Voto No, perché con il Sì vince De Luca (e il peggior sud)

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Chi vota SÌ vota per far vincere il clientelismo, quello peggiore, quello che ci costa miliardi di euro. Tutto dichiarato nella spettacolare ammissione di De Luca, uno che da ordini di convincere gli elettori offrendo yacht, barche e fritture di pesce

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Cos’è il voto di scambio? Wikipedia riporta questa sintetica ed efficace descrizione:

Il voto di scambio è un fenomeno che, nell’ambito della politica, si riferisce all’azione di candidato il quale, in cambio di favori leciti o illeciti, prometta ad un elettore di ricambiare il voto da parte di quest’ultimo con un tornaconto personale, o con una promessa dello stesso.

È praticato talvolta da organizzazioni criminali, spesso di tipo mafioso, d’intesa con gruppi politici: questa fattispecie nell’ordinamento italiano definisce il reato di scambio elettorale politico-mafioso.

Interessante cogliere il riferimento, tutt’altro che secondario, alla possibilità che i «favori» che il politico «scambierà» con l’elettore possano essere anche di tipo lecito. Quindi non è tanto la natura del favore, quindi il compiere qualcosa di illegale, che costituisce il voto di scambio, piuttosto, par di capire, quando il voto viene dato a prescindere dalle proprie convinzioni politiche, solo a fronte della promessa di fare o dare qualcosa. E questo qualcosa può essere pure lecito, anzi spesso lo è.

In questo senso le dichiarazioni di De Luca, governatore della Campania, sembrerebbero proprio un caso di scuola. Qualche giorno fa si è esibito di fronte ad una platea di Sindaci campani, appositamente radunati per essere indottrinati a favore del SÌ al referendum. Quindim, in quel caso, rappresentavano una sorta di grandi elettori. De Luca ha candidamente dichiarato:

a me non me ne frega nulla se Renzi vi piace o non vi piace, dobbiamo votare SÌ perché ogni cosa che abbiamo chiesto lui l’ha data. Sono arrivati fiumi di denaro

E se non è voto di scambio questo, cosa sarebbe? Certo un voto di scambio istituzionalizzato, certo non personalizzato, una sorta di voto di scambio fatto sistema. Ma a ben guardare, questo è pure peggio.

Niente di nuovo a quelle latitudine, va riconosciuto. De Luca incarna il peggior clientelismo meridionale: rozzo, becero, sfacciato e presuntuoso. Il Primo Ministro Renzi lo ha persino elogiato, dichiarando:

Non condivido metodi De Luca, ma se Sud amministrato come fa lui, avremmo 1% di Pil in più

E se fino a qualche tempo fa ci si vergognava a farsi arma del clientelismo, oggi è diventato persino punto di vanto, tanto che De Luca fa pubblico elogio degli interpreti più «bravi» di questo sistema:

Dobbiamo mobilitarci, andare tutti porta a porta, per venti giorni non dovete pensare ad altro. Prendiamo Franco Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella. Ecco, l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso

Avete capito? Offrigli quello che vuoi, ma vieni qui con i voti che hai promesso. Voti, offerte, promesse. Questo è voto di scambio, ma le procure dove sono? Questi fanno tutto alla luce del sole, si organizzano in maniera sfacciata, pubblicamente. Dichiarano di voler comprare gli elettori con barche, yacht, fritture di pesce. Sono sindaci, presidenti di regione, assessori regionali. Tutto fatto come se nulla fosse.

E chi pagherà il conto, ancora una volta, nel caso di vittoria del SÌ? Chi dovrà pagare quegli yacht, quelle barche e quelle fritture di pesce offerta a chi ha dato il suo voto? E chi secondo voi? Naturalmente il nord, la Padania, ovvero quelle regioni che con oltre 100miliardi di residuo fiscale annuo pagano sempre i conti di tutti. E mentre De Luca da indicazioni su come «convincere» i suoi elettori a votare SÌ, con l’unico scopo di ricevere in cambio «un fiume di denaro», da noi qualche traditore continua a fare campagna per il SÌ. Sarà la nostra condanna a morte. Continueremo a pagare.