si. Ed è altrettanto strano che un ente come l’Automobil Club d’Italia, storicamente sempre capace di far valere le proprie ragioni al governo, tanto che chi ha provato a restringere il potere dell’Aci è sempre stato costretto a battere in ritirata, non sia riuscito a far passare un emendamento all’apparenza così insignificante. Sarà mica che qualcuno non vuole in mezzo ai piedi la Regione Lombardia nella gestione dell’autodromo? A pensar male… Ma è un gioco in cui rischiamo di perderci tutti, e tanto.

LA SUPERBIKE NON VALE MEZZA F1
Per finire, comincia a farsi largo una seconda ipotesi, questa davvero inquietante. Secondo alcuni, tenetevi forti, l’idea sarebbe quella di lavorare per sostituire la F1 con la Superbike, considerando quest’ultima come una manifestazione “equipollente” alla F1, così da soddisfare i termini della convenzione citata. Senza arrivare al pericolo di violentare il buon senso, ci si potrebbe limitare a non stuprare la lingua italiana. Il concetto di equipollenza è abbastanza noto a tutti, e in sintesi sta a significare qualcosa che abbia lo stesso valore. Sfido chiunque, addetti ai lavori o non, nel sostenere che la Superbike (manifestazione di altissimo livello e che dobbiamo tentare di far ritornare a Monza) sia dello stesso valore rispetto alla Formula Uno. Sarebbe bene chiarire subito questo punto, prima che qualcuno si senta autorizzato a battere strane alternative e bizzarre. Pronto? Comune? Qualcuno ci sente?

Una risposta a “Ve lo dico io: la F1 a Monza è (quasi) persa”

  1. […] o quasi dormivano sonni tranquilli e si impegnavano in dichiarazioni ciarliere e tranquillizzanti, io parlavo già di un Gran Premio di F1 quasi perso per Monza. Oggi siamo ad un passo dal baratro, anzi direi […]