Votare Mazza a Seregno, perché c’è in gioco la democrazia in Brianza

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11329889_853464941356159_6470721712300970090_nQuando si commentano i risultati elettorali, soprattutto quelli provvisori, si corre sempre il rischio di incappare in enormi banalità, come racconta Emanuele Meinetti in questo magistrale post, che ripropone uguale uguale ad ogni elezione.

Volendo commentare i dati dell’unico comune al voto in Brianza, Seregno, la prima analisi che ti salta in testa è che qui hanno perso tutti. Non voglio mica dire che abbia vinto l’astensionismo, (questa si una grossa banalità) che ha dati preoccupanti è vero, ma con cui alla fine dobbiamo imparare a conviverci, essendo più o meno presente in tutte le democrazie collaudate.

Cominciamo con il dire che a Seregno un vincitore non c’è proprio tecnicamente, e questa volta ci tocca aspettare il secondo turno, che seppur ampiamente pronosticato alla vigilia, lo vivo come una sconfitta della nostra coalizione di centro destra. Perché se costruisci una coalizione ampia lo fai per vincere al primo turno, soprattutto a Seregno, che non è certo un feudo rosso da espugnare. La sinistra invece strappa abbondantemente il ballottaggio, cosa che per loro equivale già ad una mezza vittoria.

Qualcuno dirà che è colpa della frammentazione, visto che questa volta si contavano ben 11 candidati sindaco, contro i 5 del 2010. La qual cosa è sicuramente vera, ma a conti fatti registriamo che almeno 4 di questi 11 candidati non hanno nemmeno superato la soglia psicologica dll’1,5%, rimanendo inchiodati dietro al canape, senza uscire dalla mossa.

Tutti un po’ sconfitti, dicevo: perché ne esce deluso il PD, che non sfonda, così come il Movimento 5 Stelle che non arriva nemmeno alla doppia cifra. Anche Tiziano Mariani, nonostante abbia riempito da mesi la città di manifesti, non riesce a cogliere nemmeno il risultato minimo, quello di scavalcare Pietro Amati, che conferma invece il suo “pacchetto” di voti.

In testa il candidato della nostra coalizione, che però passa dal 63,87% del 2015 al 39,17% di oggi. Ha lasciato così sul campo più della metà di quei 15.361 voti con cui trionfò l’ultimo sindaco leghista, Giacinto Mariani. Oggi il candidato di Forza Italia, Edoardo Mazza, è votato da poco meno di 7.000 elettori. E tutto non si può ricondurre solo e soltanto al calo dei votanti, che è stato sì forte, ma “solo” del 25% circa. Forza Italia, pur esprimendo il candidato sindaco, perde 2/3 di quei 7.335 voti che l’allora PDL raccolse nel 2010, attestandosi al 14,87%, rispetto al rotondo 35%. Certo anche la Lega Nord, nonostante il clima generalmente positivo in questa tornata, perde 8 punti, ma sapevamo bene della situazione difficile della Lega locale e i momenti duri passati in questi anni, quindi tutto sommato quel 20% rappresenta comunque un buon risultato.

A SEREGNO È IN GIOCO LA DEMOCRAZIA DI TUTTA LA BRIANZA

Veniamo al dunque. Questi dati ci impongo un duro lavoro, che da oggi deve partire per convincere migliaia di cittadini seregnesi, già vicini al centro destra e che non siamo stati capaci di portare domenica alle urne, ma che devono ritornarci per il ballottaggio. Dobbiamo farlo con una motivazione in più, perché a Seregno non è in gioco soltanto il futuro amministrativo di una città, ma in caso di vittoria del PD mi spingerei a dire che la democrazia stessa sarebbe in pericolo.

Grazie ad una serie di cause, diverse tra loro, che vanno dai nostri grossolani errori alle tornate elettorali “drogate” da bonus e regalie governative varie, il PD controlla ormai la quasi totalità dei comuni in provincia. Cosa significa questo? In parte lo abbiamo già sperimentato in questi anni. Il totalitarismo amministrativo del centro sinistra si traduce in un controllo chirurgico, e a volte pure spietato, di tutti gli organismi di livello superiore, provincia compresa, e di tutte le società municipalizzate che erogano servizi ai cittadini. Se cade Seregno, cade l’ultimo baluardo che cerca di contrastare questo pensiero unico. Senza contare che la segreteria del PD brianzolo ha dimostrato di saper imporre la linea del partito anche quando, ed è capitato spesso, molti sindaci dello stesso PD non fossero d’accordo con le scelte intraprese, calpestando la volontà dei suoi stessi cittadini elettori.

Votare Edoardo Mazza Domenica 14 giugno significa anche difendere la pluralità in Brianza, significa non consegnare tutta la nostra provincia e il nostro futuro direttamente nelle mani della segreteria del Partito Democratico.

Chiunque si illuda che un sindaco del PD possa vantare una certa autonomia amministrativa, magari anche solo per le faccende che riguardano il proprio comune, si sbaglia di grosso. Guardate il sindaco di Desio, Roberto Corti; nonostante avesse una chiara posizione contraria al potenziamento del forno inceneritore che sta nella sua città, non in quella di altri, il suo partito, il Partito Democratico, ha imposto a tutti i sindaci di votare il potenziamento del forno cancellando ogni possibile speranza di graduale dismissione dell’impianto. E così è avvenuto, con buona pace del sindaco di Desio, dei suoi elettori e della sua autonomia.

Quando c’è in ballo la nostra libertà non si può decidere di stare a casa.